L’amministratore delegato della società produttrice del software che ha paralizzato il mondo è stato convocato dal comitato per la sicurezza interna della Camera che ha richiesto una sua testimonianza pubblica.
La lettera di invito è stata firmata da Mark E. Green, presidente del comitato in questione, e Andrew R. Garbarino, presidente del sottocomitato per la sicurezza informatica e la protezione delle infrastrutture.
Il signor Kurtz deve presentarsi entro le 17 di oggi (ora locale, Eastern Time) per dare la sua versione dei fatti e – soprattutto – per fornire spiegazioni sul drammatico incidente provocato dal programma della sua azienda.
Visto il casino che ha combinato al trasporto aereo internazionale, sono in molti ad augurarsi che il top manager voli da Austin a Washington DC utilizzando una compagnia di linea che assicuri il volo, visto che Delta Airlines – ad esempio – ha lasciato a terra i passeggeri di più di cinquemila voli da lunedì.
La missiva redatta dal Comitato non si dilunga in frasi di circostanza ma, anzi, calca la mano sul “più grande blackout informatico della storia” che in meno di un giorno ha bloccato “aviazione, sanità, banche, media e servizi di emergenza”.
Secondo i parlamentari l’impatto completo del blackout deve ancora essere determinato e potrebbe non esser mai quantificato in modo preciso.
Nella loro epistola Green e Garbarino hanno elencato – tra le conseguenze dell’aggiornamento non funzionante – le migliaia di voli commerciali cancellati solo negli Stati Uniti, le interruzioni dei call center di emergenza e l’infinità di interventi chirurgici rinviati a data da destinarsi.
La preoccupazione di fondo è che i criminali possano approfittare (e lo stanno già facendo) della baraonda in corso e che le condizioni di precarietà possano protrarsi per settimane.
Se è vero che il disastro non è stato determinato da un attacco, è altrettanto planare che questo caos rende fertile il terreno per qualsivoglia tipologia di aggressione.
Pesano (e non poco) le pernacchie piovute da Russia e Cina, dove Crowdstrike non avrebbe una presenza significativa di installazioni e dove – quindi – non ci sarebbero stati disagi di sorta alla faccia di un Occidente massacrato digitalmente.
Cosa andrà a raccontare mister Kurtz al Comitato? Si presenterà come John Belushi nel tunnel fangoso dinanzi alla mancata sposa e invocherà la clemenza degli astanti narrando la strepitosa e immortale storia delle cavallette?
Si tratta di capire se l’audizione sarà davvero pubblica oppure se i passaggi più salienti verranno secretati. I curiosi devono avere pazienza, un po’ come le vittime di questa sciagura che ancora si dannano per ripristinare una solida condizione di normalità…
Il colosso finanziario italiano ha inflitto alla clientela una serie di disagi di origine informatica e lo ha fatto per cinque volte in una trentina di giorni.
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