Il “bello” della catastrofe tecnologica di venerdì scorso deve ancora venire. Non è qualcosa di indefinito come i disagi e le incazzature che hanno fatto impennare i tassi di blasfemia in giro per il mondo.
Il “Day After” è certo peggio dell’esplosione nucleare virtuale che ha sconvolto il mondo. La disperazione per i “blue screen” che palesavano la morte clinica dei computer di mezzo pianeta si materializza facilmente nelle conseguenze finanziarie dell’accaduto.
Il semplice dire che la paralisi ha riguardato milioni e milioni di PC non rende l’idea. Diversa è la quantificazione del disastro prendendo in considerazione le conseguenze più facilmente monetizzabili come gli oltre 5000 voli di linea cancellati, dove anche un bimbo riesce a calcolare il numero dei passeggeri e il prezzo dei relativi biglietti, totalizzando il costo vivo dei semplici rimborsi al netto dei danni che ciascun mancato trasportato potrà provare di aver subito.
Se si pensa che sono state interrotte le attività del commercio elettronico, dalle operazioni di vendita alla consegna dei pacchi, e si conosce il volume d’affari di quell’universo si possono rapidamente fare due conti…
Fatturato, tempo e produttività del personale sono parametri difficilmente sindacabili da chi dovrà mettere mano al portafogli per indennizzare le vittime finali di questo scempio.
Solo l’elenco dei settori colpiti – che non esclude i servizi essenziali come trasporti, sanità e finanza – è sufficiente per disegnare i contorni di una Waterloo imprenditoriale per i Napoleone della cybersecurity.
A guardar bene solo gli oneri legali potrebbero far vacillare Crowdstrike perché la pioggia di cause e di class action si profila di portata biblica. Nemmeno un immaginario avvocato Noè potrebbe portare in salvo l’azienda responsabile minacciata da un simile diluvio.
Chi ha causato questa tragedia probabilmente confida nelle clausole contrattuali, magari congegnate per sfuggire ad un redde rationem che sarebbe fatale. I legali, sull’uno e sull’altro fronte, sono già al lavoro e ci si aspetta duelli all’ultimo sangue. Se qualche clausola o appendice scritta in caratteri di dimensione infinitesima potrà liberare Crowdstrike da una impressionante emorragia finanziaria, le considerazioni sul suo conto già suonano come condanne tombali.
Molti clienti potranno aver difficoltà a passare a diverso fornitore di sicurezza informatica, ma la concorrenza si è subito messa al lavoro per offrire soluzioni in grado di rimpiazzare agevolmente il prodotto e i servizi all’origine dell’Apocalisse.
Se i risarcimenti toccheranno (totalmente o in parte) a chi non immaginava “contratti blindati” a vantaggio del fornitore, i tribunali saranno affogati da valanghe di contenziosi. Sul piatto rimane comunque la reputazione aziendale che risulta drammaticamente compromessa.