26 giugno 2024: data da segnare in agenda perché potrebbe essere alquanto funesta, soprattutto per la vostra privacy. Meta ha annunciato, meglio dire ha avvertito, che a partire da tale data entrerà in vigore la sua nuova Privacy Policy che le permetterà di usare i dati degli utenti per l’addestramento dei suoi modelli di Intelligenza Artificiale. Di che modelli si tratta e per fare cosa non è dato di sapere.
Ovviamente vale la regola del silenzio-assenso. Se l’utente non si preoccupa di andare a cercare i moduli, ovviamente non facili da trovare e complicati, da compilare e spedire per NON dare il suo assenso, l’azienda, Meta, ha il consenso di usare tutti i dati “pubblici” dell’incauto utente.
Non facciamoci prendere dal panico e andiamo per ordine.
Nel comunicato “AI at Meta” si può leggere, quindi leggetelo:
Noi di Meta abbiamo la responsabilità di proteggere la privacy delle persone: pertanto i nostri team dedicati verificano questo aspetto per tutti i nostri prodotti.
Il nostro processo interno di controllo della privacy è particolarmente efficace e ci permette di garantire un utilizzo responsabile dei dati di Meta nell’ambito dei nostri prodotti, tra cui l’intelligenza artificiale generativa. Ci impegniamo a identificare i potenziali rischi relativi alla privacy che coinvolgono la raccolta, l’uso o la condivisione di informazioni personali; inoltre, sviluppiamo soluzioni per ridurre tali rischi relativi alla privacy delle persone (https://privacycenter.instagram.com/privacy/genaii).
Per svolgere il nostro lavoro in modo etico e responsabile facciamo riferimento a 5 valori fondamentali che sono alla base della nostra concezione dell’intelligenza artificiale (https://ai.meta.com/blog/facebooks-five-pillars-of-responsible-ai/):
- Privacy e sicurezza,
- Equità e inclusione,
- Solidità e sicurezza,
- Trasparenza e controllo,
- Amministrazione e responsabilità.
Il nostro impegno per la creazione responsabile dell’IA è supportato da un team interdisciplinare la cui missione è contribuire a garantire che l’intelligenza artificiale di Meta rappresenti un vantaggio per le persone e per la società. Il nostro lavoro in tal senso è guidato dalla convinzione che tutti debbono avere un accesso equo alle informazioni, ai servizi e alle opportunità (https://ai.meta.com/blog/responsible-ai-progress-meta-2022/).
Investiamo molto in questo ambito perché crediamo che persone, creator e aziende di tutto il mondo possono trarne vantaggio. Ecco perché stiamo creando l’IA di Meta e rendendo disponibili modelli tramite una piattaforma aperta. Per addestrare modelli efficaci che aprano la strada a questi progressi è necessaria una quantità significativa di informazioni. È per questo motivo che attingiamo da fonti pubblicamente disponibili e concesse in licenza, nonché dalle informazioni che le persone condividono nei Prodotti e servizi di Meta, tra cui le interazioni con le funzioni dell’IA di Meta. Conserviamo i dati di addestramento per il tempo necessario, valutando caso per caso, così da garantire che il modello di intelligenza artificiale funzioni in modo appropriato, sicuro ed efficiente. Possiamo anche conservarli per proteggere i nostri interessi o quelli di altre persone oppure per adempiere a obblighi legali.
