In una intervista al Corriere della Sera dell’8 gennaio scorso, Steve Bannon ha detto di Elon Musk: “È una persona davvero malvagia. Fermarlo è diventata per me una questione personale. Prima, dal momento che ha messo così tanti soldi, ero pronto a tollerarlo. Non più”.
Bannon è un dirigente aziendale statunitense, ex banchiere, ex direttore di un giornale di estrema destra; ha lavorato come “capo stratega della Casa Bianca” durante i primi sette mesi del primo mandato presidenziale di Trump. Obiettivo di Musk sarebbe, come non credere alle parole di Bannon, un ulteriore arricchimento; per lui è un sudafricano che se ne dovrebbe tornare nel suo Paese, definito popolato dalle “persone più razziste del mondo”.
Inoltre: “Abbiamo visto la sua natura intrusiva, la sua mancanza di comprensione dei veri temi e il suo appoggio solo per sé stesso. Farà qualsiasi cosa per assicurarsi che ogni sua azienda sia protetta o abbia un accordo migliore o faccia più soldi. L’aggregazione di ricchezza e, attraverso la ricchezza, di potere: è questo il suo obiettivo”. Certamente parole non rassicuranti pronunciate non certo da un estremista di sinistra.
Perché nel titolo parliamo di nuovo feudalesimo? Elon Musk, definito un “visionario imprenditore”, l’uomo più ricco del mondo, lo si potrebbe appellare un tecno feudatario, ovvero una persona che può fare ciò che più gli aggrada grazie al potere del denaro e della tecnologia di cui è in possesso.
Un passaggio dall’oligarchia, meglio plutocrazia, al feudalesimo; sono, anzi è, come i potenti del Feudalesimo (Signori, Prìncipi, Nobili) che erano, talvolta, più potenti dei Sovrani poiché potevano muovere masse ed eserciti per il loro prestigio, con il loro denaro o con l’appoggio dei Vassalli dislocati nei loro territori (ci si perdoni l’estrema semplificazione storica).
I tecno feudatari sono più potenti dei Governi, hanno patrimoni superiori a quelli dei PIL di alcuni Stati; per l’Africa più di una decina messi insieme. In tutta evidenza per costoro le norme sono un fastidioso intralcio che i legali debbono rimuovere per il bene del loro potere e per il perseguimento dei loro fini.
Gli ex oligarchi o ex plutocrati, ora tecno feudatari, con il loro potere smisurato, derivante da denaro e tecnologia, gestiscono a livello globale i condizionamenti politici che si elevano oltre ogni frontiera. Operano all’interno del sistema politico e sono in grado di padroneggiarlo e manovrarlo.
Tramite i social media vengono manipolate e veicolate le informazioni, meglio fake news, al fine di plasmare le idee delle popolazioni di grande parte degli Stati “a propria immagine e somiglianza”. Sono stati aboliti anche i controlli dei fact checker. Non è insensato pensare che Eleon Musk stia di fatto creando una “Internazionale nera” dispensando amicizia e supporto a leader europei e non per far trionfare la sua ideologia e per rafforzare il suo potere tecnologico e finanziario in quegli Stati dove ha dato valido supporto economico e di propaganda.
Vuole creare un feudalesimo mondiale dove non vi sono confini geografici ma tanti Stati a lui fedeli e grati, da soggiogare, dislocati nelle varie aree strategiche. Attraverso di essi, e per mano dei loro leader, ovviamente di estrema destra, conduce le proprie battaglie, per prima quella di sfaldare il principale nemico: l’Unione Europea approfittando della ormai conclamata crisi politica del vecchio continente. Occorre soffiare sulla instabilità con la complicità dei propri supporters, vere quinte colonne, i nuovi Vassalli del Signore Musk.
In effetti se Trump non è certo un esempio di democrazia, la pericolosità maggiore deriva dai progetti di Musk per realizzare una “Internazionale nera”. Il vero nemico della democrazia mondiale è lui. Soprattutto c’è da augurarsi che non riesca a sopraffare o condizionare Trump ed i suoi elettori, atteso che già è stato definito il Presidente ombra.
Unica fortuna è che non potrà divenire Presidente degli USA essendo nato in Sud Africa.