Correva l’anno 2019 e i più pignoli ricordano che la data era quella del 16 gennaio.
Come ancora, all’indomani dell’attacco cyber a FS, si legge sul sito istituzionale del “Commissariato di PS online”, in quel giorno è stato siglato “a Roma il rinnovo dell’accordo tra Polizia di Stato e Ferrovie dello Stato Italiane per la prevenzione e il contrasto dei crimini informatici che hanno per oggetto i sistemi e i servizi informativi di particolare rilievo per il Paese”
Il testo della pagina web, facendo riferimento ai gangli digitali di vitale importanza per l’Italia, recita testualmente “Tra questi, le piattaforme tecnologiche del Gruppo FS Italiane, una delle più grandi realtà industriali del Paese, che realizza e gestisce opere e servizi nel trasporto ferroviario, contribuendo a sviluppare un progetto di mobilità e logistica integrata”.
Per stipulare questa sorta di “polizza operativa di assicurazione” si sono trovati il Capo della Polizia-Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Franco Gabrielli e l’Amministratore Delegato e Direttore Generale di Ferrovie dello Stato Italiane Gianfranco Battisti, occasione fondamentale perché la Convenzione rientrava “nell’ambito definito dalle direttive impartite dal Ministro dell’Interno per il potenziamento dell’attività di prevenzione in materia di criminalità informatica attraverso la valorizzazione del partenariato con il mondo privato”.
Continuando (come se nulla fosse accaduto al “sistema nervoso” delle ferrovie) a leggere il comunicato ufficiale si rimane travolti dai toni ricchi di enfasi e quasi ci si commuove nel vedere tanta consapevolezza per i moderni rischi della società odierna. “L’insidiosità delle minacce informatiche e la mutevolezza con la quale si presentano richiedono, infatti, una sinergia informativa tra tutti gli attori della cybersecurity per mettere a fattor comune conoscenze ed esperienze utili a sperimentare efficaci forme di contrasto”.
In termini di efficacia sarebbe curioso sentire l’opinione di qualche avventore della Stazione Termini di Roma o di qualunque altro scalo ferroviario che – a mutuare una immortale espressione del capolavoro di Ridley Scott “Blade Runner” – ha visto cose che noi umani non possiamo neanche immaginare.
Se si sa che la firma sull’audace accordo è dell’attuale Sottosegretario Gabrielli, è noto anche chi doveva materialmente occuparsene. “Per la Polizia di Stato, tale compito è assicurato dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni e, in particolare, dal Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche che, con una sala operativa disponibile h24, rappresenta il punto di contatto per la gestione degli eventi critici delle infrastrutture di rilievo nazionale operanti in settori sensibili per il Paese”.
Sull’altro fronte viene garantito l’impegno a mettercela tutta. E’ scritto infatti che “Ferrovie dello Stato Italiane, rispettando gli obblighi normativi in materia, ha inoltre avviato un importante processo di internalizzazione dei servizi di sicurezza informatica grazie alla realizzazione del Cyber Security Operation Center. Un polo di eccellenza nel quale confluiscono le tecnologie e le competenze più avanzate con l’obiettivo di fornire i più elevati livelli di protezione cibernetica ai sistemi tecnologici e informativi che supportano la gestione e il controllo della circolazione ferroviaria”.
L’evento non è stato certo per pochi intimi. “Alla firma della convenzione erano, inoltre, presenti, per il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, il Direttore Centrale per la Polizia Stradale, Ferroviaria, delle Comunicazioni e per i Reparti Speciali della Polizia di Stato Roberto Sgalla e il Direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni Nunzia Ciardi, mentre per Ferrovie dello Stato Italiane erano presenti il Direttore Centrale Protezione Aziendale Franco Fiumara e il Responsabile Cyber Security Riccardo Barrile”.
Sarebbe carino che chi ha fatto il possibile per non essere escluso dall’elenco dei partecipanti adesso raccontasse cosa è andato storto visto che il pericolo era noto e che la prima “convenzione” tra “Postale” e FS risale addirittura al luglio del 2003.
Ironia lessicale, la sintesi è “binaria”. Ha funzionato o non ha funzionato. Purtroppo non ha funzionato.