Il pregevole saggio si articola in due interviste. La prima ad Alberto Pagani e la seconda a Mario Caligiuri. L’ottima prefazione è affidata a Giovanni Nistri, già Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, specchiata persona non certo in cerca di fama nel firmare una prefazione.
Lo sviluppo mediante interviste, con domande e risposte quasi spontanee per il lettore, facilita la lettura in quanto si illustrano gli argomenti in modo scorrevole senza minimamente inficiare la rigorosità scientifica dei contenuti.
Molto verte sulla disinformazione, intesa come strumento a livello globale di guerra nella società delle comunicazioni. Fulcro della disinformazione, oltre agli strumenti informatici, in mano a hacker e troll, professionisti prezzolati dagli Stati, vi sono le fake news che vanno ad intossicare la realtà percepita in modo errato da parte dell’utente.
Viene analizzata la posizione di Putin sia per quanto attiene alla guerra in Ucraina, sia per i suoi disegni nei confronti della NATO. Un sovranismo globale simile all’internazionale comunista. Quanto il PCUS faceva con la dottrina comunista, ora Putin lo propaganda nell’estrema destra. Il novello Zar aveva bisogno di un nemico da combattere per distrarre la pubblica opinione nazionale e ricondurla su solco ed il sogno rinnovato della “Grande Russia”.
Viene poi esaminato compiutamente il ruolo dei social network nel propalare, tramite tali canali, una influenza globale, in grado di sostenere una guerra dell’informazione. Più la popolazione è immersa nei social network, maggiore è il risultato della infowarfare nel manipolare le menti. Viene vagliato il ruolo degli haters che vanno a stimolare rancori repressi o creano appositamente un qualcuno od un qualcosa da odiare.
Uno degli strumenti più utilizzati è la calunnia che si diffonde lentamente, sino ad insinuarsi nelle menti; difficile da combattere perché si basa sulla falsità, sulle dicerie, su nulla di palpabile o dimostrabile ma arreca danni irreparabili. Ugualmente è facile seminare insicurezza e paura; come asseriva Hermann Göring: “L’unica cosa per rendere schiave le persone è impaurirle: Se riuscite a immaginare un modo per impaurire le persone potete fargli quello che volete”. In un modo o nell’altro le finalità sono disinformare e manipolare. Vengono, poi, affrontate le problematiche relative all’intelligenza artificiale ed ai software che interagiscono con l’essere umano.
Si passa, quindi, alle possibili armi per contrastare lo strapotere dei mezzi di comunicazione intossicati da chi ha interesse a disinformare. Via principale è l’educazione, ovvero un’azione pedagogica verso la popolazione, in particolare quella più giovane, dotata di minori strumenti di difesa a livello culturale e di controllo delle fonti informative. Un ruolo primario viene individuato nella scuola che dovrebbe formare la società del futuro. Si afferma, infatti: “L’educazione rappresenta la forma più economica ed efficace di difesa di una Nazione”.
Altro ruolo fondamentale è quello dell’intelligence quale strumento per la tutela dello Stato di diritto da ogni assalto esterno alle Istituzioni democratiche.
Si tratta di un saggio divulgativo, rivolto a tutti, non ad un pubblico di specialisti; per questo si articola con un linguaggio piano e con numerose spiegazioni per i non addetti ai lavori. Si immagina che la finalità sia quella di raggiungere un uditorio particolarmente ampio.