La prospettiva di pace nel conflitto russo-ucraino non pare vicina, a meno di sviluppi repentini e, al momento, inaspettati. Il duro trattamento riservato al Presidente ucraino alla Casa Bianca, un vero e proprio mix di ricatto ed atto di bullismo, non lascia ben sperare a meno che l’ucraino non si esibisca nel bacio della pantofola. Proprio il caso di rispolverare il vecchio detto forte con i deboli, debole con i forti ma gli USA sono reputati il più forte Stato del mondo per cui dobbiamo accontentarci della prima parte della frase. Il Presidente ucraino, onestamente, è veramente debole a livello militare e senza l’appoggio degli Stati Uniti potrebbe soccombere in breve, nonostante l’appoggio dell’Unione Europea, nella quale si intravedono crepe per motivi di bottega.
Il 2 marzo, a Londra, si sono incontrati alcuni leader dell’Unione Europea più Gran Bretagna (Paese ospitante), Canada, Turchia, il Presidente dell’Ucraina (ricevuto dal Re Carlo), il Segretario Generale della Nato, l’Unione Europea (Presidente del Consiglio e Presidente della Commissione).
Facciamo un passo indietro. Dal secondo dopoguerra la strategia NATO ha funzionato conseguendo gli obiettivi che si prefiggeva, cioè il containment. Nel periodo della guerra fredda indicava le forme di prevenzione dell’espansione del comunismo nella politica estera degli Stati Uniti. Tale politica venne delineata in un celebre articolo di George Kennan nella rivista “Foreign Affairs”. La politica di containment ha usato strumenti a volte economici (aiuti finanziari come il piano Marshall), militari (NATO ed altre Alleanze), senza dimenticare le operazioni di destabilizzazione condotte dalla CIA. Da moltissimi anni il containment non ha più significato; sono subentrate la confusione e la deregulation. Le alleanze tendono a trasformarsi da sistemi organici di difesa in sistemi di sicurezza e serbatoti di forze con capacità operative atte alla realizzazione di coalizioni ad hoc (o di willing). La scommessa nucleare è stata una scommessa paradossale, fondata sulla possibilità dell’impossibile. Ora la scommessa potrebbe riemergere. Il mondo post bipolare è ancora nucleare poiché le armi nucleari non sono state distrutte, né possono essere “dimenticate”, sono ancora strumenti strategici.
Torniamo al 2 marzo. Il direttore di Limes, il geopolitico Lucio Caracciolo, ha definito l’Unione Europea “cerebralmente defunta”, “ormai obsoleta, come la NATO”, sinora incapace di produrre un piano di pace per “salvare l’Ucraina” prima della totale disfatta o della “Terza Guerra Mondiale”.
L’Unione Europea, prima di esalare l’ultimo respiro (alcuni tifano in tal senso, in primis l’establishment USA) dovrebbe fare e dire qualcosa di europeo per dimostrare la propria esistenza, unità e forza. Si è parlato di aumento considerevole delle spese militari; la Presidente della Commissione von der Leyen ha auspicato un “porcospino di ferro”. L’adagio latino “si vis pacem para bellum” è pur sempre valido. Dopo gli accordi di pace, ma quando considerando che Trump vuole fortemente sia la firma dell’accordo sulle terre rare, sia le dimissioni di Zelensky, forse più per accontentare Putin?
Si dovrebbe portare a termine un’operazione di peacekeeping coinvolgendo i Paesi disposti a formare una coalizione di willing, sostanzialmente un’operazione di “polizia internazionale”, la quale necessita di accordi interstatuali, spesso trasversali. Qui si dovrebbe pensare ad un profilo domestico, di matrice europea, salvo altri “volenterosi”. Le “coalizioni di willing”, appaiono privilegiate in quanto possono svincolarsi dai “lacci e laccioli” (citando, mutatis mutandis, Guido Carli) derivanti dai trattati.
L’Italia, ad esempio, ha chiesto l’ombrello della NATO, quasi sicuramente per far digerire una eventuale decisione al riottoso alleato: la Lega la quale non attende altro per porre degli ostacoli e mercanteggiare su qualcosa di molto prelibato.
Comunque andranno le cose un “cappello” statunitense, se non sul campo, dovrà essere garantito a livello di militare e di intelligence. Riusciranno i nostri eroi a trovare un accordo prima di essere cancellati dalla storia?
Ci avventuriamo in un terreno non semplice, ovvero quello inerente a valutazioni e previsioni, sempre opinabili, specie se a non breve periodo...
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