INTERVISTA RILASCIATA A “TELCO PER L’ITALIA 2024” DA LAURA DI RAIMONDO DIRETTORE GENERALE DI ASSTEL
Quando parliamo di TLC e di evoluzione tecnologica, non possiamo fare a meno di nominare il grande elefante nella stanza: l’intelligenza artificiale. Quale sarà l’impatto di questa tecnologia su tutta la filiera?
Partiamo dai dati. A livello globale negli ultimi anni il mercato IA è cresciuto rapidamente con un trend destinato a confermarsi nei prossimi 7 anni in cui si prevede una crescita media annuale del +34,9%. Nel settore delle Telecomunicazioni gli investimenti in IA sono in aumento: secondo un sondaggio condotto da NVIDIA su scala globale che ha coinvolto oltre 400 professionisti del settore delle telecomunicazioni, il 66% degli intervistati prevede che nel 2024 ci sarà un aumento del budget destinato all’infrastruttura IA e il 42% prevede di investire nella GenAI.
Le TLC sono strategiche in quanto abilitano la trasformazione digitale, grazie alla connettività e ai servizi digitali direttamente collegati. Le imprese della Filiera TLC, attraverso le proprie competenze distintive (progettazione, costruzione ed esercizio del sistema di reti più articolato del mondo, conoscenza delle necessità dei clienti per effetto della presenza diffusa sui territori, alta professionalità e competenze distintive nei nuovi trend tecnologici), sostengono da sempre i processi di innovazione e oggi, grazie alla progettazione e allo sviluppo di nuovi servizi digitali, possono rispondere alle esigenze di persone, imprese e PA in tutti i principali settori del sistema economico.
Le imprese della Filiera delle Telecomunicazioni hanno un duplice ruolo: da un lato, sono protagoniste nello sviluppo di tecnologie e piattaforme abilitanti per sistemi basati su IA in numerosi settori industriali (diffusione della banda larga, reti a bassa latenza, le piattaforme Edge cloud e IoT). Dall’altro, le imprese del Settore utilizzano queste tecnologie anche per ottimizzare i propri processi interni, migliorando la configurazione, lo sviluppo, la manutenzione in ottica predittiva e la sicurezza delle reti e dei sistemi, oltre a perfezionare il rapporto con i clienti.
Una ricerca di McKinsey ha messo in luce che, a livello globale, il settore TMT (Tecnologia, Media e Telecomunicazioni) è leader nell’adozione della GenAI nei contesti lavorativi.
Come si sta adattando il mercato del lavoro?
L’evoluzione tecnologica richiede un rapido adattamento del mercato del lavoro. È un tempo nuovo per il lavoro.
Sono convinta che abbiamo una grande responsabilità quella di alimentare la capacità di comunicare i vantaggi dell’IA a diversi stakeholder, tenendo conto dello scetticismo e delle preoccupazioni che ruotano intorno al suo impiego. L’apprendimento permanente si traduce, rispetto all’impatto dell’AI, nell’apertura al cambiamento e alla predisposizione a saper usare nuove tecnologie, ma anche a rende più facile e più immediato un approccio multidisciplinare e versatile.
La Filiera delle TLC cerca di anticipare le tendenze puntando a rafforzare le competenze trasversali, sviluppandole in ampiezza, non solo in profondità. Sempre più marcata sarà l’attenzione alle soft skills: infatti, se l’IA ci potrà supportare nel lavoro, garantendoci il rapido accesso alle conoscenze “hard”, dal canto nostro dovremo potenziare le nostre abilità personali, sociali e gestionali necessarie per governare i contesti aziendali. Tra queste spiccano, senza dubbio, la leadership collaborativa, il pensiero critico, la comunicazione efficace, l’adattabilità e l’apprendimento continuo.
Asstel ha recentemente aggiornato la mappatura delle competenze “a prova di presente e futuro” individuando 70 tematiche/ambiti nei quali le persone possono essere impiegate nel contesto lavorativo in evoluzione, le relative metodologie formative, la descrizione di massima dei contenuti formativi collegati, le conoscenze da sviluppare e la professionalità alla quale tale attività formativa conduce.
La mappatura delle competenze è stata condotta attraverso l’analisi del contesto, la rilevazione delle competenze presenti nelle realtà aziendali e l’introduzione degli strumenti di definizione del piano formativo necessario a superare il gap rilevato tra le esigenze del mercato e quanto disponibile in termini di competenze. La mappatura si è arricchita delle competenze legate al mondo IA e tra queste rientrano anche le figure del Prompt Designer e del Prompt Engineer, dotate della capacità di porre all’IA le domande giuste creando prompt appropriati che consentono una comunicazione efficace con il tool.
