Ci siamo sentiti raccontare che il Ponte sullo Stretto creerà migliaia e migliaia di posti di lavoro, che annienterà le distanze e favorirà commercio e turismo, che – soprattutto – non possiamo proprio farne a meno.
Al diavolo i timori per la staticità dell’opera, per il devastante impatto ambientale e paesaggistico, per i tempi di realizzazione e i conseguenti rallentamenti per l’intera durata dei lavori, per altre mille cose che vengono in mente a qualsiasi persona di buon senso.
Per fermare un simile scempio la cui realizzazione potrebbe mortificare persino la Salerno-Reggio, siciliani e calabresi potrebbero invocare la recente “autonomia differenziata” e dire al Ministro Salvini di andarsela a fare a casa sua. La costruzione.
Per innescare una reazione composta e, non spaventi il termine, democratica alla catastrofe ecologica e finanziaria cui si va incontro forse basterebbe la lettura delle clausole risarcitorie previste nei contratti in caso di “dietrofront” da parte dello Stato. A stipula avvenuta cosa accade se – preso atto della sostanziale inutilità della mastodontica scorciatoia verso la Sicilia – le Istituzioni rinsaviscono e bloccano la prosecuzione dell’iniziativa? Il committente (cioè noi che paghiamo le tasse) si ritroverà a pagare penali che vanno a dissanguare la casse erariali per indennizzare chi – preso un certo impegno – ha fatto investimenti e sostenuto spese.
A far sentire la sua voce è il Presidente dell’Autorità Nazionale Anti Corruzione che l’altro giorno in Commissione Ambiente ha segnalato l’assenza di un progetto unitario, la mancanza di un termine, la necessità di trasparenza dei costi… Le preoccupazioni di Giuseppe Busia – che ha due difetti bestiali, essere capace e perbene – sono sostanzialmente quelle di tutti gli italiani ancora lucidi. Il ponte potrebbe non essere mai completato, comportare oneri iperbolici, alimentare una catena di subappalti che rallegrano solo il crimine organizzato e così a seguire in una sfilza di pensieri che prudenza e ragionevolezza instillano in chiunque.
L’Amministratore delegato della società Stretto di Messina è serenamente di diverso avviso. Per il dottor Pietro Ciucci “Non ci sono dubbi sulla certezza delle fasi costruttive del ponte sullo Stretto, né indeterminatezza sui costi. Non c’è un rischio di incompiuta, il progetto è assolutamente fattibile ed è stato aggiornato nelle modalità previste per legge”. In pratica – a sentire chi in precedenza è stato Presidente dell’ANAS e qualcuno ricorda per essere stato indagato per il crollo del viadotto Scorciavacche – Giuseppe Busia avrebbe detto (visto che siamo in Sicilia) delle “minchiate”.
Purtroppo quest’anno l’8 dicembre cade di domenica e non ci sarà alcun ponte dell’Immacolata. Difficile quindi offrire un’alternativa al Ministro Salvini che un ponte lo vuole fare a tutti i costi….