Non mi unisco al branco sciacallante – mi si perdoni il neologismo – che, a vario titolo, s’ingozza della carcassa di politico navigato e di lunga e onorata militanza, per episodi che sarà un giudice a valutare se siano stati furti, tentati furti, disavventure dovute al fatto di non essere dotato di una terza mano, gesti guidati da un disagio mentale che spinge ad appropriarsi di oggetti altrui, evitando di pagarne il costo, ancorchè a volte non se ne abbia effettivo bisogno. Alla fine l’eventuale sanzione penale sarebbe d’entità risibile.
Non mi unisco neppure a coloro che, affranti e compunti, ci tengono ad esternare che l’ex-ministro Fassino vada “aiutato”. Oramai del resto in Italia aiutiamo tutti, dal teen ager immigrato di 3^ generazione che rapina, perché esiste un diritto all’eleganza e al possesso di cose che non si è in grado di pagare, all’omicida seriale. Per quale ragione non aiutare chi – memore dell’immortale Marylin Monroe – desidera che la propria donna, chiunque sia, infilandosi fra fresche lenzuola, indossi solo 3-5 gocce di Chanel n. 5.
Non mi interessa neppure sapere se il profumo acquistato in Italia potesse o meno essere poi re-importato col volo di ritorno, considerata la capienza del flacone che supererebbe il consentito, o se doveva servire da cadeau al di fuori dei confini del nostro Bel Paese.
Inutile oggi disquisire del danno che abbia arrecato al suo PD. Solo un idiota toglierebbe il suo voto al PD, condividendone ideali, battaglie, valori, per un incidente di percorso di veterano di poltrone e incarichi di governo. Giustificabile con quella pulsione malsana da curare.
Disgustoso, questo sì, che quotidiani di parte avversa continuino a suonare la grancassa. Solo chi non sta bene con la testa potrebbe pensare che l’onorevole Fassino – considerate le prebende riscosse in passato e percepite tutt’ora – abbia davvero necessità di rubare 130 euri di merce. Con buona pace per il fatto che riducesse il proprio stipendio a poco meno di 5000 euri e non lo ritenesse comunque certo favoloso. Dimenticandosi delle voci “indennità”. Ma a una certa età ci sta che si comincino a obliare le cose, e anche questo va scusato.
E così, per non disquisire del disquisito, mi metto a pensare al “dopo”. Che cosa accadrà?
A destra, ovviamente, ci sarà sempre qualcuno così fuori di testa da pensare che a sfottere un’icona del PD per un maldestro e incauto gesto compiuto in mezzo a una selva di telecamere di sorveglianza, si possano guadagnare voti. A destra inoltre fra i leoni di Facebook e Instagram ci sarà chi si divertirà a trovare nuove sfumature alla vicenda, a realizzare post sempre più fantasiosi, sfruttando assonanze e manifesti pubblicitari. Del resto esiste un diritto alla satira, e se si sbeffeggia Salvini, o Vannacci, o la Schlein, ovvio che qualcuno non perda l’occasione per far lo stesso con Fassino.
E a sinistra? Crederete mica, cari lettori, che si cospargano il capo di cenere e piangano?
L’episodio costituisce opportunità unica.
Qualcuno dovrà essere designato come “vuotatasche/raddoppiatore di mani”, in modo da evitare che il nostro ci ricaschi, garantendogli la disponibilità di altre due mani in alternativa a giudiziosi interventi finalizzati al versamento del corrispettivo dovuto alle casse. Del resto i supermercati nazionali – sicuramente meno sfavillanti e appetitosi dei Duty Free Shop – sono anche più vulnerabili. Ma alla luce della notorietà dell’incidente di percorso, ci sarà una caccia al povero Fassino da ora in poi, a cura di vigilantes e addetti a servizi di portierato. Già quelli che vi ho già detto che non sono affamati dal loro datore di lavoro, ma da altri. Niente di strano che costoro possano vedersi corrispondere ricompensa adeguata dalla parte politica avversa ove riuscissero ad emulare i fortunati colleghi dell’Aeroporto Leonardo da Vinci di Roma-Fiumicino, e non solo con lui.
Per cui, oltre al portaborse, verrà creata una nuova figura di assistente del politico, risolvendo i problemi creati dal fatto che i “navigators” di pentastellata concezione non abbiano realizzato un granché.
Ma quel che conta è che, con la doppia scusa dell’età ampiamente pensionabile e della possibilità che le accuse siano fondate, inizi a serpeggiare l’ipotesi di collocarlo in quiescenza in quanto possibile causa d’imbarazzo. In sintesi, per molti aspiranti peones, si stia per liberare un posto nelle liste, prima riservato a immarcescibile veterano di mille battaglie. Poco male, ci sta che possa fruire del meritato riposo del guerriero, con l’emula di Marylin Monroe.