I quotidiani di mercoledì 23 si sono scatenati su quanto pubblicato nel Rapporto dell’ECRI. La sinistra li ha evidenziati, la destra ha gridato allo scandalo ed all’ingerenza nello Stato italiano.
La Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI), istituita dal Consiglio d’Europa, è un organo indipendente di monitoraggio in materia di diritti umani. È specializzata in questioni relative alla lotta contro il razzismo, la discriminazione (basata su “razza”, origine etnica, colore della pelle, cittadinanza, religione, lingua, orientamento sessuale e identità di genere), la xenofobia, l’antisemitismo e l’intolleranza.
È composta da membri indipendenti ed imparziali, designati per la loro autorità morale e la loro riconosciuta competenza in materia. Nell’ambito dei suoi compiti statutari, l’ECRI svolge un’attività di monitoraggio “paese per paese’’, analizzando la situazione in ciascuno degli Stati membri in materia di razzismo e intolleranza per poi formulare suggerimenti e proposte su come affrontare i problemi individuati.
I metodi di lavoro per la preparazione dei rapporti prevedono analisi documentali, un sopralluogo nel paese in questione e un dialogo confidenziale con le autorità nazionali. Non sono frutto di indagini o prove testimoniali ma analisi basate su informazioni raccolte da un’ampia varietà di fonti.
Si riporta una sintesi, utilizzando il testo dell’ECRI. In apertura si evidenzia che l’educazione civica è stata introdotta come materia autonoma da insegnare nelle scuole primarie e secondarie; sono state avviate iniziative per includere l’insegnamento della storia e della cultura ebraica nelle scuole.
È stato sviluppato un sistema di raccolta dati sugli episodi di bullismo nelle scuole, anche per motivi di etnia e orientamento sessuale. Inoltre, sono stati messi a disposizione degli insegnanti corsi online sulla lotta al bullismo. Sono stati compiuti sforzi significativi per mettere in guardia i giovani dai pericoli dell’incitamento all’odio online con campagne di sensibilizzazione.
È stato sviluppato un quadro istituzionale volto a contrastare l’antisemitismo. Sono state adottate diverse misure per aumentare la capacità degli operatori delle Forze dell’Ordine finalizzate a contrastare i crimini correlati all’odio, tra cui una serie di corsi di formazione e pubblicazioni su questo tema.
Sono stati fatti sforzi per garantire l’accesso dei migranti all’assistenza sanitaria, in particolare attraverso la formazione di mediatori culturali nel settore sanitario, attività di sensibilizzazione volte a fornire informazioni sui servizi sanitari ai migranti. Nulla di scandaloso, anzi, apprezzamenti per le iniziative.
Le persone LGBTI continuano ad affrontare pregiudizi e discriminazioni nella vita quotidiana. Il discorso pubblico è diventato sempre più xenofobo e quelli politici hanno assunto toni fortemente divisivi ed antagonistici, in particolare nei confronti di rifugiati, richiedenti asilo e migranti, nonché di cittadini italiani con origine migratoria. Ripetute parole d’odio, anche da parte di politici di alto livello restano spesso incontrastate.
La capacità delle Forze di Polizia di contrastare la violenza motivata dall’odio è limitata a causa dell’assenza di segnalazioni al riguardo e della mancanza di fiducia nelle stesse da parte degli appartenenti ai gruppi di interesse. Nel percorso verso l’integrazione e l’inclusione, i migranti hanno sperimentato problemi concreti a causa della narrazione – sostanzialmente negativa – caldeggiata dalla classe politica.
Anche le eccessive critiche rivolte a singoli giudici che si occupano di casi di migrazione mettono a rischio la loro indipendenza. I bambini migranti sono più esposti al bullismo nelle scuole e abbandonano il percorso scolastico prima dei bambini italiani. Ci sono numerose testimonianze di profilazioni razziali da parte delle Forze dell’Ordine, che prendono di mira soprattutto i Rom e le persone di origine africana.
L’ECRI chiede alle autorità di intervenire in vari settori e raccomanda, tra l’altro, l’elaborazione, l’attuazione, il monitoraggio e l’implementazione di politiche e misure contro il razzismo e l’intolleranza. Per quanto riguarda la lotta ai discorsi relativi all’odio, le autorità dovrebbero organizzare una campagna di sensibilizzazione al fine di creare una migliore comprensione da parte del pubblico della portata dei discorsi razzisti, di altre forme di propositi che incitano all’odio e del danno che essi provocano, promuovendo l’uguaglianza, la diversità ed il dialogo interculturale e interreligioso.
Le autorità dovrebbero adottare misure volte ad incrementare il sostegno ai bambini con background migratorio nel campo dell’istruzione al fine di acquisire il livello linguistico necessario per un successo duraturo a scuola.