La Regione Sardegna conquista le prime pagine dei giornali. La sua Presidente potrebbe essere fatta fuori…
E’ la storia della trave e della pagliuzza di evangelica memoria. L’occhio degli italiani, per nulla abbagliato dalle più turpi scorrerie ad ogni latitudine del Paese, è ora concentrato sulla mancata presentazione di un rendiconto.
Parliamo della dettagliata relazione contabile che rende trasparenti le spese sostenute in campagna elettorale e la provenienza delle somme impiegate.
In realtà la documentazione in argomento c’è ma sarebbe azzoppata da due errori commessi in buona fede. Il primo, la consegna avvenuta addirittura due volte. Il secondo la mancanza di alcune carte che facevano luce sui 90 mila euro impiegati.
Uno sbaglio in buona fede commesso e spiegato in modo circostanziato in una memoria depositata da tempo all’ufficio del Collegio di garanzia elettorale che – però – non ne ha tenuto conto. Sono prevalsi la mancata indicazione, nell’estratto conto fornito dalla banca, dell’indicazione dei nominativi di due soggetti che rispettivamente hanno contribuito con un bonifico di 30.000 e 8.000 euro e il non eseguito deposito di una fattura dell’ENEL per 153,16 euro…
La palla è ora rimbalzata al Consiglio Regionale della Sardegna che dovrà decidere sull’eventuale decadenza di Alessandra Todde da consigliere e, quindi, da Governatrice.
D’altronde non c’è da stupirsi. Prima o poi i nodi vengono al pettine. Essere bravi e competenti è inammissibile. Essere onesti e perbene è inconcepibile. Avere idee e visione strategica non lo si può accettare. Voler davvero bene alla propria terra senza lacrimevoli patriottismi di facciata è intollerabile. Fare tutto il possibile per dare dignità e speranza alla gente è insopportabile….
L’elenco dei difetti che tratteggiano il profilo di Alessandra Todde potrebbe continuare a lungo, ma forse è meglio fermarci qui. Certe caratteristiche – di questi tempi – potrebbero essere diseducative.
Todde era sinonimo di riscatto, rivincita, inversione di rotta. Parole gravissime nell’appiattimento cerebrale di una Nazione inebetita dalla propaganda.
Nel dolore della collettività come si deve, si staglia il rumore inconfondibile di chi festeggia l’abbattimento di una pericolosa leader. Lo stappar bottiglie – quelle buone naturalmente – è bipartizan e costituisce la tanto sospirata occasione per metter d’accordo i fronti contrapposti della politica italiana.
A guidare il brindisi corale sono altre due donne che gongolano sperando di veder sparire dalla scena la più temibile degli avversari politici.
Alessandra Todde incarna una delle ultime chance che rimangono a questo Paese per rialzare la testa e recuperare una posizione decorosa sul palcoscenico internazionale. E’ colpevole di aver studiato, di saper fare le cose, di non avere interessi sotterranei, di non essere al servizio di nessuno, di pensare agli altri, di non avere parenti incapaci da piazzare. Proprio questo non va giù alle signorine al comando dei principali partiti, terrorizzate che il “modello Sardegna” possa rivelarsi contagioso e scompaginare certi comodi equilibri.
Incombe il rischio di nuove elezioni. Ma a temere il peggio non sarà la Todde. Quella sarda è una grande gente, che riconosce i meriti e le capacità, che sa dare l’esempio. E chi governa o sta immobile all’opposizione sa perfettamente che un ipotetico esempio potrebbe lasciare il segno. E magari cambiare la storia.