Non è facile raccontare la visionaria esperienza dell’Europa cambiata dall’Italia, nel primo episodio di pieno rispetto delle promesse elettorali. Ci sono troppe cose da dire e le si vorrebbe raccontare tutte insieme, in gran fretta, prima che il ricordo di questo viaggio nel futuro sbiadisca…
La narrazione della Pubblica Amministrazione e quella del fronte dei trasporti hanno solleticato la curiosità anche dei menefreghisti, per la prima volta interessati a sapere come andrà a finire.
Il terzo capitolo è quello dell’istruzione, altrove colonna della civiltà e dalle nostre parti misera Cenerentola senza scarpette da perdere e priva degli auspicati Principi azzurri pronti a ribaltare le sorti.
Non è stato facile ma la caparbietà dei politici connazionali ha consentito il perseguimento di risultati sorprendenti.
Il modello italiano ha conquistato l’Europa e la prima mossa è stata quella di far tesoro di un leggendario cavallo di battaglia, che per anni ha catalizzato l’attenzione della collettività: il crocifisso nelle aule.
Dopo aver rifilato le traumatiche LIM o lavagne interattive multimediali, facendo giustamente felici chi le produce e chi le commercializza, la fornitura di croci di varie dimensioni e di differenti materiali ha consentito un innalzamento del PIL e ha fissato sulla parete la certezza della cristianità del Vecchio Continente. Così facendo almeno la metà delle questioni importanti è stata risolta.
Gli stipendi dei docenti sono stati uniformati a quelli del nostro Paese, ritenuti altissimi facendo ponderati confronti con quello di altri laureati o dottorati che fanno i rider e recapitano pizze a domicilio. Proprio questa comparazione ha indotto il Parlamento Europeo a vagliare la possibilità di riduzione del salario degli insegnanti, visto che nemmeno pedalano.
Il “bonus libri” è diventato comunitario e – più di prima – può essere utilizzato per le spese più diverse perché è forte la convinzione che tutte ‘ste ore chini a leggere possa causare scoliosi e altre deformazioni ortopediche. L’importo può essere usato anche per attività di conoscenza ed esperienza pratica. L’eurodeputato Vannacci, che ha incantato l’intero Parlamento con la narrazione dei suoi “puttan-tour”, ha fornito l’opportunità di includere certe “visite mussali” nel novero delle iniziative inerenti la scienze (il corpo umano con particolare riferimento all’apparato riproduttivo), la geografia (il quartiere a luci rosse di Amsterdam o i carugi genovesi di via Prè), l’economia (la proporzionalità dei prezzi alle prestazioni erogate), la matematica (il calcolo di probabilità di trovare sorprese nell’artigiano del sesso) e così a seguire.
Grazie al medesimo europarlamentare sono adesso operative le classi differenziate, distinte secondo rigorosi criteri di selezione. Etnia, autosufficienza motoria e interattività intellettuale sono solo alcuni dei parametri per ottenere aule omogenee, superando l’utopia dell’inclusione e rispettando graduatorie e aggregazioni che la natura stessa ha stabilito. Sistemi di aerazione forzata e di dispersione atomizzata di profumi nelle aree di percorrenza comune preserverà gli studenti “normali” dalle esalazioni di coetanei di colore che notoriamente “puzzano”.
Il titolo di studio non ha più valore legale e chiunque può attribuirsi la frequenza di un liceo in luogo di diverso istituto tecnico, può farsi chiamare “dottore” anche quando non sta parcheggiando l’auto sotto la guida esperta dell’abusivo di turno.
Nel rispetto del focoso auspicio di un parlamentare italiano che non ha mai varcato la soglia di un Ateneo, nemmeno per chiedere informazioni, gli universitari “fuori corso” – armati di zappa – sono avviati regolarmente alla coltivazione di terreni agricoli. In tutta Europa una cooperazione tra i dicasteri dell’Interno e dell’Istruzione prevede l’eliminazione della figura professionale del bidello e la creazione di stabili presidii in assetto anti-sommossa in occasione di dibattiti e cineforum.
Le università telematiche stanno progressivamente eliminando le ingombranti strutture tradizionali, consentendo il recupero di aree urbane di pregio più proficuamente destinabili ad altri scopi e – soprattutto – evitando assembramenti volti all’inaudita intenzione di manifestare opinioni personali.
Il cambiamento dell’Europa sta dando i suoi risultati. Nell’istruzione e soprattutto nel “merito”, che naturalmente è tutto nostro.