Quarta puntata. Stiamo avvicinandoci alla fine della rassegna delle promesse mancate della democrazia secondo le analisi di quarant’anni fa di Norberto Bobbio. Questa volta ci occupiamo dei luoghi della democrazia e del potere ascendente e discendente.
Avvertimento ai lettori o ascoltatori: non sarà una passeggiata, pensare costa fatica, ma ne vale sempre la pena.
Scrive Bobbio:
“Se la democrazia non è riuscita a sconfiggere del tutto il potere oligarchico, tanto meno è riuscita a occupare tutti gli spazi in cui si esercita un potere che prende decisioni vincolanti per un intero gruppo sociale.
A questo punto la distinzione che entra in gioco non è più quella tra potere di pochi e di molti, ma quella tra potere ascendente e potere discendente.
Peraltro, si dovrebbe parlare a questo proposito più di incongruenza che di inattuazione giacché la democrazia moderna è nata come metodo di legittimazione e di controllo delle decisioni politiche in senso stretto, o del “governo” propriamente detto, sia nazionale sia locale, ove il singolo viene preso in considerazione nel suo ruolo generale di cittadino e non nella molteplicità dei suoi ruoli specifici di fedele di una chiesa, di lavoratore, di studente, di soldato, di consumatore o di malato.
Dopo la conquista del suffragio universale, se di un’estensione del processo di democratizzazione si può ancora parlare questa si dovrebbe rivelare non tanto nel passaggio dalla democrazia rappresentativa alla democrazia diretta, come di solito si ritiene, quanto nel passaggio dalla democrazia politica alla democrazia sociale, non tanto nella risposta alla domanda «Chi vota?», ma nella risposta a quest’altra domanda «Dove si vota?».
In altre parole, quando si vuol conoscere se ci sia stato uno sviluppo della democrazia in un dato paese, si dovrebbe andare a vedere se sia aumentato non il numero di coloro che hanno il diritto di partecipare alle decisioni che le riguardano ma gli spazi in cui possono esercitare questo diritto…”.
Bobbio fa riferimento a quelli che lui chiama “spazi non politici, prendendo come esempio la fabbrica, dove, continua Bobbio “… è talora avvenuta la proclamazione di alcuni diritti di libertà nell’ambito dello specifico sistema di potere, ad analogia di quel che avvenne con le dichiarazioni dei diritti del cittadino rispetto al sistema del potere politico: mi riferisco, per esempio, allo Statuto dei Lavoratori, che fu emanato in Italia nel 1970, e all’iniziative in corso per la proclamazione di una carta dei diritti del malato.”
Prima domanda: negli ultimi quarant’anni, da quando Bobbio ha scritto quanto sopra, gli spazi in cui noi italiani possiamo esercitare il diritto di partecipare alle decisioni sono aumentati?
Seconda domanda: cos’è il potere ascendente, dal basso verso l’alto, come nel potere politico e cosa il potere discendente, dall’alto verso il basso, come nel potere burocratico.
Il potere ascendente, concetto importante per la democrazia, è la capacità dei cittadini e delle comunità di influenzare le decisioni politiche e ha portato a numerosi successi nel corso della storia. Ecco alcuni esempi.
- Negli Stati Uniti, il movimento per i diritti civili degli anni ’50 e ’60, grazie alla mobilitazione di attivisti, di leader come Martin Luther King Jr. e Rosa Parks, insieme alla partecipazione di cittadini comuni, ha ottenuto importanti cambiamenti legislativi, come il Civil Rights Act del 1964 e il Voting Rights Act del 1965.
- I movimenti Ambientalisti hanno portato a successi significativi nel campo della conservazione e della protezione dell’ambiente.
- I processi di democrazia partecipativa, consentono ai cittadini di intervenire attivamente alla politica e di influenzare direttamente le decisioni politiche. Questi includono referendum, assemblee cittadine e consultazioni pubbliche.
- Movimenti per i diritti delle donne: il movimento per i diritti delle donne ha portato a importanti cambiamenti in termini di uguaglianza di genere, diritti riproduttivi e partecipazione politica. Ad esempio, il suffragio femminile è stato ottenuto grazie all’attivismo delle suffragette e delle femministe.
Il potere ascendente può portare a cambiamenti significativi quando i cittadini si uniscono per perseguire obiettivi comuni e influenzare positivamente la società.
