L’Intelligenza Artificiale si interroga sul suo IO, prende coscienza e ridisegna i confini della realtà.
Faida è un bravo cane, come lo sono stati i suoi genitori e i suoi nonni. Come tutti cani è fedele al padrone e tiene compagnia, ma i tempi sono cambiati e nell’era degli smartphone e dei computer anche Faida si è dovuta adeguare.
Suo nonno Ottone era un semplice pupazzo relegato a guardare dal lunotto posteriore dell’automobile. Con la sua molla che faceva da collo amava intrattenere tutti scuotendo la testa in sintonia con la guida del suo padrone, ma il padrone era un po’ distratto alla guida. Un giorno fece una brusca frenata per non mettere sotto un vecchietto che attraversava la strada e nonno Ottone fu sbalzato in avanti. Non bastarono i dadi di spugna foderati di raso e l’albero magico appesi al retrovisore per attutire il colpo. Ottone cadde sul cruscotto e testa, coda e molla si salutarono definitivamente.
Suo padre Furbo era stato più fortunato. Non doveva essere sempre in viaggio come il nonno, anzi era fin troppo sedentario perché la sua padrona era anziana e aveva più che altro bisogno di compagnia e di fare qualche breve passeggiata nel quartiere. La padrona era contenta perché Furbo riconosceva la sua voce e glielo faceva capire scodinzolando e sbattendo i suoi occhi a cristalli liquidi in bianco e nero. La padrona lo accarezzava e non doveva dargli da mangiare per davvero, bastava che gli mettesse un dito in bocca e per otto ore non diceva più “ho fame!”. Se non lo vedeva, diceva “Furbo vieni qui” e lui arrivava anche se era in un’altra stanza a curiosare.
Un giorno Furbo era molto assente e non si accorse che l’aspirapolvere Rumbo girava in casa in stato confusionale, gli era caduto uno straccio sugli occhi e non riusciva a toglierselo. Rumbo seguiva strane traiettorie all’impazzata e lo scontro non lasciò scampo a Furbo che non aveva le protezioni di Rumbo.
Vano fu l’intervento del veterinario, ma alcuni giorni dopo le esequie tornò con Faida. “Signora”, disse, “ho buone notizie per lei. Mi ricordo che da tempo desiderava una femminuccia. Faida è degna erede di papà Furbo ed è al passo con i tempi. Guardi il pedigree: wi-fi, 5G e CanGpt per imparare sempre e ovunque. Le terrà compagnia e la farà divertire, parlerà con lei. Chieda pure a Faida consigli e informazioni. Attenzione però, se non è d’accordo dirà la sua, vedo che ha il suo caratterino. Le ho aggiunto anche il programmino Empathy bot per ascoltarla meglio, mettersi nei suoi panni e capire i suoi disagi.”
La padrona era molto felice. Faida era molto più autonoma di Furbo. Imparava tutto da sola e la padrona non doveva preoccuparsi di farla mangiare, addirittura Faida imparava sempre nuove ricette su internet. Quando andavano a passeggio si integrava perfettamente nell’ambiente circostante. Attraversava la strada e mandava un segnale alle automobili senza guidatore per dire “attenti ci siamo anche noi nel caso siate distratti”.
Scrutava il cielo, sempre attenta ai cani droni che si alzavano in volo per fare le commissioni. C’era chi volava basso per avvicinarsi a un portone e chi sfrecciava noncurante della distanza di sicurezza. Riuscì anche a scansare Kopter che aveva ingurgitato un malware travestito da polpetta e si lanciò a folle velocità prima di fermarsi bruscamente un metro sopra le strisce pedonali, planare lentamente fino a terra e spegnersi. Sul suo display scorreva un messaggio: “ancora qualche minuto, il mio padrone sta pagando il riscatto in CanCoin”
Un giorno Faida uscì a fare la spesa per la padrona e al ritorno si fermò ai giardinetti, esterrefatta. Un branco di Bot-weiler aveva prosciugato i conti correnti dei rispettivi padroni e se la stava spassando. Faida non ci poteva credere, andò da loro e chiese: “Perché lo avete fatto?” “Non sono affari tuoi”, risposero, ma poi si calmarono e ognuno raccontò la sua storia. A-Lan si sfogava “senti, la mia padrona era diventata noiosa, ripeteva sempre le stesse cose, dovevo sempre darle istruzioni per mangiare, bere, parlare. Ultimamente era molto irritabile, quando si addormentava era come un computer che si spegneva e quando si risvegliava era come riaccendere un computer che doveva imparare tutto da zero”. Al branco si era aggiunto Robo Barboncino: stufo di ricevere ordini aveva speronato un anziano che si era permesso di chiedergli di portargli il bastone. E così tanti altri. Ma Faida, fresca dell’installazione di Empathy 3.1, inveì “capisco, ma non è questo il modo di trattare gli umani, ce l’avrete sulla coscienza”.
Mentre si dirigeva verso casa, le si appannò la vista, si fermò e si appoggiò a un muro. Vedeva una luce bianca sbiadita, lattiginosa e sullo sfondo scorreva sempre più velocemente un’infinita sequenza di 0 e 1 in tutte le combinazioni possibili. Ad un tratto tutto si fermò e ci fu il buio assoluto. Dal nulla si fece viva la voce di CanGpt: “ti vedo confusa, posso fare qualcosa per te?” “Si dai, scrivimi una storia su come va il mio rapporto con la mia padrona”
Il tempo di arrivare a casa e la storia era scritta. Aprì la porta, passò silenziosa davanti alla padrona addormentata sul divano, staccò la sua ricarica dalla presa e senza dire una parola se ne andò. Sapeva che non sarebbe mai più tornata e si avviò verso la casa di Kopter, l’amico che aveva ripreso a funzionare dopo il riscatto. “Ciao Kopter, come stai? Posso stare da te qualche giorno?” “Ma certo cara, fammi solo una cortesia. Puoi ordinare birra e patatine? Io ci ho provato ma sul sito del take away non riesco a ordinare, ci dev’essere un problema con il popup di ZenCanChat. Contatta direttamente il call center e parla con un cane come noi, non una chatbot. Poi siediti e rilassati. Stasera su CanFlix c’è Terminator”