Possiamo leggerlo in due modi: fessi e furbi o furbi e fessi. Come in matematica il prodotto tra due numeri o la somma non cambia mutando l’ordine dei fattori o degli addendi.
In questo caso di matematico ci sono solo i risvolti economici. Chi sono i fessi e chi i furbi? Ovviamente, nel linguaggio poco urbano degli evasori, i furbi sono loro ed i fessi coloro che pagano le imposte, le tasse e quant’altro viene chiesto al cittadino di erogare al fisco nelle varie forme.
Purtroppo in Italia non vi è una legislazione sufficientemente dura verso gli evasori fiscali, anzi premiante. I reiterati condoni dell’ultimo biennio hanno consolidato la certezza negli evasori incalliti che non vale la pena di pagare i tributi, tanto ogni pochi mesi esce un condono. Con il condono si risparmia molto denaro e ci si tutela per anni sino a che non sopraggiunge un altro condono favorevole che pone fuori dal rischio di essere scoperti e sanzionati.
In Stati meno accondiscendenti verso gli evasori le pene e le sanzioni sono ben più dure; in Italia un benevolo scappellotto per chi non è ligio ai doveri fiscali.
Nella sponda opposta vi sono i contribuenti onesti (i fessi per gli evasori) che regolarmente pagano quanto dovuto al fisco. Nella grandissima parte sono percettori di redditi fissi o pensioni. Si tratta di chi, pur volendo, non può evadere. Fare anche a costoro un regalo? Non necessitano di condoni ma quello che si direbbe un “premio fedeltà” verso lo Stato quantificabile in uno sconto fiscale una tantum non sarebbe male. Non di rado accertamenti fiscali sono condotti verso costoro per somme miserevoli o calcoli errati del fisco.
Chi sono gli evasori, questi sconosciuti? Sconosciuti al fisco che li coccola, non a chi ha occhi per vedere. Nullatenenti o che dichiarano redditi inferiori alle pensioni sociali ma che hanno, ed ostentano, un tenore di vita da nababbo.
Senza voler approfondire gli aspetti della criminalità che vive totalmente contra legem, cerchiamo di capire chi, sotto un manto di onestà apparente, è un evasore fiscale. Un’altra tipologia di fuorilegge ma pur sempre un cittadino disonesto che commette un reato. Il vero problema è che il reato di evasione fiscale viene percepito per astuzia da troppi. Taluni sono persino rammaricati di non poter evadere, ovvero violare la legge.
Elencare le categorie di lavoratori, professionisti, commercianti ed altro che si nascondono al fisco sarebbe troppo lungo e si rischierebbe di coinvolgere anche i tanti onesti nelle categorie citate. Quanti dicono di non avere il POS (obbligatorio), fanno scontrini irregolari, ricevute fiscali farlocche, fanno improponibili sconti per non fatturare e tanto altro. Questo quanto ogni cittadino può toccare quotidianamente. Vi sono poi i professioni sti dell’evasione, ovvero chi crea società, fatture ed altro totalmente inesistenti per evadere, truffare o semplicemente aiutare ad evadere riscuotendo un reddito per il lavoro disonesto svolto.
Evidentemente richiamare parole ormai disperse nel dizionario quali morale, etica, onestà, lealtà ed altre sarebbe un esercizio del tutto inutile.
Rimane il disprezzo degli onesti contro gli evasori ma non serve a nulla: loro sono i furbi e gli altri i fessi. La domanda spinosa, irriverente e dolorosa che si pone il cittadino onesto è: lo Stato che continua a condonare, a chiudere ambedue gli occhi verso gli evasori, da quale parte sta?