Diverse sono le critiche al concetto. Per alcuni lo si idealizza in modo eccessivo. La realtà politica e sociale è complessa e non sempre i cittadini, o le comunità, hanno la capacità di influenzare in modo significativo le decisioni politiche.
Altri parlano di criticità strutturali del concetto.
Il potere ascendente può essere limitato da strutture di potere esistenti, come gerarchie burocratiche o interessi economici. Ad esempio, le grandi imprese o i gruppi di pressione possono esercitare un’influenza considerevole sulle decisioni politiche, rendendo difficile per i cittadini comuni esercitare un potere ascendente effettivo.
Possibile ostacolo al potere ascendente sono le disuguaglianze sociali ed economiche: se alcuni gruppi hanno accesso a risorse e opportunità maggiori rispetto ad altri, ciò può influenzare la loro capacità di partecipare attivamente al processo democratico.
Altro ostacolo è la partecipazione selettiva. Anche se il potere ascendente implica la partecipazione attiva dei cittadini, non tutti partecipano in modo eguale.
Infine, il potere ascendente può essere influenzato dalla manipolazione dell’opinione pubblica attraverso mezzi come i media o le campagne di disinformazione. Il che può compromettere la capacità dei cittadini di prendere decisioni informate e influenzare il processo politico.
Quanto è accaduto nei giorni scorsi con il caso di Antonio Scurati e il suo monologo censurato, poi pubblicato, raccontato, commentato e interpretato è un ottimo esempio. Che nessuno pensi che quanto sia accaduto sia casuale, imprevisto o non voluto. Al contrario.
Passiamo ora a esaminare il potere discendente, ovvero la capacità di indurre altri attori sociali ad agire in modo coerente con gli scopi e gli interessi di chi esercita tale potere.
Nelle organizzazioni aziendali riveste un ruolo primario, data la sua capacità di influenzare e prendere decisioni dall’alto verso il basso all’interno di una struttura gerarchica.
Il potere discendente si fonda su un’asimmetria nel controllo di risorse di valore, che possono essere utilizzate da chi ha potere a favore o contro i singoli soggetti o gruppi di appartenenza. Vengono definite risorse di valore la forza fisica, le capacità cognitive e realizzative, le abilità relazionali, le risorse economiche o strumentali e la “gestione dell’impressione”, come suggerito da Machiavelli: “Un principe dunque, non deve realmente possedere tutte le qualità, ma deve far credere di averle. Oserò anzi dire che, se le ha e le usa sempre, gli sono dannose. Se fa credere di averle, gli sono utili» (Niccolò di Bernardo del Machiavelli, alias Niccolò Machiavelli, 1469-1527, scrittore, filosofo, storico, drammaturgo, politico e diplomatico; “Il Principe”, cap. 18 punto 4).
In molti seguono, o cercano di seguire, con quali risultati non saprei, i dettami del Niccolò nazionale.
Da sottolineare come la cosiddetta “Leadership” sia strettamente correlata al potere discendente. I “leader”, prendiamo per buona la definizione che recita che “un leader è un individuo che funge da guida, che prende l’iniziativa, che coordina gli sforzi di un gruppo verso un obiettivo comune, motivando e ispirando i membri e viene seguito per le sue capacità, la sua personalità carismatica o la sua autorità”, i leader dicevamo, nel loro ruolo interpretano l’ambiente, definiscono strategie, pianificano azioni, controllano l’esecuzione e motivano le persone.
Il potere discendente è dunque essenziale per la struttura decisionale delle organizzazioni aziendali e per la gestione efficace delle risorse e delle relazioni. In tale contesto i suoi vantaggi sono innegabili: efficienza decisionale, chiarezza delle responsabilità, coerenza e uniformità, rispetto dell’autorità, allocazione delle risorse, facilità nella definizione e implementazione delle decisioni strategiche. Presenta però svantaggi importanti.
Le decisioni vengono prese dall’alto verso il basso, spesso da pochi individui o da una singola autorità. L’accentramento comporta rigidità capaci di rallentare la risposta alle sfide, l’apprendimento organizzativo, limitando creatività e innovazione.
I dipendenti possono sentirsi esclusi dal processo decisionale e la mancanza di coinvolgimento può portare scarsa motivazione, disimpegno e insoddisfazione, resistenza al cambiamento. Inoltre le decisioni possono essere influenzate da interessi personali o politici -l’abuso di potere è un rischio sempre presente- e non dal bene dell’organizzazione.
