Si è lontani anni luce dal voler criticare le sentenze. Certamente si possono non condividere in quanto vi è libertà di pensiero. Giudicarle od attribuire alle sentenze valori od interpretazioni extra giuridici è uno sport molto diffuso non solo in Italia.
Quale è il confine tra sentenza giusta ed ingiusta, tra sentenza in odore di finalità politiche, di vendetta od altro? Non vi è confine ma un approccio manicheo. Sono giuste le sentenze che mi danno ragione, sbagliate quelle che non accolgono le mie ragioni. Purtroppo questo avviene in tutti i settori: civile, penale, amministrativo e in tutti i rami del diritto.
Non scendiamo in casi giudiziari riguardanti il comune cittadino. Sono talmente tante le sentenze ed ognuno porta con sé le conseguenze senza tanto clamore mediatico. Nessuno li ascolterebbe mai. Salvo che non si tratti di efferati delitti che eccitano oltremodo, quasi spasmodicamente, l’opinione pubblica. Lunghe schiere di colpevolisti e innocentisti si formano avanti agli schemi; tentano di sostituirsi alla Polizia Giudiziaria, ai Pubblici Ministeri ed ai Giudici. Se quasi tutti sono piloti di formula 1 o tecnici delle nazionali o delle squadre di calcio il problema non è pernicioso. Lo è quando la pubblica opinione si erge a Pubblico Ministero o Giudice.
Particolare accanimento si scatena quando le sentenze colpiscono i politici i quali, a loro dire ed a dire delle coalizioni che li sostengono, sono delle vittime sacrificali di strumentalizzazioni: la Magistratura tenta di esercitare il potere politico per mezzo delle sentenze a discapito del politico di turno. Se condannati delegittimano l’operato della Magistratura, requirente e giudicante, e sventolano la bandiera del vittimismo. Si parla di sentenze od indagini ad orologeria. Dovrebbero dare un calendario di quando è possibile indagare o emettere sentenze: probabilmente mai. I reati appartengono al popolo bue non rammentando quanto avvenuto dall’unità d’Italia in poi. Quanti politici si sono macchiati di reati?
I politici sono spalleggiati dai loro partiti i quali fomentano l’opinione pubblica, anche per mezzo della stampa ideologicamente vicina. Il problema vero è che i politici, nella quasi totalità, si sentono legibus solutus, ovvero le norme per loro non hanno valore perché sono sempre vittime degli avversari politici o della Magistratura. Possibile che siano tutti degni di “scagliare la prima pietra” di evangelica memoria? Le norme sono per il comune cittadino che non si può giovare del clamore della comunicazione.
Le sentenze, di recente, suscitano particolari accanimenti anche a livello internazionale. L’ultima sentenza francese che ha condannato una leader ha scatenato reazioni a livello mondiale con l’accusa di voler interferire sulla democrazia del Paese e sulle elezioni che si terranno tra due anni. C’è il tempo per un secondo grado di giudizio. Per le minacce ricevute i magistrati sono stati posti sotto scorta. Pare almeno strano che si siano pronunciati politici che della democrazia e dei diritti hanno fatto cibo per gli animali. Sempre in Francia, pochi anni fa, venne pronunciata una sentenza di condanna verso un ex Presidente della Repubblica. Non si registrò tanto clamore.
In Turchia è stato arrestato il leader dell’opposizione. A parte proteste locali, a livello internazionale non si sono annotate prese di posizioni degne di nota. Un silenzio assordante nel mondo democratico e non.
In più Paesi si parla di “Governo dei Giudici” e del colore delle Toghe. Esiste un’internazionale delle Toghe finalizzata alla destabilizzazione dei Governi? Appare almeno fantasioso, forse una richiesta del rispetto del diritto nei Paesi democratici, dove la Magistratura non è obbligata ad emettere sentenze compiacenti od a perseguire solo alcuni reati indicati dall’Esecutivo.
Nuovamente domandiamoci. Quando è giusto l’operato della Magistratura? Solo quando abbraccia il “Cicero pro domo sua” del politico? L’ostracismo verso l’Ordine giudiziario è nefasto.