Ho sempre sognato di scrivere fiabe. E almeno una la voglio abbozzare. Piccola, piccola piccola come la protagonista.
In un paese un tempo prospero e felice viveva Nerentola, il cui nome sembrava coniato dal destino a suggello della passione per un colore non sgargiante, divenuto riferimento per l’industria tessile un secolo prima. Sempre presente, la domanda “C’è Nerentola?” sembrò congiungere gli ingredienti del quesito e far confondere la fanciulla con analogo personaggio che nelle favole aveva già conquistato un regno facendo innamorare un principe feticista che ne ritrova una scarpetta.
Nerentola, oltre a non smarrire calzature, ama elencare non perdite ma vittorie, conquiste, traguardi. Analogamente a Biancaneve si circonda di alcuni individui che – bassa la statura culturale e professionale – cantano un ritornello un po’ bugiardo. Il loro “Andiam, andiam, andiamo a lavorare” contraddice, per la verità, il non averlo mai fatto e – proprio per questo – il non saperlo fare.
E’ però una combriccola volenterosa, piena di iniziative, pronta a cambiare lo status quo, decisa a segnare il destino dei compaesani. La loro impresa affronta un percorso “ardito” (è il caso di dirlo…) e il mondo intero fa convergere lo sguardo su quel puntino sulla carta geografica, intravedendo prospettive incredibili.
Tra gli osservatori c’è un giovanotto extracomunitario, nato in Sudafrica, cittadino canadese, naturalizzato statunitense. Un bravo ragazzo che chissà quanti Centri per il rimpatrio ha dovuto conoscere in gioventù, ma che è riuscito a creare un impero economico di tutto rispetto. Sorride sempre, come capitò anche a me con una “gelata” in motocicletta che per dieci giorni prese la forma di una emiparesi di un pezzo della faccia. Ma lui non è il tipo da girare a novembre in maglietta su un bolide a due ruote…
Questo signore dal fare “provolonesco” in realtà non è spontaneo e puro, ma la damina dagli occhi azzurri e la fluente chioma bionda non immagina che dietro tante smancerie ci possano non essere sinceri sentimenti o nobili intenzioni.
L’omaccione è dominato dall’ossessione di dominare. Vuole avere il controllo dello spazio celeste, della possibilità della gente di muoversi e persino di pensare. Per quest’ultimo bieco obiettivo non gli basta la sua fabbrica che sforna prototipi per stimolare il cervello umano e interferire sulle sue funzionalità. Ha bisogno di sorvegliare e gestire abitudini e opinioni e non è sufficiente aver comprato e messo al guinzaglio uno dei social network più diffusi del pianeta. Per fortificare la sua capacità di regolare con precisione e rigore l’esistenza altrui ha assoluta necessità di irrobustire la sua ragnatela di satelliti e di perforare i vincoli tecnici ed amministrativi che finora gli Stati hanno frapposto per contrastare la sua silente invasione.
Nei racconti leggendari non ci sono Autorità Antitrust, Garanti della Privacy o altre figure istituzionali che di solito hanno apparenza noiosa a dispetto di poteri salvifici invidiati persino da Mago Merlino o dalla fatina. Ma stavolta – più feroci del drago che sputa fuoco dopo una indigestione di ‘nduja calabrese – i burocrati sono l’ultimo baluardo di una civiltà diversamente destinata ad estinguersi o al meglio (se è meglio) finire in schiavitù.
L’extracomunitario non profugo sa di doversi sbarazzare di chi ostacola la sua frenesia di mettere in catene l’umanità intera: persone scomode che brandiscono provvedimenti legislativi quasi fossero acuminate spade. Lui vuol far piovere dal cielo la connessione a Internet per tutti pretendendo solo un misero obolo di 10 dobloni per ciascun utente, promettendo quel che compagnie telefoniche guidate da applauditi condottieri minacciosamente tatuati non hanno saputo fare finora.
Per domare i cavalli di Frisia serve l’imperativo frustino di Nerentola o di qualcuno vicino a lei.
Gli apparentemente meritevoli propositi non elencano le infinite possibilità di ascoltare le conversazioni, sapere che siti vengono visitati, classificare gusti ed opinioni, filtrare i contenuti ammessi oppure no, applicare censure e divieti, schedare chi utilizza Internet con una profilazione senza precedenti…
Il provider, apparentemente provvidenziale, avendo sede fuori dal piccolo borgo di Nerentola non ricadrà nella giurisdizione dei villici locali e un domani (ma non più in là di un dopodomani) darà prova che le potenzialità appena balenate non saranno privilegio della donzella (e daje…) blandita con premi e lusinghe.
L’uomo che tutto può invita la pulzella a guardare il cielo e ad ammirare la costellazione di Starlinchio…
La narrazione si interrompe qui. Riuscirà Nerentola ad emulare Lacoonte e a liberarsi dalle spire del serpente oppure si lascerà stritolare dal vigoroso abbraccio mortale?
I più curiosi poco si preoccupano della sorte dell’innamorabile, ma temono catastrofici licenziamenti perché l’esuberanza dell’imprenditore è simmetrica a quella numerica dei lavoratori che perderanno il posto.
Siamo distanti dal “vissero felici e contenti” e forse ci stiamo allontanando ancor più….