In Italia gli effetti civili del matrimonio sono riconosciuti sia ai matrimoni civili, celebrati davanti all’ufficiale dello stato civile, sia ai matrimoni religiosi, ossia celebrati davanti a un ministro di culto di una confessione religiosa, purché siano trascritti nei registri dello stato civile. Ed ecco cosa ha detto del matrimonio il Capo della nostra Chiesa Cattolica in un’occasione ufficiale che mi è piaciuta perché indica la “reciprocità” nel rapporto matrimoniale dei coniugi:
“Il matrimonio è il percorso di un uomo e di una donna, in cui l’uomo ha il compito di aiutare la donna ad essere migliore e la donna ha il compito di aiutare suo marito a fare lo stesso. È la reciprocità a fare la differenza.” (Papa Francesco)
Sono convinto che il matrimonio, sia civile che religioso, sia ancora il miglior modo per unire un uomo e una donna con lo scopo di creare una famiglia e mettere al mondo dei figli e quindi il sistema che crea e mantiene l’unione dei coniugi il più a lungo possibile, quasi sempre fino alla loro morte. Non c’è paragone con la convivenza che oggi va molto di moda, sia per i vincoli giuridici che impone, sia per una serie di benefici patrimoniali tra i coniugi e per i figli. Per scrivere cose che conosco bene perché vissute e che vivo tutt’ora direttamente a livello personale, da qui in avanti userò il riferimento alla mia famiglia. Comunque per farlo mi sono assicurato di non essere un’eccezione, infatti attorno a me molte famiglie regolarmente sposate, di amici – parenti – conoscenti, sono nelle stesse condizioni mie, solo alcune hanno fallito lo scopo per cui erano state formate con il matrimonio. L’eccezione conferma la regola! In una cosa io sono stato fortunato: tutte e quattro le persone della “famiglia allargata” lavorano a Roma e quindi siamo tutti residenti nella stessa città.

Per me e mia moglie, ambedue ultra ottantenni, i quattro nipoti ci portano la gioia e rappresentano uno dei pochi motivi che ci restano per giustificare la nostra vita che procede ormai in un mare di difficoltà di salute; lei usa dire che i nipoti rappresentano per noi nonni come una trasfusione di sangue che ci rigenera e ci ridona la salute e la felicità. La nonna ringiovanisce quando deve preparare loro da mangiare e non si lamenta mai della stanchezza che le provoca; io quando mi siedo a tavolo con loro e chiacchieriamo sui problemi d’attualità, magari anche di politica mi sento ancora utile quando posso fare sfoggio della mia esperienza. Credo non esista per gli anziani migliore medicina: passare qualche ora accanto ai nipoti. Quei loro abbracci, quel sentirsi a casa loro quando sono da noi … è una gioia immensa. Ovviamente perché ciò possa avvenire in santa pace esiste una regola d’oro che non mi stancherò mai di ripetere: perché si possa manterere uno stretto rapporto con le famiglie dei figli in perfetta reciproca armonia è indispensabile evitare indebite intrusioni sulla loro gestione familiare, soprattutto nel rapporto con i loro figli e nostri nipoti: i nonni non devono mai sostituirsi ai genitori. Devo ammettere che ciò non è semplice, ma con un po’ di attenzione ci si riesce. Noi ci siamo riusciti e abbiamo un ottimo rapporto con i nostri generi pur vivendo molto vicini alle loro famiglie; in più, oltre al grande piacere di avere un buon rapporto con le famiglie dei figli e soprattutto con i propri nipoti, recentemente ho letto che frequentare i nipoti e passare assieme a loro qualche ora fa bene anche alla salute dei nonni, e addirittura allunga loro la vita.
Una ricerca ha dimostrato che i nonni per il rapporto con i nipoti traggono benefici per la loro salute, con un’aspettativa di vita più lunga. Lo rivela uno studio condotto dai medici della Cleveland Clinic, secondo i quali i nonni baby sitter possono effettivamente vivere più a lungo rispetto agli altri anziani.