Periodicamente l’attenzione dei “media” si concentra sul litorale campano e trova nell’area vesuviana occasioni straordinarie che affascinano il mondo intero.
Ogni ritrovamento riesce a strabiliare l’umanità, sempre più inaridita dai social network e sempre più distante dal fascino di tracce profonde che il tempo non riuscirà a cancellare.
Da giorni si sta scavando a Pompei e ogni piccola novità sta tenendo in tensione anche quel popolino solito lasciarsi incantare dal gossip e invece adesso curioso di conoscere ogni dettaglio di fatti ed eventi destinati ad incastonarsi nella storia.
E’ la prima volta che non si devono rimuovere i sedimenti calcarei di cenere e lapilli e gli archeologi hanno dovuto mettersi da parte riconoscendo la particolarità della missione in corso.
Sotto ad un cumulo di rappresentazioni grafiche pubblicate su “Instagrammus” (antenato dell’odierna piattaforma digitale che ne ha mutuato il nome) e incise in bassorilievi che narrano le vicende pubbliche dell’epoca quasi fossero un preludio della stampa dei nostri tempi, stanno affiorando delicatissimi scritti vergati manualmente su superfici vitree.
Piccole tavolette di forma rettangolare riportano conversazioni avvenute con un bizzarro sistema chiamato “Quid Accidit”, che qualcuno si azzarda a paragonare a quel “WhatsApp” che è presente sugli smartphone contemporanei.
Frammenti di riproduzioni in scala di documentazione sembrano destinati a consentire la ricostruzione di eventi di rilevanza pubblica. Gli studiosi non riescono a comprendere la presenza di tali reperti in una zona lontana dai palazzi del potere dell’Antica Roma e fuori dal contesto istituzionale in cui avrebbero dovuto essere rinvenuti.
La natura della scoperta ha messo fuori gioco anche gli scienziati tradizionali e – complici le serie televisive come CSI – ha innescato il desiderio popolare che a scendere in campo siano il Commissario Montalbano o il Sostituto Procuratore Imma Tataranni.
Le immancabili malelingue sono convinte che gli elementi informativi emersi nelle ultime ore assumano un rilievo giudiziario che potrebbe distrarre il pubblico dalla dolorosa constatazione che l’estate sta finendo.
Ma dopo mille meraviglie riaffiorate nei secoli, quale sarebbe lo scoop?
Sotto all’inconsueto materiale appena descritto sarebbero stati ritrovati in perfetto stato di conservazione due protagonisti di quella che sarebbe stata un’epopea leggendaria. Indiscrezioni parlano di una appariscente donna bionda e di un imperturbabile uomo non molto alto di statura, che sembrano essere le stesse persone dipinte e scolpite in quel che è saltato fuori nel corso delle ricerche.
I riflettori non sono destinati a spegnersi perché pare che ci si trovi dinanzi alla scoperta più clamorosa da quando nel 1748 Roque Joaquín de Alcubierre fece riaffiorare Pompei, quella che Checco Zalone pensava fosse “un verbo al passato” e invece è oggi indicativo presente. Molto indicativo.