Mercoledì 29 gennaio, nei cieli di Washington, 67 persone hanno perso la vita nel disastro aereo che ha coinvolto un jet di linea e un elicottero dell’esercito statunitense. L’incidente è stato spiegato, con cognizione di causa, dall’ex Top Gun Luca Anedda nell’articolo pubblicato su Giano News il 30 gennaio.
Venerdì 31 gennaio, a Philadelphia, un bimotore adibito al trasporto di una bambina, poco prima dimessa da un ospedale, si è schiantato al suolo per cause ancora da accertare. Nell’incidente hanno perso la vita le 6 persone che si trovavano sul velivolo, più un’altra persona che, a bordo di un’autovettura, in quell’istante percorreva la strada colpita dai numerosi frammenti dell’aereo.
Il precedente 28 gennaio, in un quartiere a sud di Roma, la gru di un cantiere, dopo aver carambolato tra balconi e palazzi, è crollata sulla strada distruggendo un’autovettura. Nessuno è stato coinvolto dal collasso della gru, nonostante quel quartiere sia densamente abitato e, nell’ora dell’evento, quella strada era percorsa da residenti che si recavano al lavoro e da genitori che accompagnavano a scuola i propri bambini.
I tre episodi – in apparenza scollegati – sono invece legati, uno all’altro, da uno stesso filo rosso: il caso. L’imponderabile caso. Il fatto non previsto che scompiglia l’armonia del vivere quotidiano. Vero è che le “cause tecniche” dei tre eventi sono al vaglio di periti e organi inquirenti che – analizzato il contenuto delle scatole nere dei velivoli, sentiti i testimoni, esaminati i reperti e quant’altro – formuleranno le rispettive valutazioni. Ma vien da chiedersi quanto il caso e la coincidenza abbiano condizionato tali eventi e, purtroppo, tanti altri eventi simili che giornalmente accadono.
Lo scrittore statunitense Paul Benjamin Auster (Newark, 1947 – New York, 2024) ha cercato di cogliere il caso nella sua essenza, ponendolo al centro di una narrazione postmodernista, in cui ha fuso esistenzialismo, letteratura poliziesca e psicoanalisi, per cogliere il senso dell’esistenza umana e descrivere le odierne solitudini.
Nei racconti della Trilogia di New York – grazie ai quali acquistò fama internazionale – Auster usa magistralmente la forma poliziesca per descrivere una realtà piena di “strani eventi” e “molto più misteriosa di quanto non avessimo mai creduto”.
Il suo stile limpido e avvincente rispecchia l’influenza di grandi scrittori come Franz Kafka, Edgar Allan Poe, Samuel Beckett, Herman Melville, nonché quella delle fiabe e della tradizione orale, fatta di racconti privi di dettagli ma ricchi di informazioni trasmesse con pochissime parole.
Nel romanzo La musica del caso Auster descrive un universo urbano dominato dalla coincidenza e dal caso, in cui, in un gioco di specchi, si muovono personaggi che fanno parte di progetti imperscrutabili senza rendersene conto, tanto le loro menti sono offuscate dalla ripetitiva quotidianità.
Il caso non ha invece avuto segreti per Sherlock Holmes e Sigmund Freud: nei racconti di Conan Doyle e nei casi clinici del fondatore della psicoanalisi ogni evento è, infatti, analizzato in tale profondità da non lasciare alcuno spazio alla casualità. Conan Doyle ha dimostrato come sia facile “sollecitare” la casualità fino a produrre l’evento desiderato. Freud ha approfondito l’interpretazione dei sogni collegandola a esperienze precedenti.
Pertanto – secondo una visione prettamente poliziesca e psicoanalitica – il caso non agisce da solo. E vi è di più: può essere prodotto e addirittura può essere messo al servizio di un obiettivo.
Le tecniche di produzione del caso sono infinite, dipende dalla creatività degli attori, ma rispondono tutte a un unico scopo: creare un avvenimento fortuito, accidentale e imprevisto e ricondurlo al fato, provvidenza, destino o semplicemente al fondoschiena. Come il fondoschiena del proprietario dell’autovettura distrutta dalla gru: è facile immaginare cosa sarebbe accaduto se fosse uscito da casa un attimo prima.
Anche gli obiettivi perseguiti sono infiniti. Possono essere leciti, illeciti, morali, materiali, presenti, futuri, ecc. Chi più ne ha più ne metta.
O possono essere semplicemente intuibili, come l’obiettivo conseguito chiudendo lo spazio aereo belga il 31 gennaio, a causa di un problema al sistema di controllo del traffico aereo “non funzionante come richiesto”.
Guarda caso – è il caso di sottolinearlo – proprio quando era in arrivo a Bruxelles l’aereo che trasportava il Primo Ministro slovacco Robert Fico, per un incontro programmato con la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il Commissario per l’Energia Dan Jørgensen: oggetto della riunione, l’interruzione delle forniture energetiche russe da parte dell’Ucraina.