Nell’inverno del 2019 le cose stavano radicalmente cambiando nella popolosa città di Wuhan. Questa città di oltre 6 milioni di abitanti è passata alla storia non per i suoi pittoreschi laghi e parchi o perché attraversata dal fiume Azzurro e dal fiume Han, ma per il suo laboratorio di ricerca virologica e per un mercato di animali vivi.
Nel dicembre del 2019 vengono segnalati dei casi di polmonite atipica e tre scienziati del laboratorio vengono ricoverati con sintomatologie non chiare. I dati cinesi non sono completi e non si conoscono tutt’ora i risultati delle analisi ematiche di questi primi pazienti.
Nel frattempo, gli scienziati europei e americani sono in allarme e fitti scambi di mail si susseguono segnalando la possibilità di una nuova “Aviaria”.
Negli Stati Uniti si mobilita la NIH, National Institute of Health, diretto dal Prof. Collins una figura di grande rilievo nella comunità scientifica che guidò il team di ricercatori che ha decifrato il genoma umano. All’interno di NIH lavora in posizione di grande rilievo ed influenza il Prof Fauci, Direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID), famosissimo per la sua battaglia contro l’HIV.
Le corrispondenze via mail tra questi scienziati ed altri, tra i quali il Prof. Garry e il Prof. Andersen, sono molto fitte e numerose.
Da alcune di queste mail private (il 2 Febbraio 2020 il Prof Garry si diceva convinto che questo virus non poteva provenire da una naturale evoluzione) si evince che la convinzione di questi scienziati fosse che il virus avesse le sue origini dal laboratorio di Wuhan.
L’NIH aveva finanziato, dal 2015, degli esperimenti presso questo laboratorio; esperimenti che a detta di Fauci non riguardavano quelli di “guadagno di funzione” ( in virologia, il guadagno di funzione (gain of function) consiste nel produrre, su un organismo in laboratorio, delle modificazioni genetiche, chiamate anche mutazioni attivanti, in grado di determinare l’acquisizione di una nuova funzione o il potenziamento di una preesistente).
Siamo nel Febbraio 2020 ed ormai la consapevolezza che ci si trovi di fronte ad una pandemia è consolidata. Il 9 Marzo 2020 l’Italia va in completo lock down e l’11 Marzo l’organizzazione Mondiale della Sanità dichiara ufficialmente che la diffusione nel mondo del Covid 19 è una pandemia.
Nel bel mezzo di tutto questo caos, il 17 marzo, su “Nature medicine” una quotata rivista scientifica, esce un articolo (nella sezione opinioni, e dunque senza seguire il normale iter di una pubblicazione scientifica) dal titolo: “The proximal origin of SARS-CoV-2” a firma di alcuni scienziati, tra cui il Prof Garry e il Prof. Andersen, nel quale si affermava con granitica certezza che tale virus aveva avuto origine da una mutazione genetica naturale.
Il pipistrello era l’origine e poi attraverso un ulteriore passaggio attraverso un altro animale ospite si sarebbe diffuso nell’uomo. Uno strabiliante quanto veloce cambiamento di opinione considerato che qualche settimana prima, in privato, veniva detto l’esatto contrario.
Il 18 giugno del 2024, nel corso di una audizione al Senato americano del Comitato di Sicurezza Nazionale, in cui era presente anche lo stesso Prof. Garry, il Senatore Johnson ha mostrato le 50 pagine di un documento contenente le mail intercorse tra il Prof. Fauci e Garry ed altri che però come il Senatore ha mostrato in aula, sono “sbianchettate” e non leggibili in quanto coperte da segreto.
Segreto che ancora permane nonostante più volte il Senato americano abbia richiesto la sua rimozione.
Ma torniamo per un attimo al 17 marzo del 2020 e cioè quando uscì l’articolo di Garry e Andersen: questo articolo e la campagna mediatica che l’NIH nelle sue varie componenti hanno diffuso ha di fatto messo fuori gioco chi ancora si domandava da dove questo virus fosse venuto: laboratorio o diffusione naturale?
Bene, dopo il 13 marzo solo una teoria rimase sul campo ed assurse a verità scientifica: la naturale diffusione dal pipistrello, e dal mercato di animali vivi a Wuhan. Chi provava ad argomentare, nella comunità scientifica, la possibilità di un’origine da laboratorio veniva emarginato e sbeffeggiato. Qualcuno ha perso i fondi ed il lavoro per questo.
