Primum vivere… e, perciò, il primo disegno dell’unione fra le nazioni europee fu di carattere economico. Non militare – i relativi accordi furono stoppati dalla Francia e in molti, come d’altronde ora, temevano la Germania – né politico.
Il Consiglio Europeo dei capi di Stato e di governo – oggi organismo politico determinante – non era previsto nei Trattati di Roma del 1957 che diedero vita alla CECA, la Comunità Europea Carbone Acciaio, costituita per difendere la produzione industriale insieme alla previsione di interventi in materia fiscale (dazi e tariffe), al sostegno dell’agricoltura, ai finanziamenti anche attraverso la costituzione di una Banca dedicata.
Questa la rotta, poi seguita, arrivando alla creazione della CEE, dove la seconda E sta proprio ad indicare l’effettivo ambito di azione dell’organismo, quello Economico. Insomma, mercato. Infine, l’unione monetaria, l’Euro. Di là da venire, nonostante dal 1979 ci sia un parlamento eletto a suffragio universale, l’effettivamente condivisa, oltre che affermata, piena unità politica.
Ci fu, dunque, un peccato d’origine, quello per cui l’indirizzo programmatico ed il controllo vennero delegati a livelli inferiori: le riunioni dei ministri degli esteri, anziché dei responsabili primi delle singole nazioni.
Soltanto nel 1961 si provvide dapprima con la “Conferenza dei Capi di Stato e di governo”, poi dal 1975 con il Consiglio Europeo a cadenza semestrale. La Francia inizialmente impose la limitazione degli argomenti, con l’esclusione dei problemi singoli che il Generale De Gaulle classificava come roba da Intendenza. Non immaginando come sarebbe andata a finire.
Mario Draghi ai senatori, prima di ringraziarli dell’attenzione dimostrata…”dal modo in cui guardate l’orologio”, ha parlato di un’Europa oggi con troppe regole e troppo frammentate. Un eccesso normativo che fa costare di più beni e servizi e vanifica i benefici economici attesi dal mercato comune. Si regolano “i dentifrici, ma non l’intelligenza artificiale”.
L’ampliamento degli argomenti di discussione e d’intervento (ma mai immaginando applicazioni odontoiatriche) avvenne con un altro presidente francese, Georges Pompidou. “L’Europa, si disse, deve essere in grado di far sentire la sua voce nelle cose mondiali e di fornire un contributo originale”.
Quanto accadde, per esempio, con l’Atto Finale della Conferenza per la Sicurezza e la Cooperazione Europea di Helsinki, presenti gli Stati Uniti, il Canada e l’URSS a fianco di trentadue paesi continentali. Allora Moro disse “Può sembrare contraddittoria la firma del signor Breznev che continua a sostenere la dottrina della sovranità limitata (degli Stati dell’orbita sovietica). Ma Breznev passerà ed Helsinki resta”.
Anche in economia. Dazi o non dazi trumpiani, egemonia zarista o da professionisti del KGB.
Per memoria, i principi valgono ancora e anche per il Consiglio Europeo, la Commissione, il parlamento di Bruxelles/Strasburgo: eguaglianza e diritti, ripudio della guerra, cooperazione e pace. L’Euro, infatti, non è tutto e nemmeno i dentifrici.