Non conosco il signor Luigi di cui ho apprezzato la pregevole escalation di rivincita sociale. Il signor Luigi, in compenso, non conosce la disciplina vigente in materia di riservatezza dei dati.
Due cose poco gravi, almeno la prima. La seconda, probabilmente, è figlia dell’ignoranza non solo in campo normativo ma anche diretta discendente dell’invasività delle moderne tecnologie utilizzate con una certa prepotenza nei confronti di una platea indiscriminata di soggetti non ancora sufficientemente impermeabilizzati contro il fastidioso spam.
La pioggia di messaggi con cui la neonata formazione politica INSIEME bombarda chi ha una “mail” non evoca auspicati fenomeni meteorologici. Innesca negli infastiditi destinatari una serie di vortici e giramenti che forse trovano radice e giustificazione in quel “Vicolo delle Palle” in cui avrebbe sede il mittente.
Al termine di tutte le comunicazioni (ne sono arrivate diverse fin dal primo vagito della nuova creatura) viene spiegato “Ricevi questa newsletter perché il tuo indirizzo di posta elettronica è stato registrato nella nostra mailing list su tua espressa richiesta o perché sei stato segnalato da un amico come persona interessata ai nostri contenuti”.
Premesso che non mi sono registrato (né mi sognerei di farlo) formulando addirittura “espressa richiesta”, si è scatenata in me l’irrefrenabile curiosità di conoscere chi è quel bastardo che mi ha segnalato contribuendo al recapito di posta elettronica indesiderata.
Non credo di essere l’unico a voler sapere dove sono stati recuperati i miei dati personali anche in considerazione del contesto in cui ora vengono utilizzati, atteso che tutto ciò che concerne le opinioni politiche sembrerebbe rientrare nella delicata sfera delle informazioni sensibili. Non vorrei che un domani un hacker svogliato ed apatico ritrovasse vitalità inciampando nel database del signor Luigi, trovando il mio inconfondibile indirizzo e immaginando un mio orientamento politico qualunque questo sia.
Ad onor del vero non mi accontento della munifica concessione di chi tratta i miei dati e scrive in fondo alla mail che “Se non fosse gradita, è possibile in qualunque momento disiscriversi dalla mailing-list semplicemente cliccando sul link soprastante «Cancella iscrizione»”.
Perché devo “disiscrivermi” da qualcosa cui non mi sono mai iscritto? Perché con il mio clic devo perdonare chi ha raccolto ed usato indebitamente i miei dati senza avermi sottoposto la prescritta “informativa” e senza disporre del mio consenso che non mi sarei mai sognato di accordare?
Sono certo che i “furbetti del database” hanno rastrellato – chissà come – chissà quanti indirizzi di posta elettronica di persone che probabilmente condividono quel che ho appena scritto.
Sono altrettanto certo che l’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali, cui mi sono permesso di girare la mail in questione, saprà accertare la probabile irregolarità e cogliere l’occasione per raccomandare ai politici in fermento una diversa condotta.
I candidati per le loro campagne promozionali possono per legge (articolo 51 del DPR 223/1967) avvalersi delle “liste elettorali” in cui sono presenti nomi, cognomi, indirizzi e professioni di chi ha diritto al voto. In quegli archivi non c’è l’indirizzo mail….