Chi nasconde un briciolo di delusione probabilmente non sa fare i conti con la propria coscienza. Chi nega di aver sperato davvero nel “governo dei migliori” probabilmente manca solo del coraggio di ammettere la cocente insoddisfazione.
La rivoluzione copernicana che ci si aspettava – secondo alcuni – non c’è stata, la politica tira un profondo sospiro di sollievo, la gente di buona volontà assapora i primi bocconi di rassegnazione.
Sullo schermo di chi sperava in un buon esito dell’impegnativa partita di Super Mario è apparsa la scritta “Game Over”.
E’ davvero faticoso vedere reinsediarsi chi non è riuscito a dare risposte concrete sulla drammatica vicenda di Giulio Regeni o chi ha gestito in maniera maldestra la pandemia preoccupandosi però di scrivere un libro dal titolo malaugurante poi prontamente ritirato dalle librerie.
Gli italiani, è vero, sono preparati a tutto ma questa volta avevano assaporato il sogno di qualcosa di diverso, gongolando per la presunta imminente cacciata dell’incompetenza dal proscenio della Governo.
Risultato fiacco per chi si aspettava davvero il “Governo dei migliori”, così come era stato strombazzato ad ogni piè sospinto. Esito entusiasmante per chi, invece, guardava con terrore ad una possibile antidemocratica tecnocrazia. Una riuscita addirittura inebriante per gli appassionati di fantascienza politica, quelli che non si accontentano di semplici colpi di scena ma fanno dell’incredibilità la loro ragion d’essere.
Sotto la bandiera di una sedicente pacificazione nell’interesse dei cittadini uno statista del calibro di Beppe Grillo (quello che parlava della “coerenza dello scarafaggio”) ha rapidamente scordato i suoi severi giudizi sui leader delle altre compagini, cancellando con un soffio appellativi ormai leggendari come “psiconano” o “ebetino”, resettando le considerazioni su “tutto il ciarpame della Seconda Repubblica” o su “PD e Forza Italia insieme a Roma, il partito di Mafia Capitale”, eliminando celebri hashtag come #MaiPiùPd, #SalviniBugiardo e #CasiniUomoDaMarciapiede.
Ma qualcuno dice che i tecnici ci salveranno.
Per fortuna la formazione governativa ha persino uno scienziato pronto a valorizzare con la sua qualificata presenza numerose edizioni della “Leopolda” di Matteo Renzi, un po’ di incontri della Fondazione “VeDrò” di Enrico Letta, il Meeting di Rimini di Comunione e Liberazione, il convegno “Sum#02 – Capire il fururo” di Davide Casaleggio.
Roberto Cingolani si distingue per encomiabili doti di cautela e parsimonia nelle operazioni gestionali, al punto che quando (prima di diventare top manager di Leonardo) era al vertice dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) secondo Il Fatto Quotidiano “non riesce a spendere il miliardo già avuto dallo Stato”.
La lodevole tendenza al risparmio a suo tempo ha incuriosito anche Riccardo Iacona che se ne è occupato nella puntata di Presa Diretta andata in onda su Rai Tre il 19 settembre 2016.
Ancora il Fatto Quotidiano – a proposito di una presumibile spiccata capacità decisionale dell’inventore dell’IIT – scrive che “Durante la dirigenza di Cingolani sono state sollevate critiche ai criteri di selezione dei vertici, scientifici e manageriali, opachi e completamente discrezionali”.
La legittima ambizione di Roberto Cingolani di spiccare nel contesto professionale sarebbe stata fraintesa dall’Associazione indipendente ROARS (Return On Academic Research). ROARS ha dedicato un approfondimento sulle originali dinamiche grazie alle quali lo scienziato avrebbe conquistato una visibilità tale da classificarsi (secondo Il Sole 24 Ore) tra i primi 10 più citati esperti nelle pubblicazioni in giro per il mondo nel settore della Material Science (a dispetto degli invidiosi che lo vedono collocato alla meno gratificante 2700ma posizione).
Il neo Ministro per la transizione ecologica e per l’energia – nonostante le critiche – arriva ad assumere il delicato incarico con idee che si profilano chiarissime da molto tempo.
E’ senza dubbio suggestiva la lettura suggerita da “Domani” con l’articolo “Cingolani, il ministro che diceva all’Eni che il gas è il male minore”. Il quotidiano fa riferimento ad una lunga intervista in cui il titolare del potentissimo dicastero “portava avanti le sue perplessità sulle rinnovabili, dal fotovoltaico, all’eolico, e sulle auto elettriche”.
Il riferimento è al pezzo “Diversificazione delle tecnologie ed educazione al risparmio” apparso a pagina 58 del numero 39 della pubblicazione “World Energy” (edita dall’ENI) del luglio 2018.
Meritevoli di attenzione sarebbero le dichiarazioni in fondo a pagina 60 dove – dopo un non troppo beneaugurante “dobbiamo accettare compromessi di altro genere”si legge tra l’altro “Le rinnovabili sono le energie meno impattanti ma bisogna fare investimenti e non risolvono tutti i problemi, soprattutto non sono utilizzabili in maniera continua come vogliamo e dove vogliamo.”
Nella medesima intervista (presente in versione completa direttamente sul sito dell’ENI) si può trovare il dettagliato quadro di insieme che il neo Ministro (forse anticipando le sue opinioni in merito) descrive testualmente.
“Abbiamo l’idroelettrico che è bellissimo, però non basta per tutti; il carbone e simili sono molto inquinanti; sul nucleare abbiamo visto che ci sono diversi veti di varia natura; l’eolico ha limiti di ingombro, ha problemi se c’è vento o no, non si può mettere ovunque e, come il fotovoltaico, non è immune da impatto ambientale (a lungo andare si riempirebbe il pianeta di silicio e metallo). In questo momento il gas è uno dei mali minori: nel medio e lungo termine la risorsa più sostenibile, ma crea problemi per le infrastrutture e anche le tecnologie di trivellazione sono oggetto di molte discussioni. Se vogliamo continuare a crescere in un certo modo dobbiamo trovare soluzioni tecnologiche, ma anche sociali che ci consentano di avere più forme di energia integrate. Le rinnovabili sono le energie meno impattanti ma bisogna fare investimenti e non risolvono tutti i problemi, soprattutto non sono utilizzabili in maniera continua come vogliamo e dove vogliamo.”
Questa – per diretta voce dell’interessato – la presentazione del tecnico a capo del dicastero competente sul nostro futuro.
A citare la sora Lella, viene spontanea la sua espressione “aaah, annamo bene, proprio bene”.