La spiegazione del misterioso affondamento l’ha data pacatamente l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, già Capo di Stato Maggiore della Marina Militare. Sono bastati i portelloni aperti per imbarcare acqua e far colare a picco la gigantesca Bayesian.
Conversando con il caro amico – per me guru della diportistica – Giorgio Settomini, nel dar ragione al vecchio “Capo di Marina”, si è discusso del favoleggiare sul naufragio e di come le ipotesi più elementari vengano sommerse – è il caso di dirlo – dall’onda alta delle chiacchiere a vanvera o dallo tsunami di teorie più cervellotiche.
Una delle prime lezioni per chi vuole andare per mare è quella – in caso di tempesta – di “mettersi alla cappa”, riducendo al minimo la velatura, lasciando in coperta solo chi deve governare l’imbarcazione, “chiudendo tutto” e facendo rintanare equipaggio e ospiti sotto coperta, evitando di far entrare acqua nello scafo che, se abbondante, può pregiudicare la stabilità e addirittura il destino del veliero.
Determinate raccomandazioni il comandante neozelandese James Cutfield deve averle dimenticate, mescolando il delirio di onnipotenza e la codardia che spesso caratterizzano prima gli incidenti e poi l’abbandono della propria nave….
I postumi di una atmosfera eccessivamente festosa per un party a bordo conclusosi poche ore prima pongono in secondo piano il timore di un possibile cambiamento delle condizioni meteorologiche. La Bayesian a quanto pare è aperta come in una giornata di pieno sole e mare piatto…
Il maltempo arriva, prevedibile per i bollettini e rilevabile con anticipo con le sofisticate dotazioni di bordo. Il seguito della storia è fin troppo noto e l’allagamento fatale è plausibile eccome.
Non è un evento impossibile o semplicemente improbabile.
Il Comandante Settomini mi ha fatto ricordare una tragedia del mare di quasi sessant’anni fa, il drammatico affondamento dell’ “Orsa Minore” il 29 marzo 1966. Era un’imbarcazione per lo sport velico con cui la Marina partecipava a competizioni che evidenziavano la grande professionalità dei suoi ufficiali. Quel 9 metri e 40 costruito dai Cantieri Sangermani di Lavagna, mentre partecipa alla prestigiosa regata “Giraglia” viene inghiottito dai flutti in circostanze mai rese note perché i risultati dell’inchiesta vengono secretati. Il “cutter” con lo scafo in legno – al comando il Tenente di Vascello Riccardo Gorla, velista straordinario e istruttore alla prima classe dell’Accademia Navale di Livorno, probabilmente è sprofondato per un boccaporto non perfettamente chiuso: arriva una raffica di vento molto forte e spinge un’ondata che spazza la coperta dell’imbarcazione e allaga lo scafo…
Il Bayesian non era la povera Orsa Minore. Sette volte più lunga, mille volte più robusta, non stava gareggiando e sfidando il Tirreno nel buio più pesto. La strumentazione di bordo garantiva di conoscere le variazioni meteorologiche con anticipo ben sufficiente per comandare la chiusura automatizzata dei portelloni che invece si sono trasformati in imbuto…
La mancata adozione delle più basilari iniziative di sicurezza potrebbe essere la causa della disgrazia. Una dozzina d’anni fa la mancata applicazione del buon senso fu sufficiente ad innescare l’ “inchino” a ridosso dell’isola del Giglio, a provocare la morte di 32 persone, a causare danni indimenticabili ma forse dimenticati…
Per decenni abbiamo sentito ripetere che “Quando c’era lui” i treni viaggiavano in perfetto orario. Chissà per quanto tempo (censure permettendo) sentiremo dire che “quando c’era lei” i...
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