Il 5 febbraio scorso il Presidente aveva bollato l’invasione russa in Ucraina paragonandola ad analoghe manovre del Terzo Reich oltre ottant’anni fa.
Dopo ben più di una settimana la portavoce del Ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, ha inveito contro Mattarella imputadogli “Invenzioni oltraggiose e blasfeme”. Sorprende che la diplomazia del Cremlino non abbia approfittato dei tanti giorni intercorsi per studiare la storia continentale e imparare – senza bisogno di compiti in classe e interrogazioni programmate – come la famigerata “Operazione Militare Speciale” somigli “spiccicata” alle imprese di Hitler.
Il distintissimo aplomb e il pacato equilibrio rafforzano il peso delle sue parole e ingigantiscono la figura istituzionale di cui sentivamo un incredibile bisogno. Sergio Mattarella – in mezzo a tanti personaggi da corsa nei sacchi alle sagre paesane – si sta palesando come un robusto e indomito maratoneta della politica internazionale. In uno scenario di urlatori da mercato rionale e di mimi circensi che nascondono la testa dentro la giacca o fanno smorfie al limite della paresi facciale, le parole del Capo dello Stato tuonano con forza e determinazione.
L’Italia deve al Presidente della Repubblica il rigurgito di dignità che la gente perbene auspica da anni. Mentre c’è chi si prostra ad un fanatico che vuol trasformare la Palestina nella Florida mediterranea e ad un ex bullizzato che ambisce a fregare prima Trump e poi il resto del pianeta, finalmente un “patriota” fa sentire la sua voce da leader e non il rantolo fantozziano dell’aspirante servo di qualche padrone.
Abituati a vedere chi ci rappresenta nei panni di Giandomenico Fracchia cui “si intrecciano i diti” o al guinzaglio di invasati, piace trovare chi non si intimorisce al cospetto dei beceri che pretendono disciplinata obbedienza o poi masochistica schiavitù.
Mattarella è l’unico a rivendicare davvero il rigoroso rispetto delle regole e la nostra sovranità, l’unico – nel più assordante silenzio e nel brulicare di strilli di basso cabotaggio – ad alzare garbatamente la voce dinanzi ai potenti e soprattutto ai prepotenti.
Lo spudorato attacco frontale che arriva indirettamente da Putin e le ingerenze di un Elon Musk che crede di poter dominare la politica universale sono la prova del totale smarrimento dei valori che caratterizza il declino della nostra civiltà.
Facile piegarsi di fronte allo sguardo gelido del dittatore o alle lusinghe dell’imprenditore che vuole vendicarsi della sua gioventù infelice. Ben più impegnativo invitare gentaglia di tale sorta a restare al proprio posto e prendere atto della balordaggine delle rispettive iniziative.
A Mattarella, al giovanotto Mattarella che sogna come un teenager un futuro migliore, va il più ossequioso tributo di affetto e un grazie di cuore.
A mutuare un refrain diventato storico, viene da dire “meno male che Sergio c’è”.