Le imprese della Filiera attribuiscono grande importanza al concetto di formazione certificata e permanente, che avrà un ruolo cruciale nel consentire un utilizzo efficace, efficiente e responsabile dell’IA consentendo alle persone di adattarsi ai cambiamenti anche in età adulta e alle aziende di abbracciare più agevolmente nuovi modelli organizzativi innovativi. Nell’ultimo biennio, quasi la totalità dei lavoratori della Filiera è stata coinvolta in attività di upskilling e reskilling per circa 6 giornate pro capite/anno.
Upskilling e reskilling doteranno le nostre persone di tutte le competenze tecniche necessarie per lavorare con l’IA e interagire efficacemente con sistemi avanzati, valorizzandone le capacità. Crediamo che, utilizzata nella giusta maniera, l’intelligenza artificiale non possa che portare vantaggi al lavoro, ma occorrerà attenzione e monitoraggio costante verso i suoi sviluppi e verso un apparato di regole che, a livello europeo e nazionali, si stanno configurando con l’obiettivo di non ledere i diritti di nessuno.
Come possono cooperare mondo imprenditoriale e sistema educativo?
L’IA riguarda davvero tutti e l’impegno verso la sua comprensione e applicazione non è più rinviabile: certo deve essere il frutto di una vasta collaborazione che parte dalla scuola, arriva dalle e nelle imprese, dotandosi di una “governance” tecnica e istituzionale di altissimo livello.
È necessario un impegno con una visione strategica a lungo termine nella scuola, negli Its Academy, nelle Università, soprattutto nelle materie STEM, – oggi fondamentali nel mercato – promuovendo un modello virtuoso di collaborazione tra sistema educativo imprese e lavoro che funga da volano per l’innovazione e l’economia e a vantaggio delle giovani generazioni, e soprattutto delle ragazze alle quali vanno offerte pari condizioni competitive.
Le Istituzioni, in tale contesto, dovrebbero supportare la Filiera semplificando le normative, promuovendo investimenti in ricerca e sviluppo e sostenendo la formazione nelle competenze digitali.
Come può agevolare il cambiamento il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro?
È partito da poche settimane il negoziato del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro delle Telecomunicazioni. Un percorso che procede nel segno della “trasformazione”, parola chiave che guiderà questo percorso insieme alle Organizzazioni Sindacali.
Trasformazione che richiede l’implementazione di nuovi modelli di organizzazione del lavoro, il rafforzamento e l’ampliamento delle competenze certificate dei lavoratori, il coinvolgimento dei giovani, che consentano lo sviluppo di azioni per promuovere nuove professionalità e nuovi mestieri: sfide su cui sono impegnate tutte le imprese TLC.
Questo processo si muove, peraltro, in uno scenario di mercato in cui l’Europa registra dinamiche di crescita inferiori alle altre grandi aree mondiali e l’Italia mostra un quadro particolarmente difficile, con una diminuzione dei ricavi significativa negli ultimi 13 anni che nel 2022, per gli Operatori TLC hanno raggiunto 27,1 miliardi di euro, il valore più basso di sempre, dato che si è stabilizzato nel 2023.
Anche nel 2023 – dopo aver fatto registrare nel 2022 un dato negativo del saldo di cassa (EBITDA-CAPEX) – la marginalità del settore continua ad essere assorbita dagli investimenti significativi e necessari allo sviluppo dell’infrastruttura e al supporto alla trasformazione digitale del Paese.
Alla luce del quadro di riferimento riteniamo che il CCNL TLC, attraverso un “Negoziato di Trasformazione”, debba continuare ad essere uno strumento moderno per supportare i processi di evoluzione di tutti i segmenti della Filiera TLC verso condizioni di miglioramento della competitività e della produttività intervenendo in particolare su quattro aree di sviluppo. La prima riguarda l’evoluzione del perimetro e del modello contrattuale in coerenza con l’evoluzione del mercato, in atto e la transizione delle imprese verso le nuove aree di sviluppo che sopra abbiamo citato.
La seconda guarda ad ampio spettro le trasformazioni del lavoro attraverso l’introduzione di un modello innovativo di classificazione del personale basato su famiglie professionali; il consolidamento del lavoro agile; lo sviluppo dei nuovi modelli di organizzazione del lavoro; la focalizzazione sulle competenze dei lavoratori attraverso percorsi di formazione certificati.
La terza riguarda la definizione di un’area distintiva nel Sistema contrattuale TLC utile a supportare la trasformazione e la sostenibilità complessiva delle attività di CRM/BPO con il duplice obiettivo di favorire, da un lato, migliori condizioni di competitività, produttività e qualità dei servizi offerti, dall’altro offrire una cornice contrattuale che possa essere sempre di più il riferimento per queste attività, contrastando fenomeni di dumping contrattuale che danneggiano imprese e lavoratori.
La quarta è rivolata alla valorizzazione delle azioni di intervento nell’ambito delle tematiche di inclusione, welfare, diversità ed equità per la realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile e dei principi ESG.
Siamo consapevoli che siamo di fronte ad una sfida significativa, ma dobbiamo avere il coraggio di intraprendere un percorso di evoluzione che accompagni le trasformazioni in corso.