Mi aspetto di vedere il nostro Presidente del Consiglio che abbraccia Mark Zuckerberg e, magari due giorni dopo, Jeff Bezos. Così, giusto per chiudere il cerchio.
La sconfortante insensibilità dinanzi ai rischi che una pessima gestione dei miracoli tecnologici possa determinare la fine della civiltà, almeno di quella millenaria che finora abbiamo conosciuto, è il naturale frutto del circondarsi di consiglieri proporzionali al proprio background e di confrontarsi solo con ossequiosi interlocutori che – come il cane aeronautico Muttley con le medaglie promesse dal pilota Dastardly – aspirano a riconoscimenti, premi ed elemosine di sorta.
Stordita da un assordante coro di “Siiii”, “Brava” ed “Era ora”, la nostra beneamata Premier è impegnatissima nel ricevere razziatori seriali erroneamente radiografati come potenziali investitori distanti da qualsivoglia impeto speculativo.
Anche se il nugolo di esperti che affollano Palazzo Chigi e dintorni avrà già suggerito al meglio quale strategia adottare a proposito di quel che sto per scrivere, sento il dovere civico (ho sempre avuto questo terribile istinto) di render pubblica una preoccupazione non solo mia ma di una vastissima platea di soggetti coraggiosamente ancora pensanti.
Parlo di “Movie Gen”, il sistema di intelligenza artificiale sfornato da Meta Inc. (la padrona di Facebook, Instagram e WhatsApp) il cui annuncio manda in sollucchero gli ottimisti svagati e fa tremare chi ancora non si è ubriacato di progresso incontrollato e incontrollabile.
La soluzione innovativa può creare deepfake video estremamente realistici partendo semplicemente da una singola foto.
Se questo è vero, e purtroppo è vero, mi piacerebbe sapere cosa si pensa di fare per evitare l’apocalisse multimediale che potrà travolgere la politica, l’economia, la vita sociale, le relazioni interpersonali senza dare alcuna possibilità di scampo a chicchessia.
Potremmo fermarci qui e lasciar correre la nostra fantasia, libera di immaginare qualunque manipolazione di video, audio e immagini.
I signori di Meta dicono che Movie Gen è uno strumento che potrebbe consentire alle persone di “migliorare la loro creatività intrinseca” e non ha alcuna intenzione di candidarsi a sostituire artisti e animatori umani. Il problema dell’ennesima mazzata al mondo del lavoro direi che a questo proposito diventa l’ultima preoccupazione.
Anche se gli scudieri di Mark Zuckerberg si affrettano a spiegare che l’applicazione pratica si limiterà a generare e modificare semplici filmati di tranquilla quotidianità destinati alle piattaforme social media oppure “biglietti” di auguri di compleanno animati personalizzati, la sensazione di chi osserva fa balenare un utilizzo molto meno casalingo del previsto.
Utilizzando una semplice frase di testo come indicazione ad agire, questo sistema può generare video personalizzati con musica e suoni, modificare video preesistenti e trasformare le immagini di persone in video pazzescamente realistici.
Tra le sue caratteristiche c’è la possibilità di gestire anche richieste complesse da parte dell’utilizzatore, come il movimento degli oggetti, le interazioni soggetto-oggetto e i movimenti della telecamera.
E’ di immediata intuizione che questa tecnologia può essere adoperata in modo improprio con la creazione di video che possono mettere le persone in situazioni false compromettenti, con la fabbricazione di contesti storici e di eventi mai avvenuti o addirittura contrari a quanto davvero accaduto, con facile realizzazione di video pornografici deepfake con protagonisti estranei alle scene rappresentate.
Purtroppo, e non me ne vogliano gli inguaribili entusiasti dell’intelligenza artificiale, si sta avvicinando fulmineamente il momento in cui verità e finzione sono indistinguibili con tutte le conseguenze che è facile immaginare…