Molte testate giornalistiche a caccia di lettori sono diventate – vai a capire se volontariamente o no – il volano della diffusione di una serie di fake news legate ad una fantomatica misura di sostegno a favore degli automobilisti.
Il desiderio di ottenere un beneficio dallo Stato non di rado fa perdere il controllo della situazione e anche persone insospettabili sono convinte che sul calendario sia arrivato il proprio giorno fortunato.
In questo contesto è saltato fuori il “bonus pneumatici da 200 euro” che ha subito incendiato gli animi degli automobilisti che – tartassati dai continui rincari dei carburanti – hanno intravisto una luce in fondo al tunnel. Peccato che quella luce fosse quella dei fari di un TIR che viaggia contromano…
Prima che qualcuno vada a stamparsi contro l’immaginario “autotreno della fregatura” è opportuno e doveroso spiegare a tutti che non esiste alcun “bonus” che possa aiutare gli italiani a cambiare le gomme alla propria vettura.
Inutile scapicollarsi nell’officina di fiducia o dal gommista poco distante da casa. Altrettanto inutile conservare lo scontrino o la ricevuta fiscale da allegare ad un futuro modulo che mai sarà predisposto per ottenere un sospirato rimborso della spesa sostenuta….
La storia è saltata fuori con la Legge di Bilancio e chi ha congegnato la bufala (o semplicemente chi l’ha fatta rimbalzare online) è stato molto attento a descrivere i requisiti previsti per la concessione di questo beneficio economico. La favolosa ed irreale operazione a vantaggio degli italiani si sarebbe basata sulla valutazione dell’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), lo strumento che misura come se la passano le famiglie nel nostro Paese.
Proprio in considerazione di tale parametro il sostegno a chi sostituisce i pneumatici della propria auto sarebbe dovuto oscillare – per gli aventi diritto – tra i 100 e 200 euro.
Nella confusione totale c’è persino chi è andato dal rivenditore di gomme pretendendo di avere una riduzione del prezzo da pagare in base al mai varato provvedimento normativo. Non sono così mancate discussioni feroci con il cliente che sventolava il proprio smartphone, sul cui schermo era presente l’articolo di qualche sito che rilanciava la bufala ostentando una serietà eccezionale sia per la grafica della pagina sia per il testo che vi era contenuto.
Il Ministero per le Imprese e il Made in Italy – su sollecitazione del settimanale Vanity Fair che per primo ha voluto approfondire il tema – ha chiarito la totale inesistenza di iniziative governative di questo tipo.
Purtroppo non è la prima volta – e non sarà nemmeno l’ultima – che incentivi e contributi statali costituiscono la succulenta esca con cui far abboccare tante persone che non verificano l’attendibilità di certe notizie.
Se assistete a litigi tra gommista e cliente, non è questione di pressione dei pneumatici ma di quella relativa allo stato d’animo di chi sperava in un aiuto e invece …”ha bucato”.