E’ inevitabile che certi mestieri siano destinati a scomparire. La tecnologia sta rendendo inutili parecchie figure professionali e a volte nemmeno i diretti interessati acquisiscono coscienza della progressiva emarginazione della propria presenza sul mercato del lavoro.
Il primato dell’inconsapevolezza spetta – senza ombra di dubbio – ai giornalisti e, tra questi, in particolare a quelli che scrivono delle soluzioni informatiche più avveniristiche. Erroneamente li si scambia per “gente che ne sa” e invece una larga fetta di loro non ha la minima idea di quel che va a descrivere e delle fesserie che raccontano i rispettivi intervistati. Divoratori di “comunicati stampa” e accondiscendenti con chi li imbambola con caledoiscopici “press tour”, non si rendono conto di aver spianato la strada ai sistemi che certe banalità le sanno compilare a costo infinitesimale i vari ChatGPT che prenderanno (o stanno già prendendo) il loro posto.
Se è tardi chiedere a questi colleghi di destarsi dalle condizioni ipnotiche che li hanno portati ad osannare certe opportunità senza valutarne le conseguenze e senza renderne pubblica la pericolosità, forse si è ancora in tempo per capire che l’innovazione è certo splendida ma ha comunque un drammatico rovescio della medaglia.
Chi immagina che la disoccupazione sterminerà certi lavori di concetto sbaglia. Se la rivoluzione industriale ha avuto un impatto significativo sulla manodopera, anche quella correlata all’intelligenza artificiale non disdegna di liquidare senza pietà chi si occupa cose che non richiedono eccessivo impegno intellettuale ma solo attenzione, pratica, esecuzione rigorosa.
A farci capire cosa sta succedendo è una azienda norvegese di robotica, la 1X, che ha appena presentato il primo robot umanoide maggiordomo al mondo alimentato dalla cosiddetta AI.
E’ la storia di NEO Gamma, il bipede elettromeccanico antropomorfo in grado di svolgere diverse faccende domestiche, come trasportare la biancheria, pulire le finestre e passare l’aspirapolvere.
Dopo aver assistito alla presentazione di analoghe futuristiche novità come STAR1 (il robot più veloce del mondo) e SE01 (quello con la camminata fluida), dobbiamo fare i conti con l’umanoide che indossa una tuta morbida e liscia che ne nasconde il corpo metallico e ne mimetizza le sembianze.
NEO Gamma si comporta e si muove come un normale essere umano: sa accovacciarsi per raccogliere oggetti da terra, sedersi su una sedia, sistemare oggetti storti o mal posizionati in casa e persino versare il tè in una tazza.
Il segreto della agilità e della naturalezza sarebbe nascosto nelle attività svolte dall’azienda costruttrice per utilizzare dati di “motion capture”. La società 1X infatti ha registrato, analizzato, scomposto e ridefinito i movimenti umani per addestrare il robot ad agire nel modo più simile a quello di una persona in carne ed ossa.
La fluidità non è l’unica caratteristica distintiva rispetto i normali robot finora disponibili. NEO Gamma è anche silenziosissimo e i suoi meccanismi sono stati modellati prendendo spunto dai tendini umani, consentendo la quasi totale impercettibilità del rumore che non supera i 10 decibel e dà meno fastidio di quanto ne possa generare un moderno frigorifero.
L’intelligenza artificiale che correda il robot ne consente il funzionamento autonomo. ma i quattro microfoni integrati a bordo gli permettono la più efficace reattività ai comandi del suo utilizzatore, consentendogli di rispondere alle richieste, svolgere semplici conversazioni o riprodurre musica tramite un altoparlante nella sua area pelvica….
Due anni fa – proprio qui su Giano News – avevo raccontato di EllyQ, il robot dama di compagnia che ricordava la “Caterina” del film che Alberto Sordi fece nel 1980. Quel sogno (o quell’incubo) si sta avverando…
Solo qualche settimana fa uno dei robot umanoidi più popolari della Cina ha dato dimostrazione di pericolosi malfunzionamenti che (come si vede nel video qui sotto) si sono tradotti in vere e proprie aggressioni nei confronti degli umani…
Prima di licenziare la colf o la badante, è il caso di prendere una pausa di riflessione.