Tranquillizziamo tutti, non è una lezione di fisica sul pendolo, né una lezione di politica industriale, che comunque sarebbe molto interessante, sulla General Motors.
Riprendiamo gli interessantissimi contenuti dell’intervista che Marina Berlusconi ha rilasciato a “Il Foglio” il 17 febbraio. Come tutti sanno Marina Berlusconi è la figlia primogenita di Silvio, Presidente di Fininvest e Mondadori. Le sue parole, senza ombra di dubbio, hanno un peso rilevante non solo per la discendenza paterna. Un’intervista a tutto campo su temi internazionali e nazionali.
All’inizio afferma: “Il pendolo, in politica, bisogna immaginarselo, è quel movimento istantaneo che spinge i protagonisti della vita pubblica a combattere l’estremismo con altri eccessi di estremismo, è l’immagine perfetta con cui fotografare il disorientamento di chi, ragionando sul presente, cerca di trovare non una terzia via ma semplicemente una via di mezzo”.
Vi sono minacce esterne ed interne atteso che “anche una parte di opinione pubblica occidentale negli ultimi anni ha cominciato ad allontanarsi dai valori della democrazia e della tolleranza. E a mettere in dubbio che l’Occidente, pur con tutti i suoi difetti, sia il migliore dei mondi possibili”. La memoria delle “sanguinarie dittature del Novecento” tende a sbiadirsi ed il pensiero occidentale oscilla tra posizioni sempre più estreme. Si è passati dalle “esagerazioni progressiste” a posizioni radicali totalmente opposte che travolgono anche i conservatori tradizionali. “Perché quella dei diritti non è una questione né di destra né di sinistra. È una questione di civiltà”.
Critica le idee di Donald Trump di ribattezzare il Golfo del Messico in Golfo d’America o di ipotizzare l’annessione del Canada o della Groenlandia. Non certo lo vuole demonizzare ma le prime decisioni destano preoccupazioni. Si augura che un Presidente gli USA, da sempre Paese garante dell’Occidente, non si trasformi nel ‘rottamatore’ dell’Occidente imponendo forme di bullismo e diktat. Ha criticato la “sfilata dei signori delle Big Tech a Washington, poiché la loro “forza incontrastata è una anomalia che faceva già paura prima. Nella storia dell’umanità non si era mai assistito a una simile concentrazione di potere, ricchezza e interessi nelle mani di pochi soggetti”. “Questi colossi del digitale, infatti, sono riusciti a imporre nella nostra vita di tutti i giorni la dittatura dell’algoritmo, che porta alla massima semplificazione delle opinioni, alla polemica più estrema e alle tesi più radicali. Il tutto con l’obiettivo di generare traffico online, e quindi più incassi, e purtroppo anche di influenzare il modo di pensare della gente”.
Sulla guerra russo-ucraina ha affermato: “La mia opinione su questa guerra è sempre stata una, e non è mai cambiata: la Russia ha invaso brutalmente un paese indipendente e libero. Per porre fine a questo terribile conflitto, sarà inevitabile un compromesso, ma sono assolutamente convinta che la fine della guerra non debba coincidere con la resa di Kyiv e la vittoria di Mosca. All’Ucraina spettano le garanzie necessarie per la sua sicurezza e la sua indipendenza”.
Ha ribadito la necessità che l’Europa debba essere maggiormente coesa, è una scelta obbligata poiché i singoli Stati sarebbero una nullità (“poco più di un’espressione geografica” ha detto). “Troppo spesso l’appartenenza all’Unione è ancora vissuta come una cessione di sovranità, come se più Europa significasse meno Italia, meno Germania, meno Francia”. Per Marina Berlusconi: “la vera sovranità è saper rispondere al meglio ai bisogni dei cittadini e non può esserci sovranità nella solitudine, oggi meno che mai. Penso alla difesa comune, alla politica estera comune, al debito comune, al mercato unico dei capitali: tutti casi in cui l’unione fa la forza”. “Però mi permetto di dire che non basta un cambio di mentalità dei paesi, devono cambiare, e tanto, anche l’Europa e le sue istituzioni”
Sulle destre europee afferma: “In Europa, in questo momento, ci sono tante destre. Quella italiana – e credo che tutti dovrebbero dargliene atto – riesce a mantenere una posizione di equilibrio e piena adesione ai valori democratici”.
“Oggi viviamo una fase storica molto difficile e il ruolo di Giorgia Meloni è decisamente complesso: sono convinta che meriti stima e rispetto per quello che sta facendo”. Si definisce: “assolutamente antifascista, così come assolutamente anticomunista. Non vedo come possa non esserlo chiunque dia il giusto valore alla storia”. In merito alle soluzioni dei grandi problemi pensa che “possiamo rimboccarci le maniche, sapendo che i tempi saranno lunghi e le difficoltà enormi, ma che, pezzo dopo pezzo, mediazione dopo mediazione, troveremo una qualche via d’uscita. Il buon senso di preservare e proteggere le conquiste di libertà e di civiltà che fanno di noi occidentali quello che siamo”.
In merito ai diritti civili preferiamo quasi nulla togliere alle sue parole: “Sono favorevole ai matrimoni gay. Sono convinta che la famiglia non possa essere ingabbiata in schemi e modelli standard, ma ognuno debba avere il diritto di creare la propria insieme alla persona che ama. Altro discorso è quello della maternità surrogata, su cui mi trovo contraria: qualcosa di intimo e profondo come la maternità non può trasformarsi in una mercificazione del corpo femminile. Per quanto riguarda il suicidio assistito, penso che chi è afflitto da una malattia incurabile e dolorosa debba avere il diritto di porre fine alla propria esistenza con dignità, ovviamente sulla base di una decisione presa in totale libertà e consapevolezza”. Sul tema della cittadinanza per chi nasce in Italia pensa che “serva molta gradualità: posizioni troppo drastiche e ideologiche non fanno che generare eccessi in senso opposto. Servono piccoli passi in avanti, con l’obiettivo di un’integrazione ragionevole, senza pretendere di cambiare il mondo nello spazio di una notte”.
Ci si chiederà perché riportare larghi brani di un’intervista? In primis Marina Berlusconi ha ribadito, con grande garbo, la sua ferma posizione di democratica liberale e tollerante, secondo alcuni suoi giudizi non sono distanti da quelli di Mario Draghi. Terzo, e più importante, Forza Italia è figlia di suo padre il quale ha riversato fiumi di denaro nel partito. Se si percorressero derive non democratico-liberali potremmo aspettarci una sua discesa in campo. Con quali conseguenze sugli equilibri politici considerando peso e valore della donna?
L’Ucraina sarà l’elemento che porterà alla morte l’Europa o ne consentirà la rinascita?
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