Sono a passeggio con Chicca, il nostro cane di 14 anni un po’ jack russell un po’ qualcos’altro, non sappiamo cosa sia perché quando nostro figlio l’ha salvata dal canile non pensava al pedigree e il ragazzo che gliel’ha consegnata sapeva solo chi fosse la madre.
A pochi metri c’è una ragazza sorridente che approccia tutti i possessori di cani e porge loro i volantini per la fiera canina che si terrà fra qualche mese a Milano. Si ferma un signore con un bel boxer, la ragazza gli da un volantino e con il telefonino scatta una foto del cane sotto lo sguardo del padrone fiero e sorridente.
Al mio turno ricevo il volantino ma di foto non se ne parla. Francamente non muoio dalla voglia di avere la foto di Chicca nella “gallery” sul sito della manifestazione nè mi sento escluso da chissà quale élite. Né potrei, anche se volessi, far concorrere Chicca per il premio “miss toelettatura 2022”, “miss eleganza” o prepararmi con lei per un discorso sulla pace nel mondo e di cosa dire se la presenteranno come ”il cane della porta accanto”. Però sono curioso di capire se la foto non l’ha fatta semplicemente perché ne scatta una ogni tanto a caso o se volutamente sceglie i cani più carini o di razza.
Chicca ed io non socializziamo nell’area cani e dopo tanti anni di passeggiate non mi ricordo se ho preso io da lei o viceversa. Mi basta la bellezza di ricevere quel suo sguardo la notte quando mi alzo o la felicità nell’accogliermi quando manco da casa anche solo da pochi minuti. A volte penso di non essere all’altezza di ricambiare il suo amore.
Chicca non ha ricevuto la formazione come da programma e interagisce con gli altri quando e come vuole lei. Può ignorare cani e umani e farsi i fatti suoi, scodinzolare e mostrarsi subito affettuosa, macchiarti i pantaloni con le zampe o abbaiare senza controllo se i bambini passano in bicicletta o giocano a pallone, finché non me la porto via per non disturbare gli altri.
Ai bambini e ai giovani fa molta tenerezza e a loro non importa se sono indietro con i tempi della tosatura o se Chicca non è proprio da concorso di bellezza.
I grandi non sono tutti uguali. Alcuni non si preoccupano della diversità, un cane vale l’altro e quando sanno che lo hai salvato dal canile e te ne occuperai finché vive ti fanno grandi complimenti. Altri sono puristi della razza, cultori del lignaggio e non capiscono come hai potuto scegliere un cane che ti rovina i selfie, sceglie con chi interagire con chissà quale criterio e non abbassa il fondoschiena quando dici “seduto!”.
Un giorno Chicca era molto presentabile, appena tosata e profumata, sembrava quasi di razza e si avvicinò una signora per chiedere se saremmo stati disponibili all’accoppiamento con il suo Roger. Quando seppe che non aveva gli attributi si scusò per la fretta perché era in ritardo al suo appuntamento.
La ragazza della fiera dei cani prosegue con il suo volantinaggio e dopo uno scatto ad un delizioso cocker spaniel mi ripassa davanti, si ferma e dice “buongiorno! Posso darle un volantino per la…“ poi da un’occhiata veloce a Chicca e dice “oh scusi, mi sa che gliel’ho già dato il volantino… buona giornata!”. Adesso non ho dubbi sul criterio che ha usato. Non so quali criteri abbiano utilizzato gli organizzatori di questa fiera, ma penso che i veri amanti dei cani siano molto inteneriti da storie di cani disabili, con difficoltà neurologiche, brutti o spennacchiati.
Penso che la ragazza non sia da colpevolizzare ma rifletto su un comportamento che rispecchia una visione del mondo edulcorata e filtrata e consolida la percezione che il neurotipico sia bello e normale mentre il diverso sia da accantonare o relegare in un angolo con un sorriso di umana comprensione.
Fervono i preparativi per ottimizzare il sito della fiera canina ma prima di pubblicare la gallery dei cani instagrammabili c’è da trafficare con Photoshop. Non si accettano ciuffi fuori posto di terrier altresì perfetti, denti giallastri vanno sbiancati come quando il dentista ti spruzza il bicarbonato a fine pulizia. Una smanettata al contrasto, una spennellata di colori pastello che fanno pendant con il collare del cane e “voilà!” i like e le condivisioni sono assicurati.
Mentre cammino verso casa penso che i cani sono tutti uguali e benvenuti. Immagino una manifestazione incentrata sugli atti eroici e altruisti dei nostri amici a quattro zampe: un salvataggio inaspettato, l’assistenza a un malato, la compagnia ad un anziano. Per accendere una candela e poi via via mille altre candele, a favore dell’inclusione sociale e l’accettazione della diversità, perché ogni essere vivente è unico e irripetibile.
Sorrido mentre guardo Chicca, lei non sa cosa sia la diversità e nemmeno cosa significhi essere fortunata, ma forse questo potrebbe essere uno spunto di riflessione per noi.