Erano già due giorni senza un “venduto”, un frodatore, un mascalzone in doppio petto blu ed era subito maturata la convinzione di essere in un Paese serio, dove la correttezza e la legalità regnano sovrane.
Fortunatamente questa condizione onirica è stata celermente dissipata dalla notizia delle fiamme gialle che perquisiscono uffici ed abitazioni di manager di TIM e NTT Data. Meno male, avevo cominciato a pensare con sincera preoccupazione che qualcosa stesse cambiando con tutte le conseguenze che certe dinamiche evolutive possono comportare.
Sapere che le tradizioni non vanno perdute è motivo di serenità. L’Italia – evviva! – prosegue indisturbata in vetta alle classifiche che un tempo erano feudo indiscusso di certe realtà sudamericane.
Stamattina i finanzieri del Comando provinciale di Roma, non per una ricerca casuale su Waze o su Google Maps ma su disposizione della Procura della Capitale, hanno indirizzato le loro vetture verso le case e le aziende di due top manager con procure speciali. Parliamo di due società quotate in Borsa e quindi non è una visita di cortesia né un appuntamento “al buio” proposto da un sito di “dating”, ma l’esecuzione di un decreto di perquisizione locale, domiciliare e di sequestro.
Si parla di ipotesi di corruzione tra privati e quindi le due grandi imprese si sono affrettate a rendersi disponibili a collaborare con gli inquirenti anche per ricostruire eventuali danni alle rispettive aziende di appartenenza.
La “corruzione tra privati” è prevista dall’articolo 2635 del codice civile e riguarda amministratori, direttori generali, dirigenti preposti alla redazione dei documenti contabili societari, sindaci e liquidatori, di società o enti privati. Questi signori (o signore) se, anche per interposta persona, sollecitano o ricevono o si fanno promettere, per sè o per altri, denaro o altra utilità non dovuti vengono puniti con la reclusione da uno a tre anni. La pena in questione si applica quando il colpevole compie oppure omette un atto in violazione degli obblighi inerenti al proprio ufficio o degli obblighi di fedeltà, e viene raddoppiata se ci si trova in presenza di società con titoli quotati in mercati regolamentati italiani o comunitari.
Nella fattispecie ci sarebbero una mazzetta da 50 mila euro del 22 febbraio 2024 e un’altra di importo non definita risalente al successivo 15 maggio entrambe ricevute da Simone De Rose. Quest’ultimo non è un dirigente qualunque ma il Chief Procurement Officer (CPO), ovvero colui che in TIM – alle dirette dipendenze dell’amministratore delegato Pietro Labriola – è a capo degli “acquisti” e ha la responsabilità di fornitori, contratti e strategie conseguenti. Il generoso interlocutore invece sarebbe Emilio Graziano, Senior Vice President di NTT Data Italia da cui dipende la Business Unit Telecom, Development & Big Deals. NTT Data – giusto per la cronaca – era il datore di lavoro di Carmelo Miano, l’’hacker che aveva “bucato” tra gli altri il Ministero della Giustizia…
Ma non divaghiamo e torniamo a noi.
Si tratta di vedere quanto e per quale motivo i personaggi in questione sono venuti meno al loro dovere e si sono sporcati le mani. “Quante volte figliolo” direbbe il parroco nel segreto del confessionale. I maligni invece vorrebbero invece conoscere i contorni dell’accaduto e capire quale sia stato il riflesso di certi comportamenti nei riguardi delle aziende. Certe affettuose consegne di denaro hanno fluidificato un rapporto commerciale, hanno fatto andare in porto un certo affare, hanno blindato un determinato appalto? Chi ci ha guadagnato? Gli interessati – grazie alla loro condotta – hanno magari conseguito un risultato e maturato un riconoscimento economico per la straordinaria produttività?
Per essere escluse da responsabilità di sorta, le aziende dovranno, comunque, dimostrare – in conformità con l’art. 5 del Decreto Legislativo 231 – di aver adottato ed efficacemente eseguito, prima del “fattaccio”, una valutazione ex ante del pericolo in questione e aver adottato un “modello di organizzazione e gestione” in grado di prevenire ed impedire l’evento corruttivo…