Lo slogan scelto dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, anzi da Giorgia come ama farsi chiamare secondo le sue parole, lascia intendere un’ambiguità che si è percepita anche nelle parole degli oratori dal palco di Pescara. Già, perché Pescara? Nelle ultime regionali in Abruzzo il centro destra ha ottenuto un successo nonostante il vasto schieramento rivale. Pescara rimane la città di nascita di Gabriele D’Annunzio. Sino al 1927 vi erano due città: Castellammare e Pescara come poli principali nella regione ma, con decreto del 2 gennaio di quell’anno, Pescara divenne il capoluogo di provincia. Il nome di D’Annunzio, proveniente da una importante famiglia della locale borghesia, influì sulla decisione. Pur critico con alcuni aspetti del regime fascista D’Annunzio era un personaggio di primo piano nell’Italia del primo novecento ed era meglio non trovarselo contro, neanche per Mussolini.
Domenica 28 si è tenuta, nel capoluogo provinciale abruzzese, la fase finale della kermesse di Fratelli d’Italia con l’altisonante slogan “L’Italia cambia l’Europa”. Si sono viste le magliette azzurre con stampate tali parole. A parte la poco edificante esibizione di Ministri e manager di Stato che esibivano la t-shirt, si spera che in futuro non andrà a sostituire la camicia nera indossata dal Sottosegretario Bignami con annessa fascia sul braccio decorata dalla croce uncinata nazista.
Ho ascoltato parte della manifestazione poi, sopraffatto dal sole, ho abbandonato e seguito altri spezzoni dai media. Speaker è stato il deputato Donzelli che si è esibito (sabato) in una espressione poco felice definendo gli abruzzesi “meridionali”, dimenticando che tale espressione in Italia non ha una accezione positiva; era meglio dire Regione del sud Italia.
Il Senatore La Russa, intervistato da Bianca Berlinguer, si è esibito in grandi piroette per evitare le incalzanti domande. La Salis, detenuta in Ungheria in discutibili condizioni, non gli è simpatica e reputa poco opportuna la sua candidatura. Vannacci, pur non condividendo alcune sue affermazioni, come quella delle classi differenziate, ha la più grande colpa di non aver rispetto per il suo superiore gerarchico, il Ministro Crosetto il quale, ad onor del vero, non ha certo dispensato parole di stima nei confronti del candidato della Lega. Giorgia Meloni fa bene a candidarsi perché è un riscontro dell’indice di gradevolezza del Governo da parte degli italiani.
L’On. Cesa ha affermato che il centro destra sarà costretto, sì costretto, a governare per i prossimi anni; forse qualcuno gli punta un’arma da fuoco?
L’On. Lupis ha parlato, a parte delle alleanze, della pluralità del centro destra. Un patetico Salvini ha inviato un video da Milano, dove era presente la figlia, al fine di giustificare la sua assenza con i doveri di padre, nel quale ha ripetuto i suoi cavalli di battaglia: ponte sullo stretto, linee ferroviarie ed altro ma ancora un mattone si è visto nelle opere da lui preconizzate; solo alcuni problemi nella famiglia della fidanzata.
L’On. Tajani ha parlato di lealtà, di ininfluenza dei pesi interni al centro destra, come se nessuno sapesse che nella coalizione si attendono i risultati delle elezioni europee per giungere ad una resa dei conti, la stessa che in ambito Lega attende un troppo sicuro Salvini, ormai relegato intorno all’8 per cento. Come già detto in altro articolo, dopo le elezioni ne vedremo delle belle ed il redde rationem all’interno delle Lega e fuori si manifesterà veementemente.
Dalle parole degli oratori emerge un’ambiguità non chiarita. Sembra, per i poco attenti, che votando il centro destra aumenteranno i seggi al Parlamento europeo per l’Italia. I seggi saranno sempre gli stessi e, semmai, lo schieramento interno italiano potrà dare contributi diversi per il futuro. Tutto dipenderà da 27 Paesi, non dalla sola coalizione di centro destra italiano, che non sarà la sola ad essere rappresentata.
Il Presidente del Consiglio Giorgia, come ha chiesto di essere chiamata, ha detto che le grandi capacità dei quadri del suo partito si vedono dalla partecipazione a Pescara. Forse confonde la qualità, sulla quale non si esprimono qui giudizi, con la quantità, anche se i bar della zona pullulavano di persone con il cartellino al collo che indicava l’accreditamento come delegati. Al Presidente Meloni non interessa il potere se non come strumento per migliorare gli altri, cioè i cittadini. Le sinistre propongono solo mistificazioni o tappano le bocche. Putin è solo un neo sovietico, a dispetto di quanto asserisce Salvini, sulle cui espressioni di apprezzamento è meglio sorvolare. Lei vuole parlare dei prossimi 80 anni mentre lascia agli altri parlare di 80 anni fa; guarda caso è di un chiaro disprezzo nei confronti dell’antifascismo. Quanto ha fatto, e farà, lei sui migranti ha cambiato il quadro italiano ed europeo e lo farà ancor di più.
Tra applausi scroscianti ha affermato che si candiderà alle europee e, in segno, di populismo, ha chiesto di scrivere solo ”GIORGIA” sulla scheda elettorale. Un vero colpo di genio che ha superato la fantasia che avrebbe avuto Silvio Berlusconi. Questo dopo aver ricordato che in passato è stata definita “pesciarola” e “fruttarola” in puro gergo romanesco. Si è così accreditata come donna del popolo, una self made woman, una persona della porta accanto. Questo fa parte delle sue capacità comunicative, quasi magnetiche, per chi non analizza i contenuti. La realtà viene coperta dalla comunicazione visiva urlata e dagli applausi da concerto.
Inutile soffermarsi sui decibel. Nota simpatica, considerato che il retro del palco era trasparente, è stata vedere il passeggio delle persone che oscillavano dal costume al ben vestire con i tacchi alti sulla spiaggia.