La sconcertante situazione del trasporto su rotaia in Italia è apparentemente tornata alla normalità.
Il sito Internet di Trenitalia con due semplici righe chiude quella che è stata una delle finestre affacciate sul Terzo Mondo. la frase “Eventuali ritardi registrati si riferiscono a precedenti inconvenienti già risolti”, glissa sul permanere dei disagi per i viaggiatori e si limita a dire che è stata rimossa la causa del disastro (ma non i suoi catastrofici effetti lenti a scemare).
E’ stata una giornata epocale. Ricorderemo il 2 Ottobre come una sorta di spartiacque nell’universo della sicurezza. La minaccia cibernetica e quella terroristica – inutilmente temute per anni – sono finite giustamente in coda alla classifica delle potenziali letali turbative alla vita del nostro Paese.
Fortunatamente l’individuazione dell’origine del blocco ferroviario ha determinato l’immediata attivazione di misure preventive che dimostrano la straordinaria reattività tricolore.
Coinvolte le Forze Armate e quelle di polizia, l’Italia ha subito dimostrato al mondo di essere “combat ready” e di saper contrastare con efficacia anche quanto non era stato incluso nel discusso e discutibile DDL Sicurezza che tanto ha infiammato gli animi.
La prima mossa è stata quella di schierare agguerriti contingenti di teste di cuoio da ieri a presidio dell’ingresso dei negozi di ferramenta e dei punti vendita di materiale per il bricolage. L’obiettivo è fin troppo chiaro: evitare la libera vendita di strumenti atti a interrompere pubblici servizi e in particolare la circolazione dei treni. Chi pensa a chissà quale ordigno o arma, deve sapere che stiamo parlando semplicemente di chiodi.
La dichiarazione del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti (secondo il quale è stato un chiodo piantato in un cavo a mandare in tilt la rete ferroviaria e ad appiedare l’Italia) ha subito fatto scattare controlli e divieti volti ad evitare una possibile reiterazione di azioni criminali.
Lo stop alla libera vendita di chiodi (ormai impossibili da acquistare anche per chi ha il porto d’armi o si presenta con in mano il quadro da appendere a casa) ha innescato immediate riverberazioni nel commercio al dettaglio.
L’Antitrust segnala uno sconsiderato aumento dei prezzi di nastri biadesivi, collanti a pronta presa e ogni altra soluzione alternativa all’utilizzo di qualsivoglia “organo metallico di collegamento o fissaggio formato da una testa (o capocchia ) e da un gambo appuntito, di forma e dimensioni diverse secondo l’uso cui è destinato”.
Carenze di organico hanno finora impedito di agire compiutamente su tutto il territorio per rimuovere – ovunque si trovino – chiodi che, ora fissati in qualche parete, potrebbero essere rimossi e riutilizzati indebitamente a discapito di pendolari, turisti e gente comune che aspetta il vagone per tornare a casa.