Questa notte, alle 08.50 della sera ora di Washington (le 02.50 del mattino ora italiana) si è verificata una collisione in volo tra un velivolo dell’American Airlines ed un elicottero militare dell’esercito americano. La tragedia è avvenuta quando il velivolo dell’American Eagle, volo 5342, la componente regionale dell’American Airlines, era in finale per la pista 33 dell’Aeroporto Ronald Reagan di Washington. L’elicottero dell’esercito, un Black Hawk con tre militari a bordo volava con una rotta opposta a quella del velivolo civile che aveva a bordo 60 passeggeri ed era decollato da Wichita Kansas.
Al momento non ci sono superstiti. Le ricerche nelle acque gelide del fiume Potomac sono in corso e 12 corpi sono già stati recuperati.
Dalle prime informazioni raccolte, la collisione è avvenuta a bassa quota, circa 300 piedi (100 metri). Dunque, nella fase finale dell’avvicinamento alla pista dell’America Eagle e davvero prossimo all’atterraggio.
Per stabilire le cause dell’incidente è bene sottolineare che sarà necessario aspettare le risultanze dell’inchiesta che la FAA effettuerà e che farà piena luce sulle cause di questo disastro aereo. Al momento con i dati a disposizione si possono solo fare alcune ipotesi.
Tutti e due i velivoli erano in contatto con il controllo del traffico aereo; infatti, nei secondi antecedenti all’impatto la Torre di controllo ha chiesto al pilota dell’elicottero se avesse il traffico civile in vista. È probabile che l’elicottero stesse operando seguendo le regole del VFR notturno. Questo significa che la responsabilità della separazione dal traffico circostante era in capo al pilota dell’elicottero. Certamente i piloti del volo dell’American, vista la quota alla quale si trovavano, erano concentrati sull’imminente atterraggio, e dunque il loro sguardo era rivolto alla pista più che allo spazio aereo circostante.
Tutti i velivoli civili sono dotati di TCAS (Traffic Collision Avoidance System), che è un sistema che consente, in caso di pericolo di collisione tra due velivoli, di evitare l’incidente seguendo le indicazioni che il pilota riceve in cabina di pilotaggio dal TCAS. I piloti vengono addestrati ad effettuare queste manovre di “scampo” ad ogni sessione di simulatore. La manovra deve essere effettuata rapidamente e con precisione dal momento in cui il segnale di allarme è ricevuto: tale segnale si chiama Resolution Advisory, ed il pilota sa che l’impatto con l’altro velivolo, se la rotta non verrà modificata, avverrà tra 30 secondi. Il sistema per funzionare correttamente ha bisogno che tutti e due i velivoli siano dotati del sistema TCAS, e che lo abbiano acceso. Spesso il traffico militare risulta invisibile al TCAS perché o non ne è dotato oppure per motivi inerenti alla sua missione, lo tiene spento. Vi sono inoltre alcuni parametri di quota da rispettare per il funzionamento del TCAS, che inibisce alcuni avvisi sotto determinate quote, ma non sembrerebbe questo il caso.
L’indagine che la Federal Aviation Administration e la NTSB (National Transportation Safety Board) effettueranno riuscirà sicuramente a far luce su tutti questi aspetti; si potrà capire perché l’elicottero si trovava in quello spazio aereo, così vicino al sentiero finale della pista 33 dell’aeroporto Ronald Reagan; che tipo di avvicinamento stava conducendo l’American Eagle e quale autorizzazione avesse ricevuto dalla Torre di controllo; che tipo di monitoraggio la torre di controllo ha fatto di questi due traffici che poi si sono così drammaticamente scontrati.
Intanto le ricerche dei 60 passeggeri e dei 4 membri di equipaggio dell’American Eagle e dei tre militari del Black Hawk continuano, nelle gelide acque del Potomac.