Il Prof. Garry tra il 2020 ed il 2022 ha ottenuto invece ben 25,2 milioni di dollari di fondi. Chiunque nel mondo dei media avesse posto in discussione la teoria preminente sarebbe stato accusato di complottismo. Stessa cosa per ciò che avveniva in rete dove veniva applicata una sistematica censura con la scusa delle fake news.
Ma in realtà esiste la prova certa che il virus Covid 19 si sia trasmesso per vie naturali oppure per una fuga di laboratorio? Quale delle due tesi è quella giusta e soprattutto vera?
In realtà ad oggi la pistola fumante, che possa far dire con certezza chi sia l’assassino come nei migliori romanzi gialli, non è stata ancora trovata. La Cina si è chiusa a riccio e molte informazioni su ciò che veniva condotto nel laboratorio di Wuhan non sono mai state rilasciate.
È noto che il laboratorio stava effettuando dei test sui virus Sars dei pipistrelli e che le misure di sicurezza del laboratorio erano di livello 2, (guanti e mascherine) dunque molto basse e decisamente insufficienti per questo tipo di esperimenti. Gli Stati Uniti non avevano un controllo puntuale circa gli esperimenti condotti con i loro fondi. Nel dicembre del 2019 il laboratorio passò del tutto inaspettatamente sotto il controllo militare cinese.
A tutt’oggi non è stato trovato l’animale che avrebbe dovuto fare da ponte tra il pipistrello e l’uomo, nonostante siano stati testati oltre 90.000 animali nessuno dei quali è risultato affetto da sars 2. Non ci sono test effettuati nel laboratorio (o almeno Wuhan non ha mai rilasciato nessuna informativa) ma solo al mercato dove la positività registrata poteva essere causata successivamente ad uno “spill over” da laboratorio.
Inoltre, la popolazione di pipistrelli da cui si poteva diffondere la Sars si trova a 1500 km da Wuhan, nello Yunnan: perché dunque la Sars si sarebbe sviluppata così lontano dal suo naturale punto di accumulo? Da Yunnan sono stati presi però i pipistrelli per condurre i test da laboratorio a Wuhan.
Molti, dunque, i quesiti da risolvere ed ora, dopo 4 anni di chiusura, lo stesso Fauci ha ammesso che non si può escludere nulla.
La comunità di intelligence americana è ugualmente divisa: l’FBI propende per la fuga da laboratorio mentre la CIA per l’evoluzione naturale.
Dunque, dopo 4 anni siamo ancora senza una risposta definitiva e quello che rimane è la sgradevole sensazione che pressioni, in un modo o nell’altro, siano state esercitate per orientare l’opinione pubblica verso una soluzione piuttosto che un’altra.
E questo ha gravi conseguenze per il futuro. Intanto perché i laboratori che fanno questi esperimenti “gain of function” sono scarsamente regolati e data la pericolosità degli esperimenti che svolgono dovrebbero essere trattati alla stregua delle bombe atomiche.
Negli USA, ad esempio, solo i laboratori che ricevono fondi pubblici sono soggetti a verifiche mentre quelli che ricevono fondi privati rispondo solo a regolamenti “best practice” piuttosto generici. Gli altri laboratori sparsi per il mondo rispondono solo alle regolamentazioni nazionali, ma non esiste un organo di controllo sovrannazionale come appunto nel caso del nucleare civile (AIEA, Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica).
Ci sono già dei regolamenti specifici sui test da laboratorio sui soggetti umani, sugli embrioni, sugli animali vertebrati, ma non ci sono sui virus. E questo ha dell’incredibile.
Dunque, è probabile che si siano persi 4 anni nel ricercare le cause di uno dei più straordinari eventi degli ultimi decenni, che ha causato 20 milioni di morti ed effetti postumi sulla popolazione come il “long covid” che continua a mietere vittime; al mondo la pandemia è costata oltre 25 trilioni di dollari.
Sarebbe forse stato più opportuno agire con maggiore trasparenza fin dall’inizio mentre abbiamo visto che i due principali attori, Cina ed USA hanno fatto esattamente l’opposto di quello che si può definire un atto di onesta scienza.