Il 24 ottobre è stata pubblicata la quarta enciclica di Papa Francesco dal titolo Dilexit nos. La lettera segue Fratelli tutti (2020), sull’urgenza della fraternità e dell’amicizia sociale in un mondo frammentato, prima dalla pandemia, ora da guerre condotte anche in nome di un Dio; Laudato si’ (2015), dal Cantico delle Creature di San Francesco sulla crisi dell’ambiente e la necessità della cura del Creato e, infine, la prima enciclica Lumen fidei (2013), scritta con Papa Benedetto XVI sulla fede, la terza virtù teologale, accanto alla carità e alla speranza.
Dilexit nos (Ci ha amati) è una “Lettera enciclica sull’amore umano e divino” dedicata al Cuore di Gesù Cristo in “un mondo che sembra aver perso il cuore”. E’ stata pubblicata in occasione delle celebrazioni del 350° anniversario della prima manifestazione del Sacro Cuore di Gesù, celebrazioni in corso dal 27 dicembre 2023 al 27 giugno 2025.
Tre secoli e mezzo fa, il 27 dicembre del 1673, nel convento di Paray-le-Monial, in Borgogna, il Sacro Cuore di Gesù si manifestò a Santa Margherita Maria Alacoque. Gesù apparve alla giovane suora francese per affidarle la missione di diffondere nel mondo l’amore di Gesù per gli uomini, specialmente i peccatori.
Le apparizioni continuarono per 17 anni e si configurarono – proprio alle porte dell’Illuminismo – come un “un argine contro la diffusa mentalità razionalistica che alimentava la cultura atea e anticlericale”, come afferma Padre Enrico Cattaneo, professore emerito di Patristica presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale.
Nel presentare il documento, il Papa ha spiegato che raccoglie “le preziose riflessioni di testi magisteriali precedenti e di una lunga storia che risale alle Sacre Scritture, per riproporre oggi, a tutta la Chiesa, questo culto carico di bellezza spirituale”, ed ha espresso il desiderio che favorisca la meditazione sugli aspetti “dell’amore del Signore che possano illuminare il cammino del rinnovamento ecclesiale”. E non solo: il Pontefice auspica che l’uomo, attraverso l’enciclica Dilexit nos, cambi prospettive e obiettivi, e recuperi ciò che è più importante: il cuore.
Recuperi, cioè, la sua essenza oggi snaturata dai tanti conflitti, dagli squilibri sociali ed economici, dal materialismo e dalle logiche di mercato, dal pragmatismo delle élite, dalle varie forme di religiosità e, da ultimo, dalle nuove tecnologie, compresa l’intelligenza artificiale, il cui uso antiumano e spregiudicato rischia di accelerare l’attuale processo di degenerazione empatica: gli uomini hanno smesso di ascoltarsi.
Papa Francesco chiede di volgere lo sguardo verso chi è più distante, mettersi al servizio, sporcarsi le mani, toccando le sofferenze e le ferite altrui; chiede di imparare ad amare come ci ha amati Cristo, perché il Mondo può cambiare se riusciamo a “ritornare al cuore”.
Di segno solo apparentemente diverso è il romanzo per ragazzi Cuore di Edmondo De Amicis (Oneglia 1846 – Bordighera 1908). Fra i libri di contenuto pedagogico è, infatti, quello col minor numero di riferimenti alla religione, alla fede e alla Chiesa.
Pubblicato nel 1886 dalla casa editrice milanese Treves, è la storia dell’anno scolastico 1881-1882 narrata, a singoli episodi, da Enrico Bottini, un ragazzo appartenente a una famiglia borghese che annota con cura sul suo diario “tutto quello che aveva visto, sentito, pensato, nella scuola e fuori”.
Le storie sono ambientate nella Torino dell’Unità d’Italia e si svolgono tra il 1878 e il 1886. Il chiaro intento pedagogico di De Amicis è trasmettere ai giovani cittadini del Regno d’Italia l’amore per la Patria, il rispetto per l’autorità e per i genitori, lo spirito di sacrificio, l’eroismo, la nobiltà d’animo, la benevolenza e la carità, la gentilezza e l’attenzione per i deboli e gli abbandonati.
Ecco, tra le tematiche del libro Cuore traspare la stessa misericordia che ha ispirato l’enciclica Dilexit nos: la misericordia del Sacro Cuore di Gesù, che non è vendetta e non si configura con la vittoria da conseguire a tutti i costi né con lo sterminio del nemico, ma è amore puro.