Non so se Papa Francesco sarebbe contento di sapere che cinque giorni di lutto nazionale cancelleranno le celebrazioni dell’80° anniversario della liberazione dall’incubo nazifascista.
Non so se, passato il 25 Aprile e il relativo imbarazzo di chi ne teme tradizionali mazurche, barbecue, trombette e cotillons, ci sarà ancora la serenità di festeggiare il 1° Maggio e i lavoratori. Ma forse anche di loro frega poco a nessuno e quindi la “sobrietà” delle ricorrenze verrà agevolmente perpetuata…
Nel frattempo il signor Tamy Besiroglu, che al pari di Carneade indurrebbe don Abbondio (e anche noi) a domandare chi sia costui, ha varato una start-up che riuscirà a mandare a casa la quasi totalità di chi oggi ha un impiego.
Il tizio, spietato guru dell’intelligenza artificiale, si è posto l’obiettivo della completa automazione di tutto il lavoro e dell’economia”.
La neonata “Mechanize Inc.” è stata creata per sostituire ogni lavoratore umano con un “bot”, che non è un vecchio “Buono Ordinario del Tesoro” ma un programma informatico basato sul ricorso alla intelligenza artificiale.
La società ha chiarito che la propria immediata attenzione è concentrata sul lavoro d’ufficio, perché le attività manuali, cui non basta la cosiddetta “AI”, impongono la disponibilità di strumenti robotici e non semplici raccolte di informazioni.
Besiroglu nella sua cinica consapevolezza di quel che sta combinando risponde alle critiche che affidare tutto il lavoro a sofisticate soluzioni informatizzate – attraverso una “crescita economica esplosiva” – arricchirebbe gli esseri umani, non li impoverirebbe,. Non dice chi ne trarrà vantaggio, non spiega che ad ottenere profitto saranno davvero pochi mentre milioni di famiglie perderanno ogni possibilità di sostentamento… Il problema ovviamente non lo riguarda.
Ha già calcolato a quanto ammontano la somme degli stipendi erogati negli Stati Uniti e ha stimato con buona approssimazione il volume degli emolumenti distribuiti ai dipendenti del mondo intero.
Sul sito web di Mechanize si legge che gli ambienti digitali di prossima realizzazione fungeranno da simulazioni pratiche di scenari lavorativi reali, consentendo ai cosiddetti “agenti di intelligenza artificiale di apprendere competenze utili attraverso la realtà virtuale”.
Quanti signor Besiroglu ci sono in circolazione? Possibile che nessuno si preoccupi dell’eccidio occupazionale avviato tra le grida festanti nell’entusiasmo di chi non ha capito cosa davvero sta succedendo?
Nessuno rifiuta l’innovazione, ma credo sia sempre d’obbligo la valutazione dell’impatto che questa può avere. Se il mondo fosse una automobile, dovremmo ricordarci che non ci sono soltanto il pedale dell’acceleratore e il tachimetro. E nello specchietto retrovisore varrebbe la pena guardare chi sta rimanendo indietro…