Un barbaro e terribile attentato è stato perpetrato nei confronti di Donald Trump, candidato alla presidenza degli Stati Uniti d’America nel corso di un comizio elettorale. Fortunatamente, almeno in base alle notizie ed alle immagini ripetutamente fornite dalle televisioni, ha subìto soltanto una ferita all’orecchio.
Due o tre centimetri e forse avrebbe potuto perdere la vita. A lui tutta la solidarietà umana e politica perché le campagne elettorali sono scontri politici, non bellici. L’attentatore, un giovane ventenne, ha sparato da circa 130 metri con un fucile di precisione ed è stato immediatamente ucciso da uno dei cecchini che erano sul posto. Avere una arma simile negli Stati Uniti non rappresenta un reato ed è quasi la normalità.
Ora immaginiamo un giallo di fantapolitica.
Il giovane attentatore ha sparato, sì con un fucile di precisione ma era molto allenato ed addestrato a colpire a distanza un bersaglio non facile poiché contorniato da molte persone sul palco dove parlava ed in movimento, ancorché limitato. L’attentato a Trump, con quasi certezza, porterà voti al candidato repubblicano. Ci si potrebbe domandare cui prodest? Del ragazzo verranno fornite informazioni sicuramente depurate da verità non pubblicabili.
Abbiamo un Presidente della Russia che, apertamente e con parole più che chiare, esalta la figura di Trump e “tifa” per lui. Sicuramente, da tempo, ha in atto una campagna di supporto a lui con l’ausilio di hackers, troll, fake news, disinformazione, intossicazione, propaganda occulta e molto altro.
Nel suo disegno in favore del candidato repubblicano potrebbe essere stato studiato un gesto estremo, ancorché molto rischioso, ma potrebbe valerne la pena di azzardare il tutto per tutto, considerato che la vita in gioco non è la sua.
Da mesi, uomini e donne dell’FSB (il Servizio Segreto russo, l’ex KGB) agganciano un giovane, acceso antirepubblicano, con idee bellicose. Lo convincono, con metodi che colpiscono e manipolano a fondo la sua psiche, forse con denaro e promesse varie, che compiere un attentato contro il candidato alla presidenza per i Repubblicani è il solo modo per salvare gli Stati Uniti, la sua Patria democratica. Lo addestrano all’uso del fucile di precisione, sì perché colpire a 130 metri non è proprio alla portata di chi ha acquistato il giorno prima l’arma in un negozio: sia per capacità addestrative, sia per freddezza.
Gli dicono di non ucciderlo ma ferirlo perché il gesto sarà grandioso ed avrà un effetto devastante a livello mondiale, diverrebbe l’idolo dei democratici e li condurrebbe alla vittoria. La morte del candidato potrebbe scatenare una guerra civile che l’acceso antirepubblicano non può auspicare, perché di ciò è stato convinto dagli agenti presentatisi non certo come personale del FSB.
Gli uomini del Servizio segreto russo sanno benissimo che l’attentatore verrà ucciso ma non lo deve capire il ragazzo al quale saranno state promesse incolumità, gloria e quanto di più allettante per la sua psiche da loro accuratamente studiata e manipolata. Con la morte del giovane ogni traccia viene cancellata, non può essere interrogato o parlare. Eventuali indagini successive, non certo facili e veloci, potrebbero difficilmente giungere a questa valutazione ma senza prova alcuna. Gli agenti dell’FSB sarebbero ormai lontanissimi, ammesso che la loro identità e ruolo potessero essere accertati. Si dovrebbe aprire un caso diplomatico che potrebbe condurre allo scontro tra le due superpotenze e gli USA non ne avrebbero certo la voglia.
Trump, fortunatamente scampato, ne trarrà sicuramente dei benefici se non la certezza di una rielezione. Perché entrare in una lotta senza quartiere, cioè una guerra, sicuramente nucleare, contro chi, con metodi rischiosissimi e discutibilissimi, alla fine lo ha aiutato? Se eletto ogni indagine in tal senso verrebbe obnubiliata.
Stiamo parlando di pura fantapolitica ma sicuri di poterla escludere del tutto od in parte?