Il Milione (1298) fu scritto da Rustichello da Pisa che raccolse le memorie dei viaggi avventurosi compiuti, verso le remote regioni dell’Asia centrale, dal mercante ed esploratore veneziano Marco Polo (Venezia 1254-1324), suo compagno di cella nelle prigioni genovesi, dopo essere stato catturato durante la battaglia navale di Curzola (Croazia), combattuta tra Venezia e Genova, per la supremazia commerciale.
L’opera narra dell’arrivo di Marco Polo alla Corte di Kubilai Khan, situata poco più a nord di Pechino, e della sua permanenza in quell’Impero durata ventiquattro anni (1271-1295), dove viene conquistato dalla perfetta organizzazione statale e commerciale, dalle usanze, dai riti religiosi e dalle immense ricchezze sconosciute agli europei.
Nel libro, Rustichello riporta le dettagliate descrizioni di popolazioni, luoghi, città, costumi, attività economiche, fornitegli da Marco Polo, in quella che può essere definita una vera e propria celebrazione della grandezza dell’Impero Mongolo e delle sue meraviglie, che tanta incredulità hanno suscitato tra i lettori dell’epoca.
Durante la permanenza in Cina, Marco Polo si guadagnò la fiducia del sovrano Kubilai Khan tanto da visitare, come suo ambasciatore, numerose zone dell’Asia, acquisendo ulteriori notizie su luoghi e popolazioni ancora sconosciute.
I racconti di Marco Polo contribuirono a costruire un ideale “ponte” attraverso cui l’Europa si avvicinò per la prima volta alla cultura orientale, lungo l’itinerario commerciale divenuto poi noto con il nome di “Via della Seta”, ovvero l’insieme di percorsi carovanieri e rotte commerciali che congiungeva l’Asia orientale, e in particolare la Cina, al Vicino Oriente e al bacino del Mediterraneo.
La rilevanza strategica della “Via della Seta” non è mai stata sottovalutata dalla Repubblica Federale tedesca (Kohl ha visitato la Cina quattro volte in sedici anni, Schröder cinque volte in sette anni e Merkel dodici volte in sedici anni) tant’è che il Cancelliere Olaf Scholz, nel mese scorso, accompagnato da una delegazione di imprenditori, si è recato a Pechino per una visita “tutta all’insegna dell’economia”.
Il viaggio ha confermato gli stretti legami economici tra i due Paesi che vedono la Cina essere il principale partner commerciale della Germania, con un volume di affari di oltre 245 miliardi di euro, su un totale di circa 800 miliardi di euro tra Europa e Asia.
La visita del Cancelliere Scholz ha rappresentato un segnale di distensione nei rapporti tra Unione Europea e Cina, fondamentali per assicurare – in presenza delle attuali, gravi criticità che agitano il contesto internazionale – la tenuta economica della Germania, alla quale è doppiamente legata quella italiana.
Al viaggio del Cancelliere Scholz ha fatto seguito, nei giorni scorsi, la visita del Presidente della Repubblica Popolare cinese Xi Jimping, prima, in Francia, poi, in Serbia e Ungheria. Il Presidente cinese non veniva in Europa dal 2019, da prima che avesse luogo la pandemia e le due guerre.
Anche in questo caso, il Presidente Xi Jimping, visitando l’amico Macron, ritenuto “in grado di conoscere e capire la Cina”, ha inteso confermare il partenariato economico con la Francia e garantire pieno sostegno a una pausa nei conflitti durante i Giochi di Parigi 2024.
E l’Italia? L’Italia, con una nota consegnata a Pechino nei mesi scorsi, nel confermare la volontà di “sviluppare e rafforzare la collaborazione bilaterale” tra i due Paesi, ha dichiarato di voler uscire dall’accordo, meglio noto come “Via della Seta”, non estendendone la durata oltre la scadenza fissata al 22 marzo 2024.
Peccato che il progetto prevedeva che la “Via della Seta” si snodasse attraverso sei grandi corridoi commerciali e tre Continenti: Asia, Africa ed Europa e che fosse previsto anche un passaggio in Italia, col pieno coinvolgimento del porto di Trieste.
E peccato ancora che, con la crisi dovuta agli attacchi del gruppo armato yemenita Huthi nei confronti delle navi mercantili transitanti nel Mar Rosso, il porto di Trieste avrebbe assunto un ruolo centrale da e per il corridoio balcanico della “Via della seta”.
Marco Polo si starà rivoltando nella tomba!