Facciamo una doverosa premessa. Non è mai lecito o legittimo aggredire le Forze dell’Ordine. La premessa è doverosa per evitare faziose strumentalizzazioni da parte di chi vuol tacere o minimizzare o, peggio, come dicono a Roma, “buttarla in caciara”. E di caciare in questi giorni se ne sono ascoltate.
Nel corso di scontri di piazza, purtroppo, le immagini sono spesso eloquenti; gruppi di teppisti, vandali, criminali ed altro si scontrano con le Forze dell’Ordine. Sempre, o quasi, costoro non appartengono a chi manifesta pacificamente per dissentire da un qualcosa. Sono gruppi di infiltrati, per lo più riconducibili ai famigerati black bloc. Costoro adottano tattiche preordinate celandosi dietro abiti neri, passamontagna, sciarpe, occhiali scuri, caschi da motociclista con imbottitura o altro che nascondono e proteggono il viso. L’abbigliamento, meglio travisamento, viene impiegato per nascondere l’identità dei vandali criminali, ostacolare l’azione penale rendendo pressoché impossibile la loro identificazione. I caschi proteggono i volti e gli occhi da spray od altro, compresi fazzoletti bagnati per i gas lacrimogeni.
Adottano tattiche mutevoli ma ripetitive negli obiettivi, ovvero distruzione di tutto ciò che è vicino: vetrine di negozi, uffici, mezzi privati, pubblici e delle Forze di Polizia, tutto ciò che incontrano nel loro cammino. I cassonetti dei rifiuti divengono barricate improvvisate. Talvolta si tratta di vera guerriglia urbana.
Giustamente, pur con toni diversi, a volte apocalittici, le diverse parti politiche censurano tali comportamenti, sempre esecrabili.
Veniamo ad altri casi, spesso analoghi per comportamenti e risultati finali in termini di aggressione alle Forze dell’Ordine, ai beni privati e pubblici. Parliamo delle frequenti aggressioni, scontri, distruzioni e quanto si può immaginare e vedere in occasione di partite di calcio. Scontri tra tifoserie di diversi club nazionali e tra sedicenti tifosi di diverse nazionalità. Questi criminali, non chiamiamoli tifosi per carità, di frequente usano tattiche ed abbigliamento non dissimile dai black bloc e producono danni simili per entità e gravità. Più di una volta vi sono stati feriti gravi e, purtroppo, qualche vittima.
Domandiamoci perché gli scontri tra tifoserie di teppisti e criminali vengono sempre passate in secondo piano? Qualcuno pensa che tali comportamenti distruttivi e di aggressione alle Forze dell’Ordine siano un peccato veniale?
Nell’immaginario collettivo potrebbe passare il messaggio che nel caso di scontri con le tifoserie ci sia tolleranza. Quasi un filo di rasoio, border line tra lecito e illecito. O forse illecito tollerato, non criminale. Chi lo stabilisce? Da una parte vi sono le norme sempre applicate dalla Magistratura penale, nel primo e nel secondo caso, dall’altra vi è la comunicazione. Anzi la non comunicazione che rende edotto il cittadino solo quando fa comodo. Qualche sedicente tifoso, di fatto delinquente, potrebbe pensare che gli scontri con le Forze dell’Ordine siano uno sfogo tollerato della loro aggressività e non un crimine.