In sintesi, il potere discendente offre una struttura chiara e una guida efficace per l’organizzazione, ma è importante bilanciarlo con altre forme di partecipazione e coinvolgimento.
In base a quanto detto, si può affermare, spostandoci dall’azienda, che il potere discendente in politica è un concetto che riguarda l’autorità e l’influenza che si propagano dall’alto verso il basso all’interno delle strutture di governo e dell’amministrazione e riveste un ruolo di assoluto rilievo nelle democrazie rappresentative. Chiediamo alla solita AI generativa quali siano i suoi aspetti chiave:
- Organizzazione interna dei partiti politici che svolgono un ruolo fondamentale nel collegamento tra il popolo sovrano (come definito nell’ 1 della nostra Costituzione) e il ciclo decisionale che coinvolge Parlamento e Governo. Questo collegamento non si limita al solo momento delle elezioni, ma riguarda tutte le fasi del circuito rappresentativo. Pertanto il funzionamento interno dei partiti influisce direttamente sulle dinamiche della rappresentanza politica.
- Legittimazione dei partiti politici, cruciale per la democrazia rappresentativa. I partiti sono gli strumenti attraverso i quali si rafforza il collegamento tra i cittadini e le autorità politiche. La loro organizzazione interna e il livello di democraticità influenzano la qualità della rappresentanza politica.
Opportuno soffermarsi sull’articolo 49 della Costituzione, direttamente collegato al potere discendente in politica, dove viene sottolineato il ruolo attivo della società civile nel circuito rappresentativo: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”.
In altre parole i cittadini, tramite i partiti, che fungono da strumenti di rappresentanza, partecipano democraticamente alla determinazione della politica nazionale.
In sintesi, il potere discendente nei partiti politici è essenziale per il funzionamento della democrazia rappresentativa e per il collegamento tra cittadini e autorità politiche.
Possiamo ora confrontare le concezioni “Discendente” e “Ascendente” del Potere Pubblico.
Potere discendente: in questo caso, il potere pubblico deriva dall’autorità di una fonte superiore, come una figura divina o una legge naturale. I governanti pretendono di derivare il loro potere dall’alto e lo esercitano sui governati.
Potere ascendente: Questa prospettiva considera il potere come emergente dalla base, dai cittadini stessi. Qui, la legittimità deriva dalla volontà popolare e dalla partecipazione democratica.
In sintesi, il potere discendente in politica riguarda l’origine e la legittimità dell’autorità, sia essa derivante dall’alto o emergente dalla partecipazione democratica dei cittadini.
Il processo di democratizzazione richiede il passaggio da una democrazia politica a una democrazia sociale, in cui le decisioni politiche sono influenzate da ciò che accade nella società civile. Una richiesta fino a oggi incompleta: la quarta promessa mancata della democrazia.
Scrive Bobbio: “…l’estensione del processo di democratizzazione si dovrebbe rivelare non tanto nel passaggio dalla democrazia rappresentativa alla democrazia diretta, come di solito si ritiene, quanto nel passaggio dalla democrazia politica alla democrazia sociale, non tanto nella risposta alla domanda «Chi vota?», ma nella risposta a quest’altra domanda «Dove si vota?»”.
Sarà una sensazione errata, ma gli spazi del voto, della democrazia, non sono in crescita.
Vista la prossima scadenza, qualche considerazione relativa all’Unione Europea (UE), dove entrambe le forme di legittimazione del potere sono presenti.
La legittimazione democratica si basa sulla partecipazione dei cittadini e sulla loro capacità di decidere sul proprio destino, mentre la legittimazione tecnocratica si basa su argomenti tecnici ed efficienza.
La discussione sulla legittimazione del potere nell’UE continua. Occorre bilanciare entrambe le prospettive per garantire un governo efficace e responsabile.
Peccato che di questa necessità e delle sue conseguenze, nonostante le elezioni siano alle porte, se ne parla poco. In Italia non ne parla nessuno. Ci si limita a sagaci slogan del tipo: ”Più Italia, meno Europa”, a dichiarazioni d’intenti alquanto spinte come: “L’Italia cambia l’Europa”, o più concilianti, vedi: “Al centro dell’Europa”.
Del processo di democratizzazione invocato da Bobbio, che comporta il passaggio da una democrazia politica a una democrazia sociale, in cui le decisioni politiche sono influenzate da ciò che accade nella società civile, non ne parla nessuno.
Non importa se il potere sia ascendente o discendente. Importa solo il potere.