Non è stato nessuno. Inutile puntare il dito su qualcuno perché la Presidenza del Consiglio e le sue articolazioni, uniche realtà clienti di Paragon in Italia, hanno assicurato che non è stata svolta alcuna attività che possa aver violato la privacy o altre norme in danno di giornalisti, di attivisti e dei loro interlocutori quotidiani.
Le dichiarazioni del sottosegretario Alfredo Mantovano, autorità delegata al delicato settore dell’intelligence nazionale, mi hanno tranquillizzato.
A spiare non sono state le Istituzioni. Meno male.
Per capire come certi telefonini siano stati “radiografati” dalla micidiale applicazione “Graphite” si può scegliere tra due approcci metodologicamente contrapposti, uno di ispirazione religiosa e l’altro a connotazione scientifica.
Anzitutto va chiarito che nessuno mette in dubbio le parole di Mantovano e che le poche righe che seguono vogliono essere soltanto un esercizio satisfattivo della legittima curiosità del quisque de populo.
Cominciamo con la prospettiva cristiana prendendo spunto dal non facile ruolo di un falegname di nome Giuseppe, che – a Betlemme, Nazareth e dintorni – era conosciuto come il marito di una giovane donna di nome Maria. All’epoca la comunicazione di certe situazioni non era in carico al personale di sicurezza di Meta Corp. perché WhatsApp non c’era ancora e mancavano quasi due millenni alla nascita di Cancellato, di Casarini e degli altri oggi protagonisti passivi.
E’ toccato in sorte all’Arcangelo Gabriele procedere alla Annunciazione del concepimento e dell’imminente nascita di Nostro Signore. La scena della notizia – rivisitata in maniera strepitosa da “La Smorfia” di Troisi, Arena e Decaro e da Renzo Arbore e Diego Abatantuono ne “Il Papocchio” – sicuramente ha innescato stupore e meraviglia nel destinatario. L’evidenza dei fatti, invece, ha stuzzicato la gente comune che si è lasciata scappare un inevitabile “Ma come è successo?!?”
Le cronache del tempo sono, ahinoi, “di parte” e quindi non si potrà mai sapere se l’Arcangelo Gabriele ha detto qualcos’altro rispetto i virgolettati di Marco, Matteo, Giovanni e Luca, Ora come allora, ci si vede costretti a fidarsi delle versioni ufficiali e a dire che le dichiarazioni di Palazzo Chigi sono Vangelo.
Chi non accetta di fare un “atto di fede”, ma è convinto che ci possa essere una spiegazione laica alla vicenda dello spionaggio in questione, si spreme le meningi e fa appello ai vaghi ricordi delle lezioni di Scienze ai tempi della Scuola.
Gli agnostici ritengono che il punto di partenza possa essere un fenomeno fisico o tecnologico che – pur avendo carattere eccezionale – possa dar luogo ad eventi imprevedibili ma riconducibili a spiegazioni plausibili.
I più volenterosi, quelli che in classe stavano davvero attenti a quel che diceva il prof, non esitano a far leva sulla “autocombustione”. Parliamo dell’accessione apparentemente spontanea di fiamme che incendiano un determinato materiale e poi finiscono con il raggiungere quel che è intorno.
Secondo questa corrente di pensiero, i sistemi informatici su cui era stato installato il software hanno avviato autonomamente le funzionalità del programma spia e hanno attivato intercettazioni, silenti perquisizioni virtuali e acquisizioni indebite di ogni genere di informazione in capo a sventurati scelti a caso da un misterioso algoritmo.
Qualcuno dice che la scintilla potrebbe essere stata costituita da un virus o da un bug… Altri formulano ulteriori ipotesi.
Inutile sforzarsi. Solo l’Agenzia Cyber potrà chiarirlo.