L’autore è un giornalista ben introdotto e con una vasta esperienza in Cina.
Come moltissimi affermano la Repubblica Popolare Cinese sta invadendo i mercati mondiali penetrando, con una ben mirata strategia, le aree economiche e politiche di interesse. I loro investimenti ed i rapporti commerciali sono dilagati in tutti i continenti.
Il testo, pur non tralasciando gli aspetti di natura internazionale, privilegia la penetrazione cinese in Italia analizzandone tutte le sfaccettature: economia, politica, traffici illegali, intelligence. Un quadro esaustivo per un approccio ragionato e realistico della problematica che consente di chiarire non pochi aspetti della nostra situazione nazionale.
Preliminarmente va compreso che in Cina tutto è sotto lo stretto controllo del Partito Comunista Cinese, (il PCC). Il suo leader, Xi Jinping, ha in mano tutte le leve del potere politico, economico, dell’intelligence e di ogni possibile sfaccettatura del complesso apparato cinese.
Il sistema di influenze e condizionamenti, di cui è oggetto di attenzione anche il nostro Paese, è in mano al “Fronte Unito” che ha le funzioni di mantenere il partito al potere, rafforzare il potere nazionale globale della Cina, difenderne la sovranità e garantire un ambiente esterno favorevole.
All’apparenza sembrano linee guida di un qualsiasi Paese. Di fatto sono direttive strategiche di penetrazione, portate a termine prevalentemente con metodologie illecite all’estero e di controllo interno su ogni attività e comportamento dei cittadini.
I cinesi sono maestri, da sempre, nell’arte della manipolazione di quanto viene dagli altri percepito. I leader cinesi si sentono degli “eletti”, nel senso di “scelti dal cielo”.
In Italia si sono dotati di una forza di polizia che inizialmente collaborava con le nostre Forze dell’Ordine ma che, di fatto, lasciata la cooperazione attiva, prosegue il lavoro clandestinamente. I cittadini cinesi in patria e nel mondo vengono condizionati e ricattati in modo continuo.
Le minacce di ritorsioni verso familiari e parenti residenti in Cina sono una leva formidabile per costringere chiunque ad obbedire ad ogni richiesta: non ci si può esimere se non correndo grossi rischi. Benché ufficialmente non se ne parli molto la repressione contro la minoranza mussulmana degli uiguri nella regione dello Xinjiang è quanto mai feroce.
Un’opera di penetrazione capillare e diffusa in tutto il mondo viene supportata da una efficientissima macchina che sforna fake news attraverso ogni possibile canale di comunicazione interno ed internazionale, social in testa, comprese la chat GPT e l’intelligenza artificiale.
Hanno un particolare canale, denominato “spamouflage”, ovvero spam camuffato, che ha il compito di diffondere notizie false, teorie di complotti su ogni tema come i vaccini, i diritti umani, la geopolitica ed altri. Per tale diffusa, minuziosa ed accurata opera si avvalgono di persone che, quasi ovunque, vengono corrotte o ricattate per diffondere il loro credo e contribuire a rafforzare i loro interessi.
Il testo richiama casi, non particolarmente noti ai più, di contatti con la Cina da parte di politici nazionali che hanno privilegiato rapporti non sempre adamantini con il Drago dell’estremo oriente.
La più grande pericolosità è la penetrazione commerciale ed economica che tende ad imporre i loro prodotti acquisendo aziende, comprese squadre di calcio. L’insidia maggiore è nei tentativi di acquistare o raggiungere la maggioranza azionaria nei settori della tecnologia sensibile sia civile, sia militare.
Ciò consente di avere know-how altrimenti non reperibile con regolari esportazioni o di azzerare i costi per la ricerca scientifica. Più volte è stata attivata la clausola del “Golden Power” che consente al Governo italiano di bloccare operazioni di acquisizione o partecipazione in asset strategici per il Paese.
In Italia sono stanziali anche gruppi criminali, le “Triadi cinesi”, che non sono strutturate verticalmente come le mafie nazionali, ma sono indipendenti e controllano mercati quali la prostituzione ed il traffico di stupefacenti.
Fitta, e di estremo pericolo, è la rete di intelligence cinese che opera sia sul fronte interno, cercando di corrompere o ricattare i cittadini stranieri in occasioni di visite commerciali o turistiche, sia all’estero con gli stessi metodi reclutando persone del paese.
I cittadini cinesi, in patria e fuori, sono obbligati a concorrere all’acquisizione di notizie da riferire. Immaginiamo quante informazioni giungono in Cina in considerazione del numero degli abitanti e dei cinesi all’estero.