Iniziamo con il ricordare il bacio della pantofola (conosciuto anche come bacio della sacra pantofola o della divina pantofola). Era un rito medioevale mediante il quale veniva sancita la sottomissione e l’obbedienza al Sommo Pontefice di Sovrani, Nobili e Clero. Ancora oggi, più in senso ironico, si dice il bacio della pantofola per stigmatizzare la sottomissione, o la pretesa di soggiogare qualcuno, ad un potere o presunto tale.
Dal sacro, o dalle origini sacre, scendiamo al profano, forse meglio dire prosaico. Mercoledì il Presidente Trump, in un discorso pubblico, non in una bicchierata tra amici, ha deriso i Paesi che stanno cercando contatti per trattare l’introduzione di folli dazi.
Nel corso di una cena, finalizzata ad una raccolta di fondi per il partito repubblicano, poche ore prima dell’entrata in vigore dei dazi “reciproci”, ha affermato: “Muoiono dalla voglia di fare un accordo, mi chiedono: per favore, signore, farò qualunque cosa”. Inoltre, parole inusitate per un politico che dovrebbe essere un “uomo di Stato”: “Questi Paesi ci chiamano, mi baciano il culo, stanno morendo dal desiderio di fare un accordo”.
Ha definito i leader stranieri, stiamo parlando di Capi di Stato e di Governo, “pronti a tutto pur di evitare i dazi” prendendoli in giro dicendo: “Per favore, per favore signore, fai un accordo. Farò qualunque cosa signore”. Trump ha dichiarato che sono i Paesi stranieri che “vogliono fare un accordo con noi”, mentre gli Stati Uniti “non hanno necessariamente” bisogno di accordi e sono “contenti come sono”. Ha concluso sottolineando: “So quel che diavolo sto facendo”.
Toni e parole configurabili in una ipertrofia dell’io o delirio di onnipotenza. Poche ore dopo ha prospettato una moratoria dei dazi per tre mesi, limitandoli al 10%, esclusa la Cina.
Fare l’esegesi del pensiero del Presidente USA è come illudersi di azzeccare la sestina al superenalotto.
Quando parla con gli interlocutori ha sul tavolo una pistola, una “smoking gun”, rubando l’espressione usata in altri contesti, forse per far capire all’interlocutore che il suo predecessore è stato eliminato, non fisicamente ma sotto l’aspetto negoziale. Forse si diverte o gode nel bistrattare l’interlocutore, sempre Capo di Stato o di Governo. Forse è memore del detto “molti nemici, molto onore”.
Tra le cose che si possono azzardare vi è il lampante intento di trattare separatamente. La prima esclusa è l’Unione Europea poiché è il primo obiettivo da disgregare od abbattere. Rammentiamo il latino “divide et impera”. Inoltre i reiterati crolli delle borse statunitensi, delle altre ne avrà sicuramente gioito, potrebbero averlo indotto a più miti consigli. Tra l’altro aveva fatto una prova annunciando e smentendo una limitazione dei dazi.
Ad una ripresa delle borse USA ne era seguita una nuova repentina caduta. Fatte le prove generali ha dato avvio ad un nuovo temporaneo corso. Forse i grandi finanziatori del settore high tech, timorosi dei dazi internazionali, lo hanno convinto a ritirare parzialmente e limitatamente i dazi in attesa di una calma dei marosi borsistici? Hanno influito le manifestazioni popolari di protesta nel Paese di chi teme di non aver di che sfamarsi?
Dal Presidente del più potente Stato del mondo ci si sarebbe aspettati meno bullismo, meno volgarità, un linguaggio più civile ed una strategia non ondivaga od a gatto selvaggio. Si rammenta che lo sciopero a gatto selvaggio è stato una forma di lotta praticata negli anni sessanta e settanta con modalità improvvise ed imprevedibili finalizzata a paralizzare la produzione. Pare la stia copiando.
Chissà se riceverà in slip i Capi di Stato e di Governo per ricevere l’agognato bacio del fondo schiena.
Se, come dice un’espressione popolare, il buon giorno si vede dal mattino cosa ci dovremo aspettare per i prossimi anni di presidenza Trump?