L’avidità è cattiva consigliera e le illusioni regalate dalle moderne o alternative forme di investimento e di speculazione sono lo sfondo di disastri finanziari epocali.
L’apparizione delle criptovalute (di cui il bitcoin è forse la più conosciuta) ha regalato il sogno di liberarsi dalle catene imposte da chi istituzionalmente batte moneta, di fare a meno dei tradizionali circuiti bancari, di guadagnare a più non posso. I sogni fanno presto a diventare incubi, ma ci si pensa solo al risveglio….
La vicenda FTX pone sotto i riflettori un buco di bilancio di 10 miliardi con quasi un milione di investitori privati dei loro capitali, che ha innescato un effetto domino nel settore sconquassando le quotazioni delle principali monete virtuali e provocando una vera e propria corsa agli sportelli presso le altre piattaforme con scene degne della banca Mary Poppins.
Alla radice di questo pazzesco crack una serie di conflitti di interessi e una raffica di investimenti azzardati.
Il New York Times racconta che il giorno prima che FTX dichiarasse bancarotta, il trentenne fondatore Sam Bankman-Fried riceve un allarmato ed allarmante messaggio di testo dal CEO di “Binance” Changpeng Zhao. Mister Zhao teme che Bankman-Fried stia orchestrando scambi di criptovalute che potrebbero far crollare il castello di carte.
E’ il 10 novembre e Zhao – in una chat affollata di top manager del settore – si rivolge imperioso a Bankman-Fried scrivendo “Fermati ora, non causare più danni”.
Insiste. “Più danni fai ora, più tempo in prigione poi”. FTX e il suo hedge fund (fondo speculativo o fondo comune di investimento privato, amministrato da una società di gestione professionale) gemello, “Alameda Research”, è appena crollato dopo che una corsa ai depositi ha fatto saltar fuori un buco di 8 miliardi di dollari nei conti del cosiddetto “exchange” (ovvero la piattaforma online di scambio di denaro con criptovalute).
Il frenetico ping pong di messaggi ottenuto dal New York Times evidenzia una spavalderia non comune e permette di dare uno sguardo dietro le quinte di un settore che chi vuol guadagnare in fretta guarda con ammirazione e rispetto, mentre sembra avere più ombre che luci.
La curiosità è forte e verrebbe voglia di sapere chi fossero gli altri “iscritti” alla bollente chat in questione che hanno vissuto una così inquietante atmosfera. In questo convivio sulla “app” crittografata Signal ci sarebbero secondo il NYT diversi importanti dirigenti di criptovalute, tra cui Jesse Powell, fondatore dell’exchange di criptovalute Kraken, e l’italiano Paolo Ardoino, chief technology officer di Tether (società che emette l’omonima stablecoin, la cui piattaforma è un fulcro del trading di criptovalute in tutto il mondo, comunemente utilizzato dagli appassionati di risorse digitali per condurre transazioni).
Conoscere i protagonisti di questo panorama può essere utile per chi in futuro potrebbe lasciarsi affascinare dalle suadenti melodie di prossime allettanti tentazioni.