Ricordate il racconto di Italo Calvino? Dalla finestra vedeva trascorrere la luna, ma nel riquadro lampeggiava il GNAC: on – off. Il neon della pubblicità.
Caro bolletta, luce razionata, roboanti previsioni di miliardi e miliardi risparmiati che, al saldo, si rinsecchiscono in pochi ridicoli milioncini, ma nessuno si incazza per la presa in giro.
Neanche per l’opposto, la rimozione del tetto salariale ai manager PA.
Avrebbe dell’incredibile, se non fosse che, come nel Texas erano abituati all’assalto alla diligenza, anche da noi i Jessy James senza fazzoletto a maschera – non antiCovid, ma antitaglia –colletti bianchi con pochette e club esclusivi, ci hanno anestetizzato col basso profilo e il colpo di mano lobbystico.
La PA comprende i magistrati? Riempiamogli il conto corrente, poverini, fanno un lavoro usurante, diamogli un mese di cure termali. Fuori dall’ufficio non faranno indagini scomode. E non si occuperanno di noi. E per i medici, i farmacisti ospedalieri, gli infermieri, gli psicologi, gli ‘’Angeli del Covid’’? Ci sarà tempo dopo. Forse.
Incredibile e costante: più si diffonde la miseria, più si castra la borghesia, più i sodales espongono con impudenza la faccia tosta all’esecrabile commento. Ma tant’è. Come dice Briatore: sono i ricchi a spendere e ad incrementare l’economia circolare del denaro. Bene. Vogliamo più ricchi in giro, nel Paese. Ma perché sempre gli altri? E noi?
Noi ci affrettiamo verso casa, con la cartella del lavoro da finire per domani, con la sacca della spesa ben più leggera di ieri, abbiamo lasciato nello scaffale il parmigiano e comprato il grana padano in offerta a 9,90, il tonno in scatola spagnolo, la pasta di grano italiano importato dall’Est, l’olio italiano di olive europee importate dal Marocco, e blandizie blandite da studi di marketing.
E mentre ci avviamo al portone, per strada lampeggiano i lampioni: grandiosa soluzione al caro bollette, che fa saltare il bilancio comunale. Un tempo, governi “illuminati” spensero un lampione sì e uno no. Anche nelle gallerie, ricordate? Oggi l’il sindaco “creativo” ha sostituito con led multipli bianchi le lampade gialle dei lampioni, scelte con pareri di illuminotecnici ed architetti: Ma non basta. Le fa accendere e spegnere in ritmo alternato, per non lasciare troppo a lungo zone buie. Geniale. Si illuminano i tavolini del gelataio, si spegne il lampione del bar Italia, la vetrina buia della libreria è illuminata per un tempo sufficiente a leggere tre titoli ed un autore. Ma se aspetti il turno, tutto ricomincia.
Come per i fuochi di Roma che Goethe vide la notte che dormì sul Gran Sasso, l’immagine complessiva è di buio, come gli sfondi di Caravaggio.
Ma i led ci portano al secolo, alla diatriba tra Thomas Edison (datore di lavoro, sostenitore della corrente continua) e Nikola Tesla (l’impiegato, il più grande e misconosciuto inventore del novecento, morto in miseria, sostenitore della corrente alternata) ed al CO- che mancava nella pubblicità al neon del liquore, nel riquadro della finestra di Calvino.
Lampioni come gli addobbi di Natale: avremo un Natale CO-GNAC.
Massimo Di Muzio & Pier Enrico Gallenga che, come Fruttero & Lucentini, Vi salutano giustificandosi che “si parva licet componere magnis”