Immagino l’imbarazzo della scelta che ha afflitto i guru del marketing assoldati da Webuild per reclamizzare un’imponente opera al centro di tante ragionevoli polemiche e legittime perplessità.
Mi vedo un trust di ideatori in gran fermento che spreme le meningi per individuare il testimonial ideale, la persona capace di incarnare i valori che sono alla base di una vera e propria impresa cui la diffidenza popolare rema contro.
Me li figuro gomiti sul tavolo e pugni sulle tempie a rimuginare, concentrati nella selezione di un personaggio che raffiguri la determinazione a tutti i costi, la capacità di non arrendersi dinanzi anche alle più ritrite difficoltà.
Mi rendo conto – visto il gran parlare della presunta inutilità di un Ponte sullo Stretto e dei potenziali rischi di una simile edificazione – che non è facile trovare il soggetto che – a colpo d’occhio – renda l’idea della possibilità di farcela a dispetto dei più funesti pronostici.
Apprezzo quindi il sacrificio dei “creativi” (nel cui novero mi sarebbe tanto piaciuto essere incluso) e ne comprendo le difficoltà gestatorie. E’ un parto difficile. Non ci sono dubbi.
Il contesto irto di oggettive difficoltà tecniche è aggravato dalle ignobili maldicenze sul Ministro competente, bersaglio inerme di feroci campagne diffamatorie che gli attribuiscono una ridotta capacità di portar fortuna e accoppiano sue espressioni troppo spontanee a fortuiti eventi dall’esito non proprio coincidente con i desiderata.
Gli esperti di comunicazione hanno ben presenti i “must” della campagna pubblicitaria: Audacia, Perseveranza, Resilienza, Tenacia e Passione.
Il team si è messo subito al lavoro sul primo termine e impenitenti voci goliardiche narrano lo sforzo di abbinare l’ “audacia” alla naturale predisposizione a mettersi subordinatamente a disposizione. Il gesto dell’ “inchino” era certo il più appropriato e il fondamentale ausilio dell’intelligenza artificiale aveva portato ad identificare chi aveva saputo coniugare al meglio tali caratteristiche lasciando la più memorabile impronta per un “popolo di navigatori” come quello del nostro Paese.
Il risultato è stato subito scartato.
L’immagine sfornata dalla AI è finita rapidamente nel cestino, un po’ perché il protagonista non era donna e si volevano evitare discussioni cromosomiche, un po’ perché non aveva partecipato alle Olimpiadi in quanto “professionista”.
L’allontanamento dal “campo di gioco” è stato però ritenuto un ingrediente ineludibile, senza temere l’appropinquarsi di un emulo del Comandante De Falco che urlasse “risalga la biscaglina” o “torni sul ring” seguito da quel punto esclamativo scritto “ca**o!”
E’ così che quasi certamente l’ispirazione ha portato a trovare la persona giusta che – ovviamente – è subito finita nel tritacarne degli “odiatori social” che non conoscono l’eternità di 46 secondi…
Ma la cattiveria degli utenti della Rete non si è certo fermata lì.
I soliti leoni da tastiera sono andati persino a cercare il ponte di Braila, costruito da Webuild in Romania, giusto per trovare uno spunto per criticare l’operato di una holding che finalmente ci permetterà di arrivare in pochi minuti a Messina e di metterci serenamente in coda sulle strade locali sull’altro lato dello Stretto senza le solite fastidiose attese cui costringevano i traghetti.