Tutti hanno visto, qualche volta, un quadro raffigurante San Sebastiano trafitto per celebrare il suo martirio. Grandi pittori come Caravaggio, Mantegna, Antonello da Messina, Botticelli hanno diversamente interpretato e celebrato quel corpo seminudo con frecce conficcate nel suo torace.
Chissà se un giorno qualcuno immortalerà il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, colpito da frecce o da bocce o da post su instagram in un famoso dipinto. Ai posteri il privilegio, forse, parafrasando Dante Alighieri, “dalla cintola in su tutto il vedranno”.
Veniamo alla triste realtà. Non c’è molto da aggiungere a quanto è da giorni riportato su tutta la stampa e ripetuto dai telegiornali di ogni orientamento.
Persino le testate giornalistiche maggiormente legare alla destra e prone ad ogni ordine governativo non si sono potute esimere dal dire il vero sulla miserevole vicenda che ha visto coinvolto l’ex direttore del tg2, approdato nelle file governative.
Come Ministro della Cultura si è distinto per la sua strabiliante cultura nazionale e non. Per chi non ricorda, non per affondare il coltello nella piaga, ha definito Dante Alighieri un pensatore di destra (forse i guelfi di parte bianca erano seguaci di Mussolini?), Cristoforo Colombo si ispirò agli studi di Galileo Galilei (nato 113 anni dopo), Times Square è a Londra e non a New York.
In occasione del premio Strega, membro della giuria, ha candidamente fatto capire di non aver letto i libri che doveva giudicare. Chissà quante altre gli hanno evitato i membri del suo staff.
Ci ha poi magnificato con una confessione in diretta in merito alla sua relazione extraconiugale condita con lacrime, forse per toccare il cuore di tanti amanti segreti.
Chi parla di televisione di governo o telemeloni viene accusato di complottismo o peggio. Cosa è altrimenti abusare di oltre quindici minuti, dopo il telegiornale serale, per raccontare una sua vicenda personale e per discolparsi avanti agli italiani? Il luogo costituzionalmente e politicamente previsto è il Parlamento.
Chi lo ha obbligato a ciò, sostanzialmente ad umiliarsi, quasi a bere la cicuta o, più realisticamente, un bel bicchiere di olio di ricino? Quel tempo è pagato dagli italiani con il canone televisivo. Se non è questo uso privato!
I titoli di apertura di questi giorni, si ripete, anche quelli della destra governativa, lo hanno messo alla berlina, per essere delicati. Anche a San Gregorio Armeno sono spuntate le statuette con le lacrime di Sangiuliano.
A monte di tutto vi è la figura della dott.ssa Maria Rosaria Boccia, originaria di Pompei, assurta agli onori delle cronache poiché il Ministro della Cultura Sangiuliano le aveva promesso di nominarla Consulente per i grandi eventi, anche in concomitanza del G7 della cultura.
Il caso non è solo domestico, nel doppio senso di nazionale e di mura casalinghe; ma anche internazionale. La Boccia ha visto documenti classificati o qualcosa in genere che non avrebbe dovuto vedere nella sua attuale veste di Signora nessuno, in quanto non Consulente del Ministero dei Beni Culturali? Era di casa al Ministero ed in Parlamento, dove non è certo entrata con sotterfugi o la forza.
Il contratto della dott.ssa Boccia è stato bloccato dall’Ufficio del Bilancio del Dicastero Cultura, nonostante le rassicurazioni del Ministro e del suo Capo di Gabinetto. Una “manina” o una “vocina” ha suggerito di bloccare la nomina? Od è stato l’epilogo di un diktat familiare?
Come tutti titolano e sostengono il Ministro Sangiuliano è ricattato dalla dott.ssa Boccia. La donna replica con non certo delicati post su instagram che le fanno aumentare vertiginosamente i suoi like e, quindi la sua fama.
Le sue interviste denotano una sicurezza invidiabile per chi non è una figura celebre e navigata agli insidiosi trabocchetti verbali delle interviste.
Giungono poi le dimissioni del Ministro Sangiuliano che definisce quanto riferito unanimemente dalla stampa, anche quella solitamente amica: “cariche di odio nei miei confronti da parte di un certo sistema politico-mediatico”.
Dopo aver ringraziato il Presidente del Consiglio ed avere autocelebrato il proprio lavoro, definendo tutto “gossip”, ha lanciato non velati avvertimenti di volere intraprendere azioni legali a sua tutela e, giustamente, voler pensare alla famiglia.
Si sente danneggiato ma egli si chiede quale danno ha procurato al suo ex Governo ed all’immagine dell’Italia nel mondo? Solo fake news, come afferma?
Possiamo pensare anche ad una versione più subdola.
Il Ministro Sangiuliano potrebbe aver detto al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, se non mi difendi parlo di cose sconvenenti, che sicuramente potrebbe conoscere se dovessero esistere, e ti metto nei guai con un sicuro rimpasto di Governo. Rimpasto certo non auspicabile in vista di una manovra che si prevede di “lacrime e sangue”.
Intanto il Ministro Sangiuliano le lacrime in diretta le ha messe e forse anche il sangue considerata la vistosa ferita in testa che i truccatori televisivi non sono riusciti a mascherare molto.
Il Presidente del Consiglio potrebbe non avere accettato queste parole e lo ha invitato a dimettersi. In due ore è stato sostituito, compreso giuramento al Quirinale, certamente tutto era già programmato da qualche giorno. Il piano B era pronto.
Pensare che il 14 giugno scorso il giornalista Fabrizio Roncone aveva previsto che Alessandro Giuli avrebbe sostituito Sangiuliano. Il caso Boccia non era ancora nell’aria. Sfera di cristallo o trabocchetto tutto a destra già programmato?
Che abbia pagato tutto di tasca sua possiamo e vogliamo non metterlo in dubbio ma ci si può fidare di chi ha trattato, per il suo incarico, anche qualcosa di riservato se si lascia andare del tutto con una persona da poco conosciuta?
Non è morale per la sicurezza pubblica; per la parte intima ognuno ne risponde in privato. Ad un giorno dalle dimissioni è partita la macchina del fango di una destra sessista e misogina, orchestrata per difendere l’indifendibile.
In tutto questo le maggiori sofferenze sono quelle della moglie e della famiglia che si trovano al centro di un lavaggio di panni sporchi intimi di fronte al popolo italiano.
A loro va la grande comprensione e la indiscussa vicinanza umana di tutti.