Presi dal vortice elettorale in cui il numero dei candidati sfiora quello dei votanti che andranno alle urne, la guerra in Ucraina ha perso di appeal e desta poca preoccupazione il disastro economico e sociale che ci sta per piovere sulla testa.
I nostri connazionali – che esprimeranno le rispettive preferenze, disegneranno il futuro Parlamento e contribuiranno alla scelta di chi ci governerà – in queste ore hanno letto con piacere che un migliaio di loro avrebbe ottenuto (a pagamento, naturalmente) una cittadinanza straniera risolvendo ogni problema.
Questi signori, spendendo da 200 a 700 euro, sono emigrati virtualmente e hanno ottenuto documenti, passaporti e persino onorificenze dal tanto fantomatico quanto suggestivo Sovrano Stato Teocratico Antartico di San Giorgio.
Con un paio di clic e di bonifici tanti italiani si sono liberati dalle angosce quotidiane, non ultima quella di dover chiedere al proprio Comune – informaticamente sgangherato – carte o servizi che normalmente richiedono attese estenuanti.
Come si legge su Facebook (fonte principale cui si abbeverano i bene informati dell’era contemporanea) “Il Sovrano Stato Antartico di San Giorgio offre attualmente i seguenti servizi ai cittadini: carta d’identità, passaporto. certificato di nascita, certificato di matrimonio, conto bancario (on-line), tassa di soggiorno (attualmente di un importo forfettario del 4%), Company registration Corporate Status for International Trading (attualmente ad un tasso fiscale fisso del 5%)”.
A leggere le varie comunicazioni non c’è traccia del conseguimento della patente di guida e i più perspicaci ritengono che sia dovuto alla scivolosità dei ghiacci che non permetterebbe alle autoscuole di preparare gli aspiranti conducenti…
Mentre mi stropiccio gli occhi per strappare l’opaco velo dell’incredulità, scopro che la storia merita un libro e non un banale editoriale. E’ iniquo riservare poche righe ad una vicenda la cui dimensione rivelata dai giornali – per restare in clima polare – è soltanto la punta dell’iceberg…
Questa elementare considerazione mi induce a ricostruire la genesi di questa bizzarra storia e a dividerne in porzioni il racconto.
Tutto comincia con il “riconoscimento della legittimità internazionale dello Stato di San Giorgio” che sarebbe avvenuto a cura della giustizia arbitrale, ovvero attraverso uno strumento – alternativo alla giurisdizione ordinaria – che viene utilizzato per risolvere liti civili e internazionali e la cui decisione è affidata a soggetti di propria scelta e fiducia.
A sancire la legittimità in questione è l’altisonante “Tribunale Civile Internazionale” che le persone normali immaginano a Ginevra, L’Aja o in chissà quale altra sede normalmente crocevia dei destini del mondo. Invece no, Si tratta di un “Organo Permanente della Corte Europea di Giustizia Arbitrale” di Ragusa e della sua sentenza n. 2/2013 del 31 gennaio 2013.
Tale sentenza di lodo arbitrale il 6 febbraio 2014 è stata depositata al Tribunale Ordinario per ottenerne l’esecutività nei confronti della controparte che – contrariamente alle tradizionali suggestioni geografiche – non era un pinguino che rivendicava la sua sovranità sul pezzo di ghiaccio che occupava da anni,
A contestare lo Stato di San Giorgio era infatti “l’Ufficio del Procuratore Generale della Corte Europea di Giustizia Arbitrale, nella persona del suo Procuratore Generale avv. Baldassare Lauria”.
Siamo solo all’inizio, ma fermiamoci qui.
Se da una parte c’è chi si stupisce della genialità italica e addita i soggetti ora agli arresti domiciliari, non tutti si chiedono chi siano i campioni del mondo di dabbenaggine capaci di cascare in una simile disavventura.
Rinviando al prossimo “corsivo corrosivo” la prosecuzione del racconto, per aiutare le legittime riflessioni dei lettori ecco qui due immagini che posizionano geograficamente la Nazione in argomento e che illustrano (stradario indispensabile per chi pensa di farci un salto) la topografia dei luoghi in questione.