Ci impegniamo a essere trasparenti in merito alle basi giuridiche utilizzate per il trattamento delle informazioni. Riteniamo che l’uso di queste informazioni sia nell’interesse legittimo di Meta, dei nostri utenti e delle altre persone. Per sviluppare e migliorare l’intelligenza artificiale di Meta, nell’area geografica europea e nel Regno Unito, ci basiamo sul principio degli interessi legittimi (NdA: i grassetti sono miei) per raccogliere ed elaborare le informazioni personali incluse nelle fonti pubblicamente disponibili e concesse in licenza, nonché le informazioni che le persone condividono nei Prodotti e servizi di Meta. In altre giurisdizioni, ovvero dove applicabile, facciamo riferimento a un’adeguata base giuridica per la raccolta e l’elaborazione di questi dati. Ti spettano dei diritti sul modo in cui vengono usate le informazioni per l’IA di Meta. Ciò include il diritto di contestare le informazioni che hai condiviso nei Prodotti e servizi di Meta usate per sviluppare e migliorare l’IA di Meta (https://help.instagram.com/contact/767264225370182). Puoi anche inviare richieste relative alle tue informazioni personali, provenienti da terzi, usate per lo sviluppo e miglioramento dell’IA di Meta (https://www.facebook.com/help/contact/510058597920541).
Per vedere i moduli appropriati della tua area geografica, potresti dover accedere all’account. Puoi scoprire di più sugli altri tuoi diritti in merito alle informazioni condivise nei Prodotti e servizi di Meta nella nostra informativa sulla privacy.
Prevediamo che per le persone, i creator e le aziende si apriranno molte possibilità di utilizzo dell’IA generativa. Siamo entusiasti di assistere al miglioramento di questa tecnologia, ma sappiamo che c’è ancora molto da fare in futuro. L’IA generativa è un ambito in rapida trasformazione e noi ci impegniamo a garantire la massima trasparenza con l’evolversi di questa tecnologia.
Da notare il carattere del tutto vago della comunicazione. Si parla di prodotti, di utilizzo responsabile, di vantaggi, di tempo necessario, di possibilità, di massima trasparenza, senza mai dare dettagli di sorta. Mai.
Meta, bontà sua, si è preoccupata però di specificare alle autorità di regolamentazione per la protezione dati che solo i dati personali –esclusi i commenti – di utenti di età superiore a 18 anni, con sede nell’UE e condivisi pubblicamente su Instagram e Facebook, verranno utilizzati per addestrare i modelli di intelligenza artificiale.
Invece di richiedere l’approvazione esplicita degli utenti, Meta invoca i “legittimi interessi”. Non è chiaro dove voglia andare a parare, perché i “legittimi interessi”, sono oggetto di interpretazione. Due quelle sollevate dal Tribunale di Amsterdam ai sensi dell’articolo 6, paragrafo 1, lettera f, del Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR):
- interpretazione restrittiva: i legittimi interessi devono essere basati su un diritto o un principio giuridico;
- interpretazione ampia: legittimi interessi possono essere qualsiasi interesse che non sia contrario alla legge, anche se non è basato su un diritto o un principio giuridico specifico.
A ogni modo, la Corte Suprema dell’UE ha già criticato l’uso dei “legittimi interessi” per la pubblicità personalizzata. Malgrado ciò, secondo alcuni osservatori, Meta sta ancora ignorando tali sentenze, a maggior ragione con la nuova politica sulla IA.
Per favore, rileggete o riascoltate il comunicato di Meta prima riportato. Sembra il solito annuncio periodico cui viene dedicata poca o nessuna attenzione, inviato più che altro per formalità e per rispettare gli obblighi di legge, quindi tranquillamente cestinabile, ma non lo è.
La mail di Meta dice, per chi vuole intendere perché non lo dice in modo chiaro e comprensibile ai più, che se non vi opponete formalmente, dal 26 giugno prossimo, Meta userà tutto quello che pubblicate, pubblicherete, o avete pubblicato sui suoi social network, quindi Facebook e Instagram, (forse anche WhatsApp), per addestrare i suoi sistemi di intelligenza artificiale. Tutto quello che avete scritto nei messaggi pubblici, tutte le foto, audio e video che raccontano e ritraggono voi, la vostra vita, il vostro amore, i vostri eventuali figli e che avete messo sui social network di Meta entreranno a far parte del cosiddetto corpus, ossia dell’immensa quantità di dati necessaria per far sembrare intelligenti questi prodotti che sono solo dei cretini molto rapidi a fare statistiche, calcoli delle probabilità e alquanto pericolosi.
“A me che me ne importa”, diranno in tanti, “si tratta di testi, immagini, video e audio pubblici, non di messaggi privati. Se Meta li usa per migliorare la propria intelligenza artificiale che male c’è?”
Il male è che Meta non dice come userà i vostri dati. Si fa presto a dire intelligenza artificiale, ma di che stiamo parlando? Un semplice sistema per fare dell’educata conversazione, oppure un inflessibile sistema di sorveglianza, o ancora un sistema per propinare pubblicità talmente personalizzata da essere irresistibile? Magari userà i vostri dati, la vostra voce, il vostro volto per creare un vostro clone digitale a voi identico, con il vostro esatto modo di parlare, capace di dire o fare qualunque cosa: un comodo sosia, un doppio virtuale, oppure un impostore, per giunta criminale che fa anche l’attore in film pornografici.
Poi, andate a spiegarlo al vostro datore di lavoro che non siete voi, quello lì.
Meta incamera dati personali da diverse fonti, anche da terze parti, per alimentare la sua tecnologia di IA. Quali non è dato di sapere. Dati che non sarà per nulla semplice, se non impossibile, rimuovere una volta inseriti nell’esagerata base dati del modello di intelligenza artificiale di turno. Dimenticatevi del diritto all’oblio.
Saggio e antico consiglio quello di non dare mai carta bianca a nessuno. Meno che mai quando si ha a che fare con dati digitali e con Meta che ha dimostrato di essere alquanto disinvolta nell’usarli e condividerli con terzi, di cui sappiamo qualcosa quando assurgono agli onori della cronaca, magari dopo avere manipolato l’elezione di un presidente USA.
Il consiglio degli esperti e delle associazioni di difesa dei diritti digitali è dire di no.
Negate l’uso dei vostri dati per la tipologia di applicazioni prospettata da Meta. Se l’avete autorizzato in passato era per altri usi.
Chiedete a parenti, amici e colleghi di fare la stessa cosa perché Meta informa che utilizzerà le informazioni personali anche di chi ha rifiutato, se trova quelle informazioni nei post di altri che non hanno negato l’autorizzazione.
Siamo tutti sulla stesa barca. Occorre remare insieme.
Rifiutare il trattamento dei propri dati per l’intelligenza artificiale di Meta è abbastanza semplice. A dire il vero lo dico per non scoraggiare.
Per farlo, entrate nel vostro account Instagram e andate al link https://privacycenter.instagram.com/privacy/genai e cercate “diritto di opposizione”.
Si trova nella parte finale della pagina.
Se invece siete su Facebook, il link da usare è https://www.facebook.com/privacy/genai
mentre le parole su cui cliccare sono “diritto di contestare”.
Sullo schermo viene visualizzato il modulo Contesta l’uso delle tue informazioni per l’IA di Meta”. Digitate quindi il vostro paese di residenza e il vostro indirizzo di posta elettronica e scrivete breve spiegazione del vostro rifiuto.
Non preoccupatevi, ce ne sono di disponibili in rete. Ad esempio:
“Non voglio che i miei dati vengano utilizzati in modi che non posso né controllare, né prevedere.
Non voglio partecipare all’addestramento dell’intelligenza artificiale.
Voglio che i miei dati vengano utilizzati esclusivamente per le funzioni di base dei prodotti di Meta, non per applicazioni future non ancora identificate e in modi di cui non sono informato.”
Fatto? Dovreste sentirvi un po’ più tranquilli ma…, … ma esiste la possibilità che il vostro negare l’utilizzo dei vostri dati può comportare ricevere un altro grazioso messaggio da parte di Meta con il quale vi si informa che non avete più accesso a funzionalità o servizi, altrimenti fruibili.
Un patetico modo di vendicarsi della vostra intelligenza naturale.