Molti di voi (come i miei figli in maniera piuttosto appassionata) seguiranno la docuserie “Indagini ad Alta Quota”, una gradevole produzione di una delle più diffuse pay-tv che, con episodi di circa mezz’ora, racconta la storia di incidenti aerei con un taglio abbastanza professionale, seguendo le indagini delle varie autorità aeronautiche incaricate di investigare e analizzando con una certa verosimiglianza tecnica le cause degli eventi aviatori (non sempre letali e di rilevanza mondiale, eh), supportate da una sceneggiatura rievocativa che fa immergere nell’evento replicando scene dal vivo con attori (l’interno del cockpit, la cabina passeggeri, gli scomparti tecnici dei velivoli).
Il mondo dell’indagine su eventi aeronautici è piuttosto peculiare: lo scopo non è quello di trovare i colpevoli, bensì quello di individuare le cause, elaborare i correttivi, e proporne l’adozione, alternativamente alle autorità regolatrici nazionali e internazionali, alle compagnie aeree (sia per il personale navigante, che per la catena di gestione, manutenzione e assistenza a terra), ai produttori e anche all’apparato istruzionale legato al mondo del volo. In sostanza, il principio è “imparare dagli errori”, o “conoscere per prevenire”.
Abbiamo negli occhi proprio in queste ore il tragico evento avvenuto il 29 gennaio scorso, con l’impatto tra un velivolo di linea ed un elicottero militare, nei dintorni di Washington D.C.
In tutti i paesi aderenti all’ICAO (agenzia specializzata dell’ONU che regola l’aviazione civile e commerciale e, in parte, anche militare) sono istituite delle Agenzie indipendenti dotate di poteri investigativi che, parallelamente alle doverose indagini penali, ove avviate, hanno la precedenza nei rilievi tecnici e sui luoghi degli eventi, cristallizzando il quadro di situazione e autorizzate (anche in caso di sequestri penali) ad accedere ai reperti degli incidenti.
Queste agenzie (la cui interazione transnazionale è ben regolamentata – più avanti ne parleremo) sono dotate di strutture investigative di “pronto intervento”, con squadre pronte a partire con basso preavviso, seguite poi da un dispositivo di ricerca e analisi scientifica per la repertazione, ricerca, conservazione e recupero di ogni più piccolo elemento legato all’evento.
Chi sostiene che la lingua inglese sia “essenziale”, si sbaglia di grosso. Sovente per una parola o un concetto della nostra lingua madre, esistono due o più lemmi inglesi, ciascuno con un significato ben definito, che in italiano possiamo ricostruire solo con una perifrasi o con specificazioni apposte. La più calzante, nell’ambito che stiamo trattando, è la parola “sicurezza”, declinata in inglese in “safety” e “security”, con due accezioni ben distinte.
Gli “eventi” aeronautici assumono differenti connotazioni: giornalisticamente leggiamo “disastro”, “tragedia sfiorata”, “strage” ogni volta che un qualsiasi oggetto più pesante dell’aria cade a terra; poco importa ai reporter di turno che si tratti di un velivolo da diporto, di una mogolfiera o di un aeroplano commerciale.
Tipologia dell’evento e classificazione del mezzo sono discriminanti importanti per la corretta impostazione delle competenze e dell’indagine.
Gli eventi si classificano in “incidenti” ed “inconvenienti” e l’ICAO, per uniformarne i i concetti, ha previsto una condivisa tassonomia terminologica e concettuale delle occorrenze (link al documento pdf); per entrambi vengono svolte,a seguito della segnalazione obbligatoria da parte di qualsiasi entità coinvolta nell’evento, apposite indagini a cura delle Agenzie o Enti competenti, la cui estensione e tipologia è determinata dall’entità o rilevanza della segnalazione. Usualmente sono coinvolte l’Autorità aeronautica del luogo dell’evento, quella del Paese di bandiera del mezzo coinvolto e i produttori delle varie componenti, a partire dal fabbricante dell’aeromobile.
Dal “Rapporto d’indagine finale” non escono “colpevoli”: vengono indicate(se rilevabili) le cause dell’evento (fattore umano, guasto, caso fortuito, sono le più ricorrenti) in relazione alle condizioni, e proposte “prescrizioni” o “raccomandazioni”, se necessarie, rivolte ai soggetti competenti o interessati, con “preghiera di massima diffusione”, come si dice in burocratese.
Il tema della “Sicurezza Volo” è uno degli elementi più importanti, anche se tra i meno “vistosi” del mondo aeronautico: tutti i percorsi addestrativi legati al mondo aviatorio (dai “piloti della domenica”, ai diportisti ai piloti commerciali e militari più scafati, fino agli operatori del traffico aereo e al personale a terra) devono focalizzare parte della loro attenzione al tema, che viene declinato, partendo proprio dai “precedenti”, utilizzando come immagine d’impatto la teoria delle “fette di groviera” (o “Teoria del formaggio svizzero”, formalizzata dallo psicologo britannico James T. Reason, e della quale parleremo più avanti).
A seguire, nelle prossime puntate, analizzeremo alcuni eventi da cui si è imparato moltissimo e capiremo come la “sicurezza volo” sia una disciplina in continuo divenire, ed entreremo nel dettaglio nel ruolo che anche il passeggero comune ha nella sicurezza generale del volo.
Preparatevi al controllo bagagli (“security”) e restate nei parametri di volo (“